Recensione | Dinamo - Fonderia

Ritratto della band

Fonderia – Dinamo (Biz, 2023)

Li abbiamo presentati nella puntata N° 47 di Prog On The Lake su radio Progsky e ora vorrei soffermarmi, scrivendone qualche impressione.

L’album in oggetto è “Dinamo” e la band in questione si chiama Fonderia.

 

Il disco esce a quasi tredici anni dal notevole “My Grandmother’s Space Suit” del 2010 ed è stato anticipato dai singoli “Spike”, “Mojo Wire”, “Radio Burst”.
La band ha una lunga storia che parte a Roma nel 1994 come collettivo di improvvisazione radicale.

Dopo aver lasciato l’improvvisazione alle spalle inizia la fase di composizione che vede nella loro formazione il rock, la psichedelia, il funk e l’elettronica.
Alla fine del 2002 pubblicano il loro primo album “Fonderia” (Biz / BTF) ricevendo, nel 2004 il premio Darwin come miglior disco di ricerca.

Nel 2006 esce “re>>enter” (VMS / BTF) che vede la partecipazione del compiano chitarrista del Banco Del Mutuo Soccorso Rodolfo Maltese.

Il terzo lavoro “My Grandmother’s Space Suit” (Biz/BS/BTF) esce nel 2010 ed è prodotto con Marco Migliari nei real World Studios di Peter Gabriel.

La formazione attuale vede Emanuele Bultrini alle chitarre, Federico Nespola alla batteria e percussioni, Stefano Vicarelli alle tastiere e Paolo Pecorelli al basso.
In “Dinamo”, leggo dal loro comunicato stampa, le suggestioni principali vengono dalla scienza, dalla meccanica come dalla biologia: uno scenario dominato dalla tecnologia in cui però caos e irrazionalità si insinuano spezzando la logica e confondendo le prospettive.

Quindi preparatevi ad ascoltare un mix di stili ed umori dove l’elettronica va a braccetto con infiltrazioni vintage, mescolando gli anni ’70 e ’80 con l’attualità.

Dieci tracce che, in musica, raccontano, senza bisogno delle parole, di scienza, di meccanica e della biologia in un mondo molto confuso dove la prospettiva e minacciata continuamente dal caos e dalla irrazionalità.

Scorrono tutte bene anche se è consigliato un ascolto approfondito per apprezzare meglio i vari umori e cambi repentini di mood che si trovano nei vari brani.

Non saprei quale brano consigliare; il disco, prodotto molto bene e suonato in modo impeccabile, saprà interessare tutti coloro che vedono il progressive come attitudine e non come genere.

Un lavoro intenso, pieno di intuizioni e giochi di rimandi a vari stili ed epoche che consiglio a tutti coloro che dalla musica pretendono la novità ma nel pieno rispetto delle radici. 

Copertina

Tracklist:

1. Spike
2. Mojo Wire
3. Alcor
4. Cookie Shop
5. Uncle Planck
6. Beat Dome
7. Basinsky
8. Mwanasayansi
9. Teja Stargate
10. Radio Burst