Five Great Blues Guitarists by Hit Single Record

La copertina del disco raffigura un vecchio bluesman mentre suona la chitarra seduto su di una panchina.

 

Five Great Blues Guitarists

Per questa nuova compilation ho voluto rendere omaggio a 5 grandi compositori e chitarristi blues degli anni 50s e primi 60s che rispondono al nome di: B.B. King, Elmore James, John Lee Hooker, Lightnin' Hopkins e T-Bone Walker.

"Boom Boom" è una canzone scritta dal cantante e chitarrista blues americano John Lee Hooker e registrata nel 1961.

Sebbene sia diventata uno standard blues il critico musicale Charles Shaar Murray la definisce "la più grande canzone pop che abbia mai scritto".

"Boom Boom" è stato sia un hit R&B americano che un successo nelle classifiche pop nel 1962 e un successo tra i primi venti nel Regno Unito nel 1992.
Prima di registrare per la Vee-Jay Records John Lee Hooker era principalmente un solista o accompagnato da un secondo chitarrista, come i primi collaboratori Eddie Burns o Eddie Kirkland.

Tuttavia, con Vee-Jay, di solito registrava con una piccola band di supporto, come si sente nei singoli " Dimples ", "I Love You Honey" e "No Shoes".
Il tastierista di Detroit Joe Hunter che aveva precedentemente lavorato con Hooker, è stato nuovamente arruolato per la sessione di registrazione.
Hunter portò con sé "la crema dei sessionmen dell'etichetta Motown, in seguito conosciuti come i Funk Brothers ": il  bassista James Jamerson, il batterista Benny Benjamin, più il chitarrista Larry Veeder, il sassofonista tenore Hank Cosby
ed il sassofonista baritono Andrew "Mike" Terry . Sono stati descritti come "la band giusta" per "Boom Boom". Hooker aveva un senso del tempo unico, che richiedeva "sidemen di grandi qualità ritmiche".

Quando "Boom Boom" fu pubblicato come singolo nella primavera del 1962 divenne subito un successo.

Entrò nella classifica Billboard Hot R&B Sides il 16 giugno 1962, dove trascorse otto settimane e raggiunse il numero 16.
La canzone apparve anche nella Billboard Hot 100 , dove raggiunse la posizione numero 60. Fu incluso nell'album Burnin' dei Vee-Jay del 1962 e in molte compilation di Hooker, tra cui John Lee Hooker: The Ultimate Collection .
Hooker ha registrato diverse versioni successive.

Il gruppo rock inglese The Animals ha registrato "Boom Boom" per il loro album di debutto nel Regno Unito del 1964 The Animals.
La loro interpretazione blues-rock segue abbastanza fedelmente l'originale di John Lee Hooker, anche se aggiungono "shake it baby" come risposta al ritornello "come on and shake" nella sezione centrale tratto da "Shake It Baby" di Hooker (registrato durante il tour dell'American Folk Blues Festival del 1962 in Europa, dove divenne un successo nel 1963).

Nel corso degli anni, diverse versioni di "Boom Boom" sono state registrate da varie reunion degli Animals, nonché da ex membri come Eric Burdon ed Alan Price . Nel 2012 la versione originale del 1964 è stata utilizzata nel film Skyfall.

Buon ascolto !


L'immagine raffigura il bluesman John Lee Hooker mentre suona la chitarra.


Track List: 

01. Troubles, Troubles, Troubles - B.B. King

02. Standing at the Crossroads - Elmore James

03. Boom Boom - John Lee Hooker

04. Black Cadillac - Lightnin' Hopkins

05. Two Bones and a Pick - T-Bone Walker

06. My Own Fault, Darling - B. B. King

07. Mean and Evil - Elmore James

08. Lost a Good Girl - John Lee Hooker

09. See See Rider - Lightnin' Hopkins

10. Evil Hearted Woman - T-Bone Walker

11. Blues for Me - B. B. King

12. Sunnyland - Elmore James

13. Good Morning Lil' School Girl - John Lee Hooker

14. Smokes Like Lightning - Lightnin' Hopkins

15. Strollin' with Bones - T-Bone Walker

16. Rambler - B.B. King

17. I Was a Fool - Elmore James

18. Real Real Gone - John Lee Hooker

19. Let Me Play with Your Poodle - Lightnin' Hopkins

20. I'm Still in Love with You - T-Bone Walker

℗ Produttore Hit Single Records







#50prog72_02 – Metamorfosi / … E fu il sesto giorno

La copertina del disco ritre i componenti della band. La foto del cantante sullo sfondo a replicare l’immagine di Cristo, gli altri componenti in primo piano ed il titolo quasi non lasciano dubbi sul contenuto.

Di Alfredo Buonumori - Vivo Umbria 

#50prog72_02 – Metamorfosi / … E fu il sesto giorno

Secondo appuntamento con 50 dischi del prog dopo 50 anni dall’uscita.
All’interno dell’articolo il link per la playlist Youtube creata con l’album sul canale dell’associazione culturale Trasimeno Prog (non dimenticate di visitare il canale in ogni caso e di iscrivervi, se potete).

...E fu il sesto giorno”, pubblicato il 29 maggio del 1972, è l’album d’esordio dei romani Metamorfosi.

Il gruppo nasce sul finire degli anni sessanta, quando alla band I Frammenti si unisce il cantante e flautista siciliano Davide Spitaleri. All'epoca hanno in scaletta classici beat inglesi, ma alcuni degli ultimi concerti seguono la moda delle messe beat. L'arrivo di Spitaleri imprime al gruppo la svolta definitiva verso atmosfere spirituali. Nel 1971 registrano la loro prima canzone Colore dell'anima. 
Dopo la nuova denominazione il gruppo si propone ad alcune etichette per pubblicare il proprio materiale; sarà la Vedette a metterli sotto contratto e a dare alle stampe “...E fu il sesto giorno”. 
Già dalla copertina si intuisce dove il lavoro voglia indirizzarsi. La foto del cantante sullo sfondo a replicare l’immagine di Cristo, gli altri componenti in primo piano ed il titolo quasi non lasciano dubbi sul contenuto.
Nell’album emerge la voce di Spitaleri e le liriche ruotano attorno al tema della fragilità dell'uomo. 

Sette sono i brani che compongono il disco, dal carattere a sfondo religioso; solenne è l’apertura con il  brano “Il sesto giorno”, buona ritmica, tastiere e flauto in evidenza. La successiva “...E lui amava i fiori” ha un piglio forse maggiormente beat soprattutto nella parte iniziale. 
”Crepuscolo” è la traccia più lunga, circa nove minuti, con la batteria a formare un carattere tribale.
Le restanti “Hiroshima”, “Nuova luce”, “Sogno e realtà” ed “Inno di gloria” non si discostano troppo dal resto e in particolare le liriche sono un pò scontate con il tema religioso sempre ben presente.
Un album comunque importante perchè segna l’esordio di una formazione che con I lavori successivi, “Inferno” e “Paradiso” (pubblicato soltanto nel 2004), si imporrà all’attenzione degli appassionati. 

Dopo il fallimento della casa discografica e lo scioglimento nel 2009 Spitaleri accetterà l'invito del batterista Michi Dei Rossi a far parte del gruppo Le Orme. 
Il gruppo tornerà nel 2016 per la pubblicazione dell'album “Purgatorio” che completerà la trilogia iniziata negli anni '70. 

Nel 2021 hanno partecipato alla seconda edizione del Trasimeno Prog Festival.

La formazione che suona nell’album comprendeva: Jimmy Spitaleri, voce e flauto; Enrico Olivieri, tastiere e voce; Roberto Turbitosi, basso e voce; Mario Natali, batteri e percussioni; Luciano Tamburro, chitarra.

Buon ascolto.

#stayprog #iorestoprog #50prog72




20 Greatest Autumn Songs by Hit Singles Record

La copertina della compilation raffigura una strada in autunno con gli alberi ai due lati del colore tipico di quella stagione.

 

20 Greatest Autumn Songs

È arrivato l'autunno e allora eccovi una compilation stagionale come colonna sonora ideale per la stagione che stiamo vivendo.

Il brano che vorrei sottoporre alla vostra attenzione è "Autumn in New York", standard jazz composto da Vernon Duke a Westport, nel Connecticut, nell'estate del 1934.
Duke offrì il brano al produttore Murray Anderson per il suo Broadway musical Thumbs Up!
Lo spettacolo iniziò il 27 dicembre 1934 dove la canzone fu eseguita dal cantante J. Harold Murray.

Molte sono state le  versioni della canzone registrate nel corso degli anni da numerosi musicisti e cantanti.
L'unica a raggiungere il successo nelle classifiche come singolo negli Stati Uniti è stata quella di Frank Sinatra che ha raggiunto il numero 27 nel 1949.

Le versioni jazz sono state eseguite da The Hi Lo's, Charlie Parker, Billie Holiday, Bing Crosby, Stan Kenton, Sarah Vaughan, Sheila Jordan, Bill Evans, Tal Farlow, Ahmad Jamal, Buddy De Franco, Salvador Sobral, Al Haig,Diana Krall e una versione in duetto dei cantanti scozzesi Todd Gordon e Carol Kidd.

La canzone è stata registrata anche da Jo Stafford e da Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald come duetto

In questa compilation potrete ascoltare la stupenda versione che ne fece 
Billie Holiday.

Buon Ascolto !

L'immagine raffigura Billie Holiday mentre canta.


Track List:

01. A Sunday Kind Of Love - Dinah Washington
02. Autumn In New York - Billie Holiday
03. You Send Me - Sam Cooke
04. Autumn Serenade - The Modern Jazz Disciples
05. October in the Railroad Earth - Jack Kerouac
06. Autumn Leaves - Polly Bergen
07. I Get Along Without You Very Well - Chet Baker
08. School Day - Chuck Berry
09. Maple Leaf Rag - Tommy Dorsey & His Orchestra
10. September in the Rain - Julie London
11. October Winds - The Clancy Brothers & Tommy Makem
12. Falling Leaves - The New Glenn Miller Orchestra
13. September in the Rain - Russ Conway
14. See You in September - The Tempos
15. Autumn Nocturne - Herbie Mann
16. Try to Remember - Harry Belafonte
17. November Twilight - Julie London
18. Autumn in Rome - Dorothy Ashby, Frank Wess
19. La chanson de Prévert - Serge Gainsbourg
20. Early Autumn - The King Sisters

℗ Produttore Hit Single Records










#50prog72_01 – Osage Tribe / Arrow head

 L'immagine raffigura la copertina del disco con un disegno che raffigura una giovane indiana che lancia una freccia e, nello sfondo delle montagne e la ruota della fortuna.

Di Alfredo Buonumori - Vivo Umbria

Osage Tribe / Arrow head

Prende il via da oggi una rubrica con l’intento di ripescare tra i tantissimi dischi pubblicati in quegli anni di notevole fermento musicale, 50 dischi del prog o progressive rock, conosciuto ancora all’epoca come pop, dopo 50 anni dall’uscita.

La proposta, sia di lavori italiani che stranieri, è frutto di una ricerca legata tanto a nomi di primo piano che ad artisti meno conosciuti; dalla PFM, al Banco del Mutuo Soccorso, ai Matching Mole o ai Wishbone Ash, giusto per accennare qualche nome.
All’interno dell’articolo ogni volta troverete il link per la playlist Youtube creata con l’album all’interno del canale dell’associazione culturale Trasimeno Prog (non dimenticate di visitare il canale in ogni caso e di iscrivervi, se potete), corredato da una descrizione per il lavoro in oggetto.

Arrow head”, pubblicato nel 1972, è l’album d’esordio degli Osage Tribe.

Strana è la storia di questa formazione: il gruppo vede infatti la luce nel 1971per opera del giovane siciliano Franco Battiato a cui si uniscono il batterista Nunzio “Cucciolo” Fava (in seguito con i “Dik Dik”), il cantante e chitarrista Marco Zoccheddu ed il bassista Bob Callero (entrambe formeranno di lì a poco i “Duello Madre”).

Battiato però lascia il gruppo prima dell’incisione dell’album e firmando solo il brano d’apertura “Hajenhanhowa”.

Il gruppo avevo inciso nel 1971 il 45 giri “Un falco nel cielo” – dove Battiato era ancora presente alla voce - che diverrà noto quale sigla del programma per ragazzi del pomeriggio televisivo; stiamo parlando della trasmissione “Chissà chi lo sa” condotta da Febo Conti; malgrado il successo il brano non sarà inserito nell’album.

Così come il singolo “Arrow head”, che viene pubblicato dall’etichetta Bla Bla, contiene 5 tracce abbastanza lunghe. Si inizia come detto sopra con l’unico brano che vede coinvolto Battiato “Hajenhanhowa, che a distanza di anni si dimostra molto avanti come costruzione - tanto musicale, dove Zoccheddu si destreggia benissimo, che del testo, sorta d’invocazione che oggi si potrebbe quasi definire rap.

La title rack “Arrow head” così come la successiva “Cerchio di luce” hanno connotati quasi hard rock ed i testi visionari si fondono bene alle sonorità proposte.

Soffici bianchi veli” ha una lunga e gradevole introduzione strumentale che prosegue sulla scia del rock con la chitarra ancora in primo piano e la ritmica basso batteria precisa e convincente.

Il disco si conclude con un altro brano, “Orizzonti senza fine”, gradevole, ben eseguito e che dimostra, un pò come tutto l’album, ancora una buona validità.

Nella versione in CD del 1994 sono state incluse due bonus tracks, il singolo “Un falco nel cielo” e la versione inglese “Prehistoric sound”, che inseriamo per completezza.

Il nome Osage Tribe ha fatto nuovamente la sua apparizione nel 2013 – sempre formato da “Cucciolo” e Callero oltre che dal chitarrista Mattia Tedesco - per la pubblicazione di “Hypnosis”; l’album, al quale partecipano diversi altri musicisti, contiene nuovo materiale, riprende alcuni brani dell’album del 1972 e cover di Grand Funk, Deep Purple e Blind Faith ma ottiene scarsa visibilità.

La formazione che suona nell’album comprendeva: Marco Zoccheddu, voce, chitarra e tastiere; Bob Callero; basso e voce; Nunzio “Cucciolo” Fava, batteria e voce

Buon ascolto.

#stayprog #iorestoprog #50prog72


Ascolta il disco






News: Julia and The Roofers - Killed by Fate

l'immagine mostra il cd con in copertina il viso di una ragazza abbastanza dark.

Udite, Udite !

Wine and Fog, disponibile il nuovo album di Julia and The Roofers.

E’ finalmente uscito ufficialmente l'album "Killed by Fate" di Julia and The Roofers prodotto da Wine and Fog Productions e distribuito da Wine and Fog Distro.

Se vi piace il doom intriso di rock'n'roll e le tematiche occulte, questo album fa per voi!

Lo potete trovare nelle versioni Digipack e Jewel-Case.

Un ringraziamento particolare per questa piccola perla del Doom va a Moladori Giulia, Red Balda e Ranza.

Per info contattare: anna.abbona@virgilio.it




 

Five Great Jazz Pianists by Hit Singles Record

La copertina del disco mostra un vecchio pianoforte verticale con sopra uno spartito.

 

Five Great Jazz Pianists


In questa nuova compilation ci occupiamo di 5 grandi pianisti della storia del jazz che rispondono al nome di: Bill Evans, Oscar Peterson, Bud Powell, Horace Silver e Ahmad Jamal.

Vorrei soffermarmi su Bill Evans che tanto ha dato all'evoluzione del jazz con tutte le contaminazioni che ha saputo mettere nelle sue composizioni e nel suo stile come pianista.

William John Evans (16 agosto 1929-15 settembre 1980) è stato un pianista e compositore jazz americano che ha lavorato principalmente come leader di un trio.

Il suo uso dell'armonia impressionista, l'interpretazione del repertorio jazz tradizionale, gli accordi a blocchi e le linee melodiche "cantanti" ritmicamente indipendenti, continuano ad influenzare i pianisti jazz di oggi.

Evans è cresciuto a North Plainfield, nel New Jersey, figlio di Harry e Mary Evans.

Suo padre era di origine gallese e gestiva un campo da golf; sua madre era di origini ucraine e discendeva da una famiglia di minatori di carbone. 

La vita in famiglia fu molto problematica a causa del forte alcolismo, gioco d'azzardo e abusi di suo padre. Bill aveva un fratello, Harry, di due anni più grande di lui, con il quale era molto legato.

Nato a Plainfield, New Jersey, Stati Uniti, si è formato classicamente alla Southeastern Louisiana University e alla Mannes School of Music a New York City dove si è specializzato in composizione e ha ricevuto il Diploma di Artista.

Nel 1958  Evans si unì al sestetto di Miles Davis che nel 1959, immerso nel jazz modale, incise Kind of Blue, l'album jazz più venduto di sempre.

Alla fine del 1959, Evans lasciò la band di Miles Davis e iniziò la sua carriera come leader con il bassista Scott LaFaro e il batterista Paul Motian, un gruppo ora considerato moderno e seminale.

Nel 1961, due album furono registrati durante periodo al Village Vanguard jazz club di New York, Sunday at the Village Vanguard e Waltz for Debby. Tuttavia, dieci giorni dopo la fine di questa registrazione LaFaro morì in un incidente d'auto.

Dopo mesi di isolamento, Evans è ritornato sulle scene musicali con un nuovo trio, comprendente il bassista Chuck Israels.

Nel 1963, Evans registrò Conversations With Myself, un album solista prodotto con la tecnologia della sovraincisione. Nel 1966 conobbe il bassista Eddie Gómez, con il quale lavorò per i successivi 11 anni.

Durante la metà degli anni '70 Bill Evans ha collaborato con il cantante Tony Bennett a due album acclamati dalla critica: The Tony Bennett - Bill Evans Album (1975) e Together Again (1977).

Molte delle composizioni di Evans, come " Waltz for Debby " sono diventate standard, suonate e registrate da molti artisti. Evans ha ricevuto 31 nomination ai Grammy e sette premi ed è stato inserito nella DownBeat Jazz Hall of Fame.

Il 15 settembre 1980, Evans, che era stato a letto per diversi giorni con dolori allo stomaco nella sua casa di Fort Lee, fu accompagnato da Joe LaBarbera e Verchomin al Mount Sinai Hospital di New York City, dove morì quel pomeriggio.

La causa della morte è stata una combinazione di ulcera peptica, cirrosi, polmonite bronchiale ed epatite non trattata.

L'amico di Evans, Gene Lees , ha descritto la lotta di Evans con la droga come "il suicidio più lungo della storia".


L'immagine mostra un giovane Bill Evans.


Track List:

01. Interplay - Bill Evans

02. Hymn to Freedom - Oscar Peterson

03. Danceland - Bud Powell

04. Blowin' the Blues Away - Horace Silver

05. Ahmad's Blues - Ahmad Jamal

06. Five - Bill Evans

07. Lester Leaps In - Oscar Peterson

08. Down with It - Bud Powell

09. Break City - Horace Silver

10. Seleritus - Ahmad Jamal

11. Waltz for Debby - Bill Evans

12. Night and Day - Oscar Peterson

13. Tempus Fugue-It (Tempus Fugit) - Bud Powell

14. Stop Time - Horace Silver

15. Tater Pie - Ahmad Jamal

16. Ill Wind - Oscar Peterson

17. The Rain in Spain - Oscar Peterson

18. Crossin' the Channel - Bud Powell

19. Room 608 - Horace Silver

20. Aki Ukthay - Ahmad Jamal

℗ Produttore Hit Single Records









Five Great Jazz Trumpeters - Various Artists by Hit Singles Record

L'immagine di copertina mostra la siluette di un trombettista al tramomonto


Five Great Jazz Trumpeters 


Per la nuova uscita di Hit Single Record dedicata a 5 grandi trombettisti che rispondono al nome di: Lee Morgan, Roy Eldridge, Art Farmer, Blue Mitchell e Kenny Dorham vorrei soffermarmi sulla traccia che apre il disco ""A Night in Tunisia" quì eseguita dal trombettista Lee Morgan.

Ma andiamo per ordine e scopriamo qualcosa su questo famoso brano.

"A Night in Tunisia" è uno standard jazz composto da Dizzy Gillespie e Frank Paparelli nel 1942 durante la permanenza di Gillespie nella jazz band di Earl Hines anche se Frank Papparelli appare ufficialmente nei crediti per la composizione, Gillespie sostenne che il suo contributo fu unicamente quello della trascrizione del pezzo.
Il brano è anche conosciuto come "Interlude" e sotto questo titolo è stato inciso (in una versione cantata) da Sarah Vaughan e Anita O'Day.

Gillespie stesso chiamava la canzone "Night in Tunisia" anche se molto spesso la composizione viene indicata come "A Night in Tunisia" ma il titolo corretto vero e proprio sarebbe Night in Tunisia.

Il brano, divenuto un classico, è apparso come title track di almeno 30 dischi ed è incluso in circa 500 album in svariate versioni.

Nel gennaio 2004, Il brano, nella versione incisa da Dizzy Gillespie & His Sextet nel 1946 per la Victor, è stato introdotto nella Grammy Hall of Fame.

La versione che ascoltiamo in questa compilation è quella del trombettista Lee Morgan che uscì come singolo nel 1957 e che fu divisa nelle due facciate del 45 giri 
col titolo di A Night In Tunisia, Part 1 e A Night In Tunisia, Part 2.

Track List:

01. A Night in Tunisia - Lee Morgan
02. Christopher Columbus - Roy Eldridge
03. Wisteria - Art Farmer
04. Hip to It - Blue Mitchell
05. Afrodisia - Kenny Dorham
06. Heavy Dipper - Lee Morgan
07. Heckler's Hop - Roy Eldridge
08. Pre Amp - Art Farmer
09. Blues on My Mind - Blue Mitchell
10. Sunrise in Mexico - Kenny Dorham
11. Fire - Lee Morgan
12. After You've Gone  - Roy Eldridge
13. Naima - Art Farmer
14. West Coast Blues - Blue Mitchell
15. Blue Spring - Kenny Dorham
16. Take Twelve - Lee Morgan
17. High Society - Roy Eldridge
18. Soft Shoe - Art Farmer
19. The Head - Blue Mitchell
20. Philly Twist - Kenny Dorham

℗ Produttore - Hit Single Records












 

News: Twenty Four Hours – Ladybirds (Andromeda Relix)

L'immagine raffigura i componenti della band in una posa piena di ilarità


 Twenty Four Hours – Ladybirds 


Esce, il 30 Settembre "Ladybirds", il nuovo disco dei baresi Twenty Four Hours che segue  il fortunato ed apprezzato, da pubblico e critica, doppio cd Close - Lamb - White - Walls (Musea) del 2018.

L'alchimia musicale del gruppo rimane sempre quella che ben conosciamo fatta da un mix ben congeniato di rock progressivo, psichedelia ed art rock ma con la novità che in ben quattro brani il cantato è in italiano, cosa questa, anticipata già dal singolo “Aiutòla” uscito l'anno scorso.

L'altra novità è la presenza del sassofonista Ruggero Condó che ben si integra col gruppo e dà maggior enfasi a quel tocco floydiano che tanto ci piace. 

Ho avuto la fortuna di ascoltare in anteprima il lavoro e devo dire, che anche questa volta, hanno centrato il bersaglio. Il sound è fresco ed attuale e può piacere ad un ampia platea di ascoltatori in quanto la melodia è sempre ben presente e ci accompagna in un viaggio sonoro molto vario che abbraccia più stili musicali e che la bravura e la capacità compositiva (sono attivi da 34 anni) dei nostri assicura qualità a tutto il lavoro.

Anche le tematiche espresse dai testi sono molto attuali e tengono conto di quanto successo negli ultimi anni con la pandemia ed ora la guerra ... lasciamo che siano loro a spiegarci meglio le tematiche del disco.

 "Se ci pensiamo un attimo, il valore della vita è stato profondamente attaccato e sminuito in questi ultimi tre anni poiché pandemia e guerra ci hanno sbattuto in faccia il loro aspetto meno accettabile e al contempo più naturale, ovvero la morte. E di conseguenza, anche il ruolo dell’amore è stato profondamente ridimensionato, talora appiattendosi per costrizione o, al contrario, esplodendo incontrollato, in tutta la sua forza; una sorta di coincidenza degli opposti e conseguente perdita del suo enorme potere. Entrambi devono riacquistare l’equilibrio e il ruolo che si erano conquistati in era pre-pandemica; e questo nuovo album  vuole essere un augurio in tal senso".

Tutte le 10 tracce che compongono il lavoro sono di ottimo livello compositivo e strumentale e consiglio di ascoltarle nel suo ordine originale e magari, ma toglierei il "magari" ascoltatale più volte e vedrete che ogni volta scoprirete dei passaggi, soluzioni armoniche e spunti che magari vi eravate persi con gli ascolti precedenti.

Lascio a voi la scoperta dei singoli brani che sono tutti di alto livello con menzione solo a "Incantesimo K - 44" che per il sottoscritto è una delle vette dell'album col suo tempo pacato e condotto dal bel piano di Marco Lippe e della chitarra molto suggestiva di Antonio Paparelli.

Secondo chi scrive, il loro lavoro migliore per qualità compositiva, varietà stilistica, strumentale e degli arrangiamenti.

Insomma un gran bel disco che, come ho scritto sopra, saprà conquistare un folto pubblico di ascoltatori che amano la musica non scontata e di qualità.


Formazione:

Paolo Lippe: Keyboards, Vocals, Bassline, Ukulele, Virtual Drums and Creative Mixing.

Antonio Paparelli: Lead Electric and Acoustic Guitar

Marco Lippe: Drums, Percussion, Rototoms, Vocals

Ruggero Condò: Tenor and Soprano Saxophones

Paolo (Bass) Sorcinelli: Bass, Classical and Electric Guitar

Elena Lippe: Vocals

Guest Musician:

Francesco D’Orazio plays a 1711 Guarneri Violin on “Hypocrite and Slacker God”


"Per quanto riguarda la scelta dei suoni e degli arrangiamenti, dopo l'esperienza di produzione veneta con Andrea Valfrè, si è deciso di tornare alle origini (The Smell of The Rainy Air, Oval Dreams) con un'autoproduzione condotta da Paolo, ma che ha coinvolto in un estenuante lavoro di confronto per qualsiasi scelta produttiva, tutti i componenti in egual misura". Le delicate fasi di registrazione e di mixing sono state condotte con i medesimi criteri degli album precedenti, preservando il più possibile la naturalezza timbrica e la dinamica. Il mixaggio, tutto digitale, è stato effettuato da Maggio a Luglio 2022, con il preziosissimo aiuto di 2 grandi professionisti del settore audio: Fabio Serra e Dario Ravelli (quest'ultimo ha curato anche la fase di mastering), già collaboratori con progetti paralleli di Elena e Marco (Feronia, Nirnaeth), mentre Andrea Valfrè ha mixato in analogico il singolo  "Unexpected Results".


Track List:

01. Crevasses and Puddles

02. Una Perla Vive Nascosta Tutta La Vita.

03. Unexpected Results

04. Ghost pension

05. Why Should I Care For Strangers !

06. Permanent War

07. Incantesimo K - 44

08. Eterno Grembo che Dona

09. Caroline

10. Hypocryte and Slacker God


L'immagine di copertina mostra un quadro di marco Lippe che rappresenta un cantante lirico che balla il twist mentre il Re Zanzara è sul suo trono.


Link Youtube


Five Great Female Country Vocalists by Hit Singles Record

L'immagine della copertina mostra una giovane ragazza che con cappello da cow boy  e chitarra posa in un ambiente campestre


Five Great Female Country Vocalists

 

Questa nuova compilation è dedicata alla musica country e, nello specifico, alle autrici ed interpreti del gentil sesso.

Siamo, come sempre, nel passato di questo genere e prima di essere contaminato dal rock. Quindi partiamo dagli anni '40 per arrivare ai primi anni '60.

Ho voluto omaggiare cinque cantanti americane molto famose nel periodo sopra citato ovvero Patsy Cline, Brenda Lee, Kitty Wells, Jean Shepard e Wanda Jackson.

Potrete ascoltare così una selezione che vede ogni artista presente con cinque brani.

Bene, allora vorrei portare alla vostra attenzione due brani: "Walking After Midnight" interpretato da Patsy Cline e "Waltz of the Angels" interpretato da Jean Shepard.

"Walking After Midnight" è una canzone scritta da Alan Block e Don Hecht nel 1954  dopo essersi assicurati un contratto di scrittura di canzoni con la Four Star Records.

Restava solo da capire a chi far interpretare la canzone tra gli interpreti dell'etichetta. La scelta cadde su Patsy Cline dopo che Hecht la sentì cantare.

Nel Gennaio  1957 la Cline eseguì il brano per un episodio del programma televisivo della CBS "Arthur Godfrey's Talent Scouts" ottenendo un grande successo da parte degli spettatori cosa che portò a registrare subito il brano come singolo l'11 Febbraio 1957 raggiungendo il numero 2 nella classifica della musica country di Billboard e il numero 12 in la sua classifica pop.

Patsy Cline è stata una cantante americana.

È considerata una delle cantanti più influenti del 20° secolo ed è stata una delle prime artiste di musica country a passare alla musica pop.

La Cline ha avuto diversi grandi successi durante i suoi otto anni di carriera discografica, inclusi due successi numero uno nella classifica Billboard Hot Country e Western Sides . 

 "Waltz of the Angels", interpretato quì da Jean Shepard, è un brano scritto da Dick Reynolds e Jack Rhodes e registrato dalla Jackson nel Febbraio del 1961 ed inclusa nel suo album Got You on My Mind dello stesso anno.

La prima versione fu incisa da Wynn Stewart l'8 Febbraio del 1956 al Capitol Recording Studio, situato a Hollywood, California.

Jean Shepardè stata una cantautore americana honky-tonk.

Ha pubblicato un totale di 73 singoli nella classifica Hot Country Songs, uno dei quali ha raggiunto il primo posto.

Ha registrato, anche, un totale di 24 album in studio tra il 1956 e il 1981 ed è diventata membro dei Grand Ole Opry nel 1955. 



 

 



News: Stefano Conforti Quintet - Different Moods Omaggio A Yusef Lateef (Notami Jazz) - 2022

L'immagine mostra il musicista Stefano Conforti mentre suona il sax.

 

Stefano Conforti Quintet - Different Moods Omaggio A Yusef Lateef


Nell’ultimo periodo ho ricevuto parecchi dischi (cd) di jazz, alcuni dei quali parecchio interessanti. Recente è la mia recensione del notevole “Freedom Rhythm” di Giovanni Angelini ma oggi vi vorrei sottoporre il notevole progetto “ Different Moods Omaggio A Yusef Lateef” dello Stefano Conforti Quintet. 

 

 Youfef Lateef, polistrumentista e compositore jazz americano, attivo dagli anni 50 agli anni 90 del secolo scorso, ha influenzato lo stile Jazz con la Word Music, grazie anche all’inserimento di strumenti etnici provenienti dall’Africa come lo Shofar, il Koto, il Flauto Bamboo ed altri. Si affaccia nella scena musicale americana suonando il sax tenore nell’orchestra di Dizzy Gillespie". 
"Nel 1956 inizia a registrare come solista con una formazione a suo nome per la Savoy Records. Come altri suoi colleghi di quel periodo si converte all’Islam ed avvia un cammino musicale e spirituale che lo porterà ad una ricerca sonora personale coniando per descrivere la propria musica il termine “Autophysiopsychic”. Come detto all’inizio è stato un polistrumentista, suonando prevalentemente sax tenore , flauto , oboe”.

Stefano Conforti, polistrumentista (suona sax tenore e soprano, flauto ed oboe), rende omaggio al musicista afroamericano proponendo otto tracce scelte dai vari periodi della vita artistica di Yusef Lateef e lo fa accompagnato dal suo quintetto formato, oltre da lui, da Doriano Narcucci (Trombone, Chitarra Acustica, Percussioni e Didgeridoo), Tonino Monachesi (Chitarra Elettrica), David Padella (Contrabbasso e Basso Elettrico) e Roberto Bisello (Batteria).  

Il risultato che ne esce è molto affascinante ed abbraccia vari sentieri musicali come d’altronde fece il musicista di Detroit e che, la capacità esecutiva del gruppo di Conforti, rende meravigliosamente bene, aggiungendo un marchio di attualità a tutti i brani. 

Un’ album intenso, emotivo che, secondo chi scrive, raggiunge il suo picco con la stupenda ballad “Spartacus” e con nella prima traccia dell'album “The Golden Flute” dove il jazz incontra il soul marchiato da un certo gusto esotico e dalla world music.

Ma tutte le tracce che compongono il disco sono piene di grande musica che lascio a voi scoprire ed interpretare.

Se vi piace il jazz, quello contaminato dai mille sapori del mondo, se vi piace Youfef Lateef lasciatevi allora trasportare dalle splendide note che lo Stefano Conforti Quintet ci regala.

Inciso per la Notami Jazz, il disco è stato registrato tra lo Studio Ganapati e lo Studio Potemkin, entrambi nel Maceratese.


L'immagine di copertina mostra un disegno con tonalità verdi su sfondo bianco.

 


Track List:

01. The Golden Flute

02. Metaphor

03. Yusef''s Mood 

04. Spartacus

05. Road Runner

06. Snafu

07. Don't Bame Me (solo trascription)

08. Belle isle 

 

Ascolta su Youtube The Golden Flute 

News: Aura - Underwater (My Kingdom Music) 2022

L'immagine presenta i quattro componenti della band Aura

 

Aura - Underwate


Esce il 30 settembre "Underwater", quarto album in studio della prog band italiana AuraL'ultimo loro disco pubblicato è stato "Noise", ben accolto da critica e pubblico e risale a sette anni fa.
Il loro stile musicale richiama il prog metal molto articolato con continui cambi di tempo ed atmosfere.

La band è composta da Angelo Cerquaglia al basso, Giovanni Trotta alla batteria ed alla voce, Giuseppe Bruno alle chitarre e da Francesco Di Verniere alle tastiere ed al synth.

Le composizioni quindi risultano di ottimo livello così come lo è la perizia strumentale della band.

Ottimo uso delle tastiere ed inserti chitarristici sempre misurati e ottimo livello...la sezione ritmica lavora alla grande e lascia una grande impronta su tutto il lavoro.
La melodia comunque è sempre al centro delle canzoni e questo rende il disco accessibile anche a chi non frequenta normalmente il progressive ed il metal.

Dieci sono i brani proposti che possono portare alla mente gruppi come i Porcupine Trees, Opeth e Leprous ma loro suonano freschi ed attuali ed il menù che propongono non è assolutamente derivativo ma, partendo dalle loro esperienze d'ascolto, lo proiettano nel presente.

Esempio ne è "Promise", secondo singolo uscito in questi giorni che mescola molto bene il lato metal con il pop di qualità.

Insomma da quanto ho potuto ascoltare mi sento di consigliarvi questo lavoro che presenta dieci brani tutti di livello e la chicca dell'ultima traccia che non voglio svelarvi per non rovinarvi la sorpresa.

Molto bella l'immagine di copertina realizzata da Annalisa Di Verniere.


L'immagine della copertina di Underwater degli aura raffigura, con un bel disegno, un volto di donna che guarda verso il basso.


Aspettiamo allora il 30 Settembre per poter mettere nel nostro lettore questo bel disco.

 

Five Giants Of Jazz by Hit Singles Record

La copertina mostra due ragazze mentre sfogliano dei vecchi dischi.

 

Five Giants Of Jazz


Volevo introdurre la nuova compilation jazz con una finestra sul famoso brano "Giant Steps" del grande John Coltrane.

"Giant Steps" è una composizione jazz del sassofonista americano John Coltrane ed è stata registrato nel 1959 e pubblicata, dalla Atlantic Records, nell'omonimo album di Coltrane nel 1960.
I musicisti che hanno preso parte alla registrazione sono: John Coltrane al sax tenore, Paul Chambers al contrabbasso, Tommy Flanagan al piano e Art Taylor alla batteria.

Esistono quattro versioni rilasciate di "Giant Steps" dalle sessioni originali di Coltrane del 1959 poi raccolte nell'edizione CD Atlantic Masters di Giant Steps pubblicata nel 1998.

Due versioni, catalogate come versioni alternative 1 e 2, presentano Cedar Walton al piano e Lex Humphries alla batteria e furono registrate il 26 marzo 1959.
Il 5 maggio 1959, invece, furono registrate due versioni aggiuntive con Tommy Flanagan al piano e Art Taylor alla batteria.
Una delle due versioni della take 5 è diventata la traccia principale dell'album originale.
Tutte le registrazioni sono state effettuate presso gli Atlantic Studios di New York.

"Giant Steps" è stato interpretato da numerosi artisti, tra cui Archie Shepp e Max Roach in The Long March (1979)
e Henry Butler nel suo album di debutto Fivin' Around (1986).
Secondo AllMusic, Buddy Rich e McCoy Tyner sono gli artisti che hanno registrato il maggior numero di volte questo brano.
Una cover di Joey Alexander è stata nominata per il miglior assolo di jazz improvvisato alla 58a edizione dei Grammy Awards.

La composizione è popolare tra i musicisti di jazz latino, essendo stata interpretata da Jorge Dalto, Gonzalo Rubalcaba, Justo Almario & Alex Acuña e Paquito D'Rivera.
La versione di D'Rivera è stata pubblicata su Funk Tango, che ha vinto il Grammy Award come miglior album di jazz latino nel 2008.

Track List:

01. Green Haze - Miles Davis
02. Summertime - Bill Evans Trio
03. Giant Steps - John Coltrane
04. Chasin' the Bird - Charlie Parker
05. Gee, Baby, Ain't I Good to You - Art Blaket & The Jazz Messengers
06. Down - Miles Davis
07. Five - Bill Evans
08. Straight Street - John Coltrane
09. Cosmic Rays - Charlie Parker
10. Sweet 'N' Sour - Art Blakey and The Jazz Messengers
11. Miles Ahead - Miles Davis
12. Waltz for Debby - Bill Evans
13. Mr. Day - John Coltrane
14. Chi-Chi - Charlie Parker
15. The Sacrifice - The Art Blakey Percussion Ensemble
16. Flamenco Sketches - Miles Davis
17. Blue in Green - Bill Evans Trio
18. Countdown - John Coltrane
19. Scrapple from the Apple - Charlie Parker
20.Obirin African - Art Blakey










News: 21 Grams - Privative Alpha (Areasonica Records)

Album 21 Grams di Privative Alpha con bilancia antica che pesa i grammi dell'anima.


21 Grams - Privative Alpha

In uscita il 16 Settembre, per l'etichetta Areasonica Records, l'album "21 Grams" del progetto Privative Alpha sotto il cui nome si cela il compositore e chitarrista savonese  Daniele Ferro.

Si tratta di un concept sul peso dell'anima (appunto di 21 grammi).

Sette tracce per sette personaggi dove ognuno di loro affronta la fine in modo diverso.

In ambito musicale siamo al cospetto di un lavoro di rock progressivo molto fresco ed attuale che non disdegna momenti più pop rock e di hard rock sempre di alto livello qualitativo. Daniele Ferro è, inoltre, aiutato da una serie di musicisti di assoluta bravura.

Testi e Musiche a cura di Daniele Ferro.

"21 Grammi, ossia il peso dell’anima. Ed ognuno dei 7 personaggi ritratto nel capitolo a lui dedicato affronta la sua fine in modo diverso, come in modo diverso essi hanno affrontato la loro vita. Così il soldato, la madre, la moglie devota, il religioso, il matto, la persona immobilizzata dalla malattia ed il figlio assumono la forma di stereotipo a cavallo tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere dopo, che assume forme diverse a seconda delle proprie credenze e del proprio approccio alla vita. Ogni episodio segue l’emozione del protagonista fornendogli una colonna sonora che si interseca con le parole dei testi a descrivere come l’amore, l’odio la paura e la gioia non siano altro che parti di un tutto che ci rende ciò che siamo e che ci tende a ciò che vorremmo essere".




TRACKLIST E CREDITI

-My 21 Grams intro strumentale Orchestrazione e tastiere Daniele Ferro

-SOLDIER (Too far from home) Drums: Maurizio De Palo - Bass: Sonia Miceli - Keyboards: PJ Abba - Guitars: Daniele Ferro - Vocals: Andrea Garbarini

-OUTCAST (Blame the fool) Drums: Maurizio De Palo - Bass: Sonia Miceli - Keyboards: Simone Campete - Guitars: Daniele Ferro - Vocals: Luca Cristiani

-WIFE (Reunification) Drums: Maurizio De Palo - Bass: Sonia Miceli - Keyboards: PJ Abba - Guitars: Daniele Ferro - Vocals: Francesca Marotta

-SON (SIlence between us) Drums: Maurizio De Palo - Bass: Sonia Miceli - Keyboards: Simone Campete - Guitars: Daniele Ferro - Vocals: Davide Crisafulli

-MOTHER (A new flower) Drums: Maurizio De Palo - Bass: Sonia Miceli - Keyboards: PJ Abba - Guitars: Daniele Ferro - Vocals: Cristina Di Bartolo

-PRIEST (Soulfly) Drums: Maurizio De Palo - Bass: Sonia Miceli - Keyboards: PJ Abba - Guitars: Daniele Ferro - Vocals: Ivan Gallici

-IMMOBILIZED (Make her fly) Drums: Maurizio De Palo - Bass: Sonia Miceli - Keyboards: Simone Campete - Guitars: Daniele Ferro - Vocals: K


L'album è in pre-order su Itunes a partire dal 02/09/2022. Il CD è in vendita in esclusiva sul CD Store online di Openmusic. Il formato CD comprende il booklet di 16 pagine con tutti i testi di questo concept-album.


20 Great Vocal Jazz Standards Vol.1 by Hit Singles Record

La copertina della compilation ritrae cantante di colore degli anni '50.

 

20 Great Vocal Jazz Standards


La musica, quella bella, intensa, fatta col cuore e con passione non ha tempo, la continueremo ad ascoltare come fosse la prima volta anche se è stata registrata 60 anni fa.
Allora perchè non lasciarsi trasportare dalle emozioni che certi brani sanno ancora procurarci.

Lo facciamo con una compilation che si immerge nelle splendide voci che hanno reso grande il canto nel jazz.

Se c'è una canzone manifesto di questo inconfondibile stile questa è "Strange Fruit"
il cui testo e la musica è stata scritta da Lewis Allan e che vede la splendida voce di  Billie Holiday come assoluta protagonista avendola registrata nel 1939.
Il testo del brano fu preso da una poesia di Abel Meeropol pubblicata nel 1937. Il brano è un inno di protesta dei neri d'America contro i linciaggi subiti nel su degli Stati Uniti ed è una delle prime espressioni del movimento per i diritti civili.
Strange Fruit è diventata un simbolo per "linciaggio" infatti "lo strano frutto" di cui si parla nella canzone è il corpo di un nero che penzola da un albero.
Il testo della canzone è nato come una poesia scritta dallo scrittore, insegnante e cantautore ebreo-americano Abel Meeropol, sotto lo pseudonimo di Lewis Allan.
Nella poesia, Meeropol ha espresso il suo orrore per i linciaggi, ispirandosi alla fotografia di Lawrence Beitler del linciaggio nel 1930 di Thomas Shipp e Abram Smith a Marion, Indiana.
Billie Holiday eseguì per la prima volta la canzone al Café Society nel 1939. Disse che cantarla la rendeva timorosa di ritorsioni ma, poiché il testo le ricordava suo padre, continuò a proporla, rendendola una parte fondamentale dei suoi spettacoli.
La Holiday registrò il brano due volte, uno nel 1939 e poi nel 1944 sempre per la Commodore Records. La prima registrazione fu molto apprezzata e raggiunse il milione di copie vendute.

Importanti cover del brano sono state eseguite da Nina Simone, René Marie, Jeff Buckley, Siouxsie and the Banshees, Dee Dee Bridgewater, Josh White, UB40,  Bettye LaVette e Edward W. Hardy.

Buon ascolto.

Track List:

01. Let's Do It (Let's Fall in Love) - Ella Fitzgerald and Louis Armstrong
02. Strange Fruit - Billie Holiday
03. Summertime - Nina Simone
04. Night and Day - Anita O'Day
05. Black Coffee - Peggy Lee
06. The End of a Love Affair - Frank Sinatra
07. God Bless the Child - Aretha Franklin
08. What a Difference a Day Made - Julie London
09. The Very Thought of You - Sarah Vaughan
10. My Funny Valentine - Dinah Shore
11. Stormy Weather (Keeps Rainin' All the Time) - Jackie Wilson
12. Mack The Knife - Bobby Darin
13. Teach Me Tonight - Ann Margret
14. You Don't Know What Love Is - Dinah Washington
15. Prelude To A Kiss - Connie Russell
16. Don't Explain - Janet Blair
17. Body And Soul - Morgana King
18. How High The Moon - Morgana King
19. Someone to Watch Over Me - Polly Bergen
20. You've Changed - Frankie Laine









 
 




20 Great Vocal Group Songs by Hit Singles Record

Immagine di copertina che mostra gruppo vocale di colore.
 

20 Great Vocal Group Songs

"As Time Goes By"è stata scritta da Herman Hupfeld  per il musical di Broadway Everybody's Welcome , inaugurato il 31 ottobre 1931.
Nello spettacolo originale, era cantata da Frances Williams. Fu registrata per la prima volta da Rudy Vallée il 25 luglio 1931 per la Victor Records , poi anche da Jacques Renard e dalla sua Orchestra per la Brunswick Records e Fred Rich.
La canzone ha raggiunto la seconda posizione nello speciale AFI 100 Years...100 Songs (elenco delle 100 migliori canzoni del cinema americano del ventesimo secolo).

Tutti noi la ricordiamo perchè è stata usata nel film Casablanca del 1942 dove è stata cantata da Sam, interpretato da Dooley Wilson.
L'accompagnamento al pianoforte di Sam è stato suonato da Jean Vincent Plummer, un pianista in studio. La ​​melodia si sente per tutto il film come leitmotiv.
Wilson non fu in grado di effettuare una registrazione commerciale della canzone in quel momento a causa dello sciopero dei musicisti del 1942-1944 così la RCA Victor dovette ristampare la registrazione del 1931 di Rudy Vallée e, dopo 11 anni dalla sua prima pubblicazione la ristampa divenne una hit mondiale.

La canzone è stata interpretata anche da Jimmy Durante, Louis Armstrong, Frank Sinatra, Nancy Sinatra, Harry Nilsson, Vera Lynn e Bryan Ferry ma anche dai The Platters, presenti in questa compilation, con la loro versione che uscì nel 1962 nell'album All Time Movie Hits.

Troverete quì una selezione di brani interpretati da parecchi vocal group molto in voga in America negli anni '40 e '50.

Track List:

01. I'll Love You Till I Die - The Pirates
02. Paper Doll - The Mills Brothers
03. Rum And Coca Cola - The Andrews Sisters
04. Check Yourself - The Temptations
05. Out Of Nowhere - The Four Freshmen
06. As Time Goes By - The Platters
07. Moonglow - The Coasters
08. He's Gone - The Chantels
09. Goodnight Sweetheart - The Flamingos
10. I'm A Pilgrim - Soul Stirrers
11. If I Could Be Loved by You - The Clovers
12. Operator - Gladys Knight And The Pips
13. Baby Don't Go - The Supremes
14. When I'm with You - The Moonglows
15. Lower The Flame - The Shirelles
16. Just One More Chance - Hank Ballard And The Midnighters
17. Smokey Joe's Café - The Robinsons
18. Let Me Ride - The Staple Singers
19. Don't Be Mad With My Heart - The Cadillacs
20. I Lost You - The Spaniels