Andrea Zacchia – HBPM | Redapolis Music Blog

Ritratto del chitarrista Andrea Zacchia.
Andrea Zacchia
 

Andrea Zacchia – HBPM (WoW Records, 2024)

Eccomi a scrivere qualche riga sul nuovo album "HBPM" del chitarrista jazz e compositore Andrea Zacchia che, col suo organ trio, formato dallo stesso Zacchia alla chitarra, Angelo Cultreri all’Hammond e Maurizio De Angelis alla batteria porta avanti con rinnovata freschezza ed estrema qualità quanto fatto dai grandi maestri che rispondono ai nomi di Wes Montgomery e Pat Martino.

Il brano iniziale "HBPM" dell'album omonimo non solo da il titolo al disco ma si pone come una dichiarazione d'intenti ben definita. L'acronimo HBPM, che sta per High Beat Per Minute, non è solo un riferimento alla sua velocità ritmica ma sottolinea anche le fonti d'ispirazione profonde di questo lavoro: l'Hard Bop e Pat Martino.

Oltre al brano sopra citato sono tre le altre composizioni di Zecchia (The Ambush, dall’andamento latin, Giordano’s Blues che si ispira, riuscendoci molto bene alle tipiche sonorità di Pat Martino, e Song for Elias, sentito omaggio a Wes Montgomery) che si amalgamano perfettamente con il resto del lavoro.

Il disco è quindi un omaggio articolato a queste influenze e combina la frenetica energia dell'Hard Bop con la profondità melodica ed armonica, caratteristiche del lavoro di Martino. Zacchia adotta e rielabora il concetto di Minor Conversion di Martino, creando così un linguaggio chitarristico personale e distintivo che permea tutto l'album.

Gli altri quattro brani che compongono la scaletta vedono il trio proporre, con un suono ben definito, The Days of Wine and Roses di Henry Mancini, How Insensitive di Antônio Carlos Jobim, Nuages di Django Reinhardt ed un arrangiamento per chitarra del brano Send in the Clowns di Stephen Sondheim, presente nel musical A Little Night Music.

Chitarra e hammond sugli scudi sostenuti da una vibrante e precisa sezione ritmica che da la giusta spinta propulsiva al disco.

L'album è stato registrato con cura presso il Fusion Music Studio di Monterotondo (RM), sotto la supervisione esperta di Federico Palmieri, che ha non solo gestito la registrazione ma anche il mixaggio e la masterizzazione. La scelta di questo studio rispecchia l'attenzione alla qualità sonora che permea l'intero progetto.

La copertina dell'album è stata realizzata dall'artista Francesco Pierotti, il cui lavoro visivo offre un'ulteriore dimensione alla musica contenuta nell'album, suggerendo un'estetica ed un'atmosfera visiva coerente con il suo contenuto.

Le fotografie presenti all'interno del CD sono state affidate a Simone Corda, che ha catturato momenti significativi durante il processo di registrazione dell'album.

Un modo completo di mettere insieme questo lavoro, che comprende sia l'attenzione al suono che alla presentazione visiva, e suggerisce un impegno totale nell'espressione artistica, creando un prodotto finale che si distingue non solo per la sua musica, ma anche per l'attenzione ai dettagli ed alla presentazione complessiva.

Un disco che mi sento di consigliare a tutti coloro che seguono il jazz e che, oltre ad amare la chitarra, hanno un debole per il suono dell’organo hammond.

Copertina del disco.


L’album, pubblicato dall’etichetta WOW Records, è disponibile in CD, digital download e streaming su tutte le principali piattaforme digitali.