Human Plots - six extraordinary acts and a city | il nuovo disco del Luca Lo Bianco Quartet (GleAm Records, 2023)

Ritratto della band.
 

Luca Lo Bianco Quartet – Human Plots "six extraordinary acts and a city" (GleAm Records, 2023)

Se c’è un disco che ho ascoltato più volte in ferie la passata settimana questo è sicuramente “Human Plots - six extraordinary acts and a city” del Luca Lo Bianco Quartet uscito per la sempre attenta e dispensatrice di ottimo conteporary jazz Gleam Records lo scorso mese; ad anticipare l’uscita dell’album di qualche giorno ci ha pensato il singolo “The Choice

Mi affascina da sempre il jazz contaminato e, in questo caso, con elementi world e fusion.

Insomma un lungo viaggio che racconta in musica delle storie che si svolgono in contesti diversi ed in luoghi molto distanti tra loro.

Ma facciamo un salto indietro e vediamo la biografia di Luca Lo Bianco.


“Palermitano di nascita è un bassista eclettico, compositore e bandleader con un suono e un'estetica personali. 

Ha iniziato il suo percorso musicale studiando basso elettrico e contrabbasso diplomandosi con il massimo dei voti nel 1999 al il Conservatorio "V. Bellini" di Palermo conseguendo la laurea in Musica Jazz Magna Cum Laude con una tesi dal titolo "Sincretismo musicale nel jazz contemporaneo".

Il forte approccio ritmico ed il lirismo unito ad un suono personale definiscono il suo modo di suonare e scrivere. La sua costante ricerca di suoni in cui convivono danza, imprevedibilità, rischio e curiosità è profondamente legata alle sue esperienze musicali e umane.

La musica che suona parla molte lingue e va oltre i confini di genere. Questi concetti sono ben rappresentati in alcune delle band che ha fondato o con cui ha collaborato, come l'Orchestra In-stabile DIS/accordo [O.I.D.], il trio da camera contemporaneo Leipold - Bucher - Lo Bianco, il trio d'avanguardia Italian Surf Academy.

In questi anni Luca si è affermato come didatta, insegnando basso in diversi Conservatori in Italia (Palermo, Messina, Pesaro, Mantova), e come performer suonando in numerosi festival e club in tutto il mondo (Giappone, Cina, Austria, Svizzera, Norvegia, Portogallo, USA, Malesia, Spagna, Olanda, Francia, Slovenia, Germania, Italia, Turchia).

Ha registrato una quarantina di CD suonando in studio e dal vivo con Bill Russo, Gunther Schuller, Gregory Hutchinson, Paul Jeffrey, Adam Rudolph, Ferenc Nemeth, Jimmy Weinstein, Salvatore Bonafede, Marco Käppeli, Fabrizio Bosso, Dusko Gojkovich, Amy Denio, Alfio Antico e molti altri”.

Questo che vado a proporvi è il terzo lavoro da solista di Luca Lo Bianco e vede come compagni di viaggio Achille Succi al sassofono contralto, clarinetto, clarinetto basso, Samuel Leipold alla chitarra, Clemens Kuratle alla batteria.

Sei trace sulle sette comprese nel disco sono a firma di Lo Bianco tranne “Silent Eyes” di Paul Simon.

Il viaggio inizia con “The Librarian of Timbuktu”, brano dedicato a Abdel Kader Haidara, il bibliotecario maliano che con l’aiuto di parenti, archivisti e guide turistiche salvò 350 mila preziosi manoscritti della biblioteca di Timbuktu trasportandoli in maniera rocambolesca nella capitale del Mali, Bamako, fuori dal controllo dei miliziani di Al Qaeda. Il sound, introdotto dale percussioni e dal basso del leader ha delle spezie esotiche che richiamano il ritmo Adowa del Ghana … ecco il jazz che si fonde con la world music … ottimi i soli di chitarra e sax.

Segue “The Road Builder”, brano che vede come protagonista John Metcalf, l’avventuroso costruttore di strade non vedente che costruì quasi 300 km di strade nell’Inghilterra del XVIII secolo … sempre il basso di Lo Bianco ad introdurre il brano con la batteria di Clemens Kuratle e poi la melodia diventa centrale e descrive molto bene la storia da cui si ispira.

The Choice”, come scritto sopra, uscito come singolo ad antipare l’album, racconta, in musica, la storia di Keiko Fukuda, la judoka dallo spirito forte che sfidando la tradizione divenne l’unico 10° Dan donna della storia … … quì siamo in territorio jazz rock e fusion e viene ben rappresentata una lotta sul ring.

La scena viene presa da Danuta Danielsson in “This Heavy Handbag”, donna immortalata da una celebre fotografia mentre scaglia la sua borsa contro un manifestante neonazista. Se il gesto è veemente e duro il quartetto sceglie la ballad  come contrasto dai toni riflessivi ben condotti dale spazzole della batteria di Kuratle.

323” vede il bel dialogo tra la chitarra di Samuel Leipold ed il clarinetto basso di Achille Succi e ci mostra la qualità compositiva di Lo Bianco e la qualità strumentale di tutti I musicisti.

Il prossimo brano “Sarajevo Taxi Driver” ci porta a Sarajevo e più precisamente si ispita alla storia di Miomir Mile Plakalovic , il taxista che per 1440 giorni aiutò le persone ferite da cecchini e granate sulle strade di una Sarajevo in fiamme. Basso e batteria sugli scudi con sax e chitarra a dettare la melodia.

Chiude il disco “Silent Eyes”, brano di Paul Simon, che racconta, In antitesi con le storie che il leader ha scelto di raccontare, la città che più di tutte incarna l’incapacità di agire, Gerusalemme schiava dell’incomunicabilità, vittima dell’immobilismo anche di fronte allo sguardo di Dio, come suggerisce lo stesso Paul Simon nei suoi versi.

In conclusione vi consiglio di lasciarvi trasportare dalle note contenute in questo disco sia che siate degli assidui frequentatori degli ambienti jazz contemporanei ma anche solo se siete alla ricerca di musica di qualità ... non sarete delusi.

Copertina dell'album.

 Tracklist:

1.   The Librarian of Timbuktu
2.   Road Builder
3.   The Choice
4.   This Heavy Handbag
5.   323
6.   Sarajevo Taxi Driver
7.   Silent Eyes

Registrato presso Digitube Studio, Grazie, MN (Italy)

Fonico di registrazione e mastering: Carlo Cantini

Missato da JD Foster presso Park Ridge, Illinois, USA

Foto: Leandro Lo Bianco

Copertina e Grafiche: Studio Clessidra

Prodotto da GleAM Records