Marco Cesarini & Uqbar Orchestra - Transumanza vol.II, Vulnus | Redapolis Music Blog

Copertina del disco

 

Marco Cesarini & Uqbar Orchestra, Transumanza vol.II, Vulnus (Caligola, 2023)

Marco Cesarini, classe 1984, è un polistrumentista e compositore pesarese con una spiccata attitudine alla sperimentazione. Dopo aver imparato a suonare la chitarra da adolescente, decise di passare al basso, che studiò e che gli permise di suonare nelle prime band. Contemporaneamente si iscrisse al conservatorio Rossini di Pesaro, dove approfondì la sua conoscenza del flauto traverso. Perfezionò anche lo studio del basso presso l'Accademia di Musica Moderna di Pesaro, sotto la guida esperta di Lorenzo De Angeli e Marco Pacassoni.

Nel 2007 nacque la band Brambate, una palestra per molte esperienze musicali, che vedeva Lorenzo Colocci alla chitarra, Giacomo del Monte alla batteria e percussioni, e ovviamente, Marco Cesarini al basso. Nel 2010 formò il trio Windom Earle, dalla decisa impronta sperimentale, composto da Federico Moschetti, Marco Cesarini al basso e Giacomo del Monte alla batteria, con i quali si esibì al XM24 di Bologna e persino al Kunsthaus Tacheles di Berlino, noto centro di arte contemporanea e controcultura.

Dopo l'esperienza giunta al termine con i Windom Earle, Marco Cesarini formò il duo Telios de Lorca con Davide Mazzoli, dove prevalse l'utilizzo interdisciplinare della musica, sperimentando con diversi strumenti, tra cui il saz, il cirag-box, la chitarra e il computer. Questo portò alla collaborazione con il teatro AMAT e alla creazione della colonna sonora per lo spettacolo "L'Altra America."

Così arriviamo al 2020, anno in cui prende corpo il progetto Marco Cesarini & Uqbar Orchestra, dove può abbracciare la sua visione musicale, trasformando ogni esperienza e sperimentazione in un percorso unico e appassionante. Si tratta di un progetto versatile, in grado di presentarsi sia in solitaria, con l'ausilio di macchine e svariati strumenti registrati in tempo reale, sia attraverso un organico più ampio di musicisti quando vi è la possibilità.

"Transumanza vol.II, Vulnus" è il secondo atto del dittico "Transumanza" e presenta otto tracce dalle molteplici ed intriganti influenze, che includono sapori speziati della World music, il prog, l'ambient ed il jazz più sperimentale. Infatti, la stessa parola "transumanza" sta a significare un attraversamento tra i generi, andando oltre e ponendo sempre la musica al centro.

Sono notevoli gli arrangiamenti che mettono perfettamente a fuoco sia le parti d'insieme (con un'ottima sezione fiati), sia le parti soliste, comprese quelle di chitarra del protagonista. In questo disco si racconta musicalmente il disprezzo per tutti i totalitarismi, prendendo spunto dal racconto di Jorge Luis Borges "Uqbar," da cui prende il nome l'orchestra.

Tutto in questo lavoro sembra essere in disordine, ma in realtà è tutto in ordine, e questo è l'elemento che si percepisce ascoltandolo, perché la musica sembra voler andare senza bisogno di una guida, per poi rientrare nei canoni melodici, spesso arricchiti da elementi mediterranei e balcanici, che colpiscono direttamente il cuore degli ascoltatori.

Il brano "Kubla Khan" è un perfetto esempio di come si possa concepire una musica contaminata, che va oltre i generi, il tempo e lo spazio, così come "Fremente In Continuo Tumulto & Los Bandoleros," che sembra uscire da un film poliziesco degli anni '70, con una ritmica in primo piano che scandisce il tempo per gli assoli di sax e chitarra. È un grande brano.

Vi propongo anche "Unico Verso," dove le atmosfere sono più cupe e nell'ombra, e dove l'elettronica marchia decisamente il brano, che poi si apre con l'intervento dei fiati.

Ho citato solo tre dei otto brani presenti nel disco, per non togliervi la sorpresa di scoprire tutte le delizie presenti in scaletta. Se siete affamati di ottima musica, non scontata e piena di intuizioni, con un suono impeccabile che sposa a meraviglia il jazz, il prog, la sperimentazione e la musica di diverse culture, allora questo è senz'altro il disco che fa al caso vostro.

 

Retro della copertina

Comunicato Stampa | Frank Pilato - Spettri

Copertina del disco

 Frank Pilato - Spettri (2016)

Frank Pilato è un chitarrista e polistrumentista tra i protagonisti, tra l'altro, dell'ottimo album tributo ad Allan Holdsworth "Y.O.U. Allan Holdsworth Tribute" uscito quest'anno per Lizard Records.

Ora, sempre Lizard Records, distribuisce "Spettri", uscito nel 2016 e prodotto da Frank Pilato con Regione Toscana, ControRadio & Toscana 100 Band.

Ad aiutare Frank Pilato che suona le chitarre troviamo gli ottimi Francesco Micieli alla batteria, Luca Giachi al basso, Lorenzo Furieri alle tastiere e Stefano Chianucci alla voce ed alle liriche in Golden Vanity

Un disco che, se non lo avete acquistato all'epoca, vi consiglio di farlo ora perchè se amate il jazz rock, la fusion e tutta la musica di qualità saprà saziarvi...ve lo garantico.

Comunicato Stampa:

Spettri non è altro che un breve e intenso percorso iniziatico in sei lunghe tappe: una raccolta artistico emozionale in continua trasformazione.

Una vera e propria metamorfosi atta a provocare una chiara reazione di consapevolezza che evoca paure e spinge consapevolmente verso una possibile risoluzione dei blocchi emotivi del genere umano.

Ogni traccia parla di uno specifico stato dell'anima: i sentimenti, le paure e gli spettri in tutte le loro sfumature sensibili e sottili.

Album registrato, mixato e masterizzato in 6 giorni utilizzando i primi due takes di ogni sessione: è a tutti gli effetti un EP Live.  

Questo lavoro è stato prodotto interamente dalla Regione Toscana in collaborazione con Toscana100band e ControRadio.

"6711 Yucca st".

Il titolo non è altro che la prima residenza dell’autore durante la sua permanenza a Los Angeles al 6711 Yucca st a Hollywood.

Questo brano racchiude molte influenze che vanno dal rock, al jazz alla fusion.

"Spettri" è una raccolta di pensieri, concetti, idee di momenti particolari della vita di ognuno di noi.

Lo Spettro con cui prima o poi ognuno di noi è stato costretto a confrontarsi.

"Oktophobie" ispirato all'Oktophonie di Karlheinz Stockhausen rappresenta il riassunto delle paure umane.

"Psicomagia" è tratta dal pensiero di Alejandro Jodorowsky e questo brano è il frutto di un’improvvisazione ispirata da un Live di Jeff Beck.

"Golden Vanity" non è altro che il "riconoscimento del sacro " sotto forma di dedica al grande Maestro Miceli scomparso pochi anni fa.

"L'Innamorato", è anch’essa un’improvvisazione ed esprime quella particolare condizione che invita a riflettere e interrogarsi sulla propria vita emotiva.

Composer – Editing – Mix – Master a cura di Frank Pilato.