Schena - La Grazia Invincibile – (La Stanza Nascosta Records, 2025)
C’è una linea sottile ma resistente che attraversa la canzone d’autore italiana: quella che intreccia la musica con la poesia, la vita interiore con il paesaggio, l’immaginazione con l’esperienza. Non è solo una questione di testi ben scritti, ma di uno sguardo sul mondo che trova nella forma-canzone un modo per dirsi, per muoversi fuori dalle mode e dentro una sensibilità che resta viva anche oggi. Una tradizione che non ha mai avuto paura di essere colta, ironica, lirica o disperata, e che continua, nelle sue forme più appartate, a far nascere dischi come La Grazia Invincibile, dove il suono incontra la parola come si incontrano, a volte, le onde e le rocce: con dolcezza, con attrito, con stupore.
“Non tutte le finestre sono da aprire”, ci diciamo. E invece la poesia — quella vera, quella che abita i margini — le spalanca lo stesso. È proprio da una finestra “sbagliata” che sembra affacciarsi La Grazia Invincibile, il nuovo lavoro di Schena, uscito per La Stanza Nascosta Records e presentato il 23 marzo a Bologna. Un disco che ha qualcosa di eretico nel suo modo di accostarsi alla parola poetica: non la venera, la attraversa.
Cantautore, chitarrista e bibliotecario bolognese, Paolo Schena ha iniziato come bassista e autore con i Cave Camion, per poi dedicarsi allo studio del canto con Pierpaolo Scattolin ed esibirsi in varie formazioni vocali. Le sue radici affondano nel cantautorato libero degli anni ’70: Jannacci, Gaetano, Graziani, Battiato, Vecchioni, Lolli.
Nel 2017 pubblica il primo album solista Canzoni ad uso interno (Irma Records), ispirato alle Invisibilissime pagine di Ernesto Ragazzoni. Partecipa al progetto Tyndall (A room full of sparkles, Oh! Dear Records, 2017), tributo a Mark Linkous, e al disco illustrato Le canzoni della donna albero di Marina Girardi (BluGallery, 2018).
Nel 2020 firma il brano Occhi chiusi/occhi aperti per il film Ascoltati di Andrea Recchia, prodotto da Davide Luzi, con cui vince il premio per miglior colonna sonora all’Oniros Film Festival e ottiene una selezione ai David di Donatello.
Nel 2022 riceve una menzione speciale al contest “Canti Orfici in musica” con il brano Poesia facile, da cui nasce il progetto che negli ultimi anni lo ha portato a musicare testi di Ernesto Ragazzoni, Dino Campana e Antonia Pozzi . La grazia invincibile, in uscita il 21 marzo 2025, è il frutto di questo percorso.
Il disco è prodotto da William Duarte, che ha curato anche gli arrangiamenti. Ogni traccia è un tentativo di dare corpo sonoro a un paesaggio interiore, a un ricordo, a un elemento naturale.
L’apertura e la chiusura del disco sono affidate a due frammenti della poesia Ascensione di Ernesto Ragazzoni: Il Raggio e La Nuvola. Due estremi, due stati dell’essere. Una stessa melodia declinata in tonalità diverse, con la voce di Paolo Schena in apertura e quella di Margherita Valtorta in chiusura. Una preghiera laica, una lotta di opposti nel respiro della Natura.
C’è poi Rose sfogliate, con la sua malinconia gozzaniana, a ritmo di valzerino. Torino, fine Ottocento, eleganza e ironia. E Prati, che da Antonia Pozzi prende la contemplazione filosofica della montagna: il vento, l’erba, il cielo. Il ritornello senza parole – solo un canto – è affidato ancora una volta alla voce di Margherita Valtorta , come un sussurro nel vento.
Le Cafard, testo raro e “goliardico” di Campana, affonda nella nostalgia coloniale e si veste di sonorità pop e new wave, con richiami alla stagione elettronica di Franco Battiato. È uno dei brani più energici del disco, con un’andatura incalzante e malinconica insieme, come una nave che vuole salpare ma ha ancora l’ancora gettata.
In Il Porto, su testo di Antonia Pozzi, la nave è ferita ma in viaggio, portando con sé tutti i tramonti del cuore. Qui il brano si apre alla saudade della musica brasiliana, grazie anche alla sensibilità e all’origine di William Duarte, che ne cura l’arrangiamento in forma di una bossa che, sul finale, si libera.
Parole contro le parole torna a Ragazzoni e al suo rapporto conflittuale con il linguaggio. La poesia come ribellione a un mondo fatto di troppe parole e poca vita. Il sax di Roberto Serenelli fa da controcanto lirico a una base ritmica che richiama il combat folk italiano. L’invito finale – “chiacchiere niente, e alquanto più lavoro” – sembra una provocazione ancora attuale.
C’è poi Amore senza ritorno, una canzone brevissima, fatta di poche parole ma cariche di senso. L’amore, qui, è una cavalla che non torna. La musica si muove su un giro di chitarra leggero, quasi liquido, che accompagna il testo fino alla coda, dove la voce femminile chiude il brano con dolcezza e un pizzico di malinconia.
Chiude (quasi) il disco Una remota estate, chiamata anche Nevai. È forse la vetta emotiva dell’intero lavoro: una poesia che racconta di fiori nascosti sotto la neve. L’ascolto dà la sensazione di camminare sul ghiaccio cercando di non cadere. Fragile e potente. Il sax di Serenelli disegna curve mentre la musica cerca un equilibrio in uno spazio rarefatto.
La grazia invincibile è un disco che non rincorre il tempo, ma ne evoca la forma: le sue pause, i suoi lampi, i suoi sospiri.
La grazia invincibile è un lavoro “aperto”, senza vincoli di genere, fatto di ascolti e visioni, cucito con amore e precisione da Schena insieme a William Duarte, che firma anche la produzione. Ma più di tutto è un disco che arriva — con delicatezza e forza insieme — a toccare qualcosa di profondo. C’è dentro un’idea di poesia che non consola, ma inquieta, attraversa, riaccende. E una musica che non accompagna soltanto, ma dà corpo e spazio alle immagini, agli spigoli, ai chiaroscuri.
È anche un omaggio, implicito ma nitido, a una certa canzone d’autore italiana che da Paolo Benvegnù ha imparato a farsi voce di una grazia resistente, che conosce la ferita e non la nasconde. Un disco che resta, che ti viene a cercare anche dopo il silenzio. E che sa come entrare dalla finestra sbagliata.
E la copertina — firmata da Rocco Lombardi, ispirata all’Art Nouveau — ci mette davanti un cigno. Bianco, in trasformazione. Simbolo perfetto per un disco che si muove con passo poetico e istinto musicale, restituendo alla canzone d’autore italiana una dimensione che troppo spesso dimentichiamo: quella della profondità emotiva, non ostentata, ma vissuta.
Track list:
Schena: voce, chitarra acustica
William Duarte; chitarre, basso, piano, programmazione, cori
Margherita Valtorta: voce
Oscar Martin Del Rio: batteria, percussioni
Roberto Serenelli: sax soprano e sopranino
Testi di Ernesto Ragazzoni, Dino Campana, Antonia Pozzi
Musiche di Paolo Schena
Prodotto da William Duarte
Arrangiamenti di William Duarte e Paolo Schena
Registrato, editato e mixato da William Duarte presso DoArt studios Bologna
Masterizzato da Salatore Papotto presso La Stanza Nascosta Records di Alghero
Copertina di Rocco Lombardi
English version
Schena – La Grazia Invincibile (La Stanza Nascosta Records, 2025)
There’s a thin but resilient thread running through Italian songwriting—a thread that intertwines music and poetry, inner life and landscape, imagination and lived experience. It’s not just about well-written lyrics, but about a way of looking at the world that finds in the song form a way to speak, to move beyond trends, and within a sensibility that remains alive even today. A tradition unafraid to be intellectual, ironic, lyrical, or desperate—and one that still, in its more hidden corners, brings forth albums like La Grazia Invincibile, where sound meets word as waves meet rocks: with gentleness, with friction, with wonder.
“Not every window is meant to be opened,” we tell ourselves. And yet poetry—the real kind, the one that lives on the margins—flings them open all the same. La Grazia Invincibile, the new album by Schena released by La Stanza Nascosta Records and premiered in Bologna on March 23, seems to look out from just such a “wrong” window. A record that approaches poetic text in an almost heretical way: it doesn’t revere it—it moves through it.
Singer-songwriter, guitarist and librarian from Bologna, Paolo Schena began his career as a bassist and songwriter with the band Cave Camion, later studying voice with Pierpaolo Scattolin and performing in various vocal ensembles. His roots lie deep in the free-spirited Italian songwriting of the 1970s: Jannacci, Gaetano, Graziani, Battiato, Vecchioni, Lolli.
In 2017 he released his debut solo album Canzoni ad uso interno (Irma Records), inspired by the Invisibilissime pagine of poet Ernesto Ragazzoni. He also took part in the Tyndall project (A Room Full of Sparkles, Oh! Dear Records, 2017), a tribute to Mark Linkous, and contributed to the illustrated album Le canzoni della donna albero by Marina Girardi (BluGallery, 2018).
In 2020, Schena composed the track Occhi chiusi/occhi aperti for Andrea Recchia’s film Ascoltati, produced by Davide Luzi. The film won Best Soundtrack at the Oniros Film Festival and was selected for Best Original Song at the David di Donatello awards.
In 2022, he received a special mention at the “Canti Orfici in musica” contest with Poesia facile, which sparked a project over the following years where Schena set to music the works of Ernesto Ragazzoni, Dino Campana and Antonia Pozzi. La Grazia Invincibile, released on March 21, 2025, is the culmination of that journey.
The album is produced and arranged by William Duarte together with Schena. Each track is an attempt to give sonic shape to an inner landscape, a memory, or a natural element.
The album opens and nearly closes with two fragments from Ragazzoni’s poem Ascensione: Il Raggio and La Nuvola. Two extremes, two states of being. The same melody appears in different tonalities, first sung by Schena and then by Margherita Valtorta. A secular prayer, a battle of opposites within the breath of Nature.
Then there’s Rose sfogliate, with its Gozzano-like melancholy set to a delicate waltz. Turin, late 19th century—elegance and irony. Prati, based on a poem by Antonia Pozzi, reflects a philosophical contemplation of the mountains: the wind, the grass, the sky. The wordless chorus—just a melody—is sung once again by Valtorta, like a whisper in the wind.
Le Cafard, a rare and playful text by Campana, delves into colonial nostalgia with a pop and new wave feel, evoking the electronic phase of Franco Battiato. One of the album’s liveliest tracks, it moves forward with both urgency and melancholy—like a ship ready to sail but still anchored.
In Il Porto, with lyrics by Pozzi, the ship is wounded but still in motion, carrying with it all the sunsets of the heart. Here the music opens to Brazilian saudade, thanks in part to the sensitivity and roots of William Duarte, who arranged it as a bossa that gradually lets itself go.
Parole contro le parole returns to Ragazzoni and his conflicted relationship with language. Poetry as rebellion in a world of too many words and too little life. Roberto Serenelli’s sax becomes a lyrical counterpoint to a rhythmic base that echoes Italian combat folk. The final phrase—“chiacchiere niente, e alquanto più lavoro” (“less talk, more work”)—still rings true today.
Then there’s Amore senza ritorno, a very brief song made of just a few words, but each one heavy with meaning. Love, here, is a mare that doesn’t come back. The music rides a fluid, light guitar loop, ending with a female voice that brings the song to a close with gentleness and a touch of melancholy.
Una remota estate (also referred to as Nevai) comes near the end of the album. It may be the emotional high point: a poem about flowers hidden beneath the snow. Listening to it feels like walking on ice, trying not to fall. Fragile and powerful. Serenelli’s sax draws curves while the music seeks balance in a rarefied space.
La Grazia Invincibile doesn’t chase time—it evokes its shape: its pauses, its flashes, its sighs.
It’s an “open” work, free from genre constraints, shaped by both sound and vision, lovingly crafted by Schena and William Duarte, who also produced it. But more than anything, it’s a record that manages—gently yet forcefully—to reach something deep. Within it is an idea of poetry that doesn’t comfort, but unsettles, cuts through, reignites. And music that doesn’t merely accompany, but gives body and space to images, sharp corners, and shadows.
It’s also an implicit but clear homage to a certain Italian songwriting tradition—one that learned from Paolo Benvegnù how to give voice to a grace that resists, that knows the wound and doesn’t hide it. A record that lingers, that comes looking for you even after the silence. One that knows how to enter through the wrong window.
The cover—created by Rocco Lombardi and inspired by Art Nouveau—features a swan. White, in transformation. A perfect symbol for an album that moves with poetic grace and musical instinct, restoring to Italian songwriting a dimension we too often forget: that of emotional depth—not flaunted, but deeply lived.
Track list:
Schena – vocals, acoustic guitar
William Duarte – guitars, bass, piano, programming, backing vocals
Margherita Valtorta – vocals
Oscar Martin Del Rio – drums, percussion
Roberto Serenelli – soprano and sopranino saxophone
Lyrics by: Ernesto Ragazzoni, Dino Campana, Antonia Pozzi
Music by: Paolo Schena
Produced by: William Duarte
Arranged by: William Duarte and Paolo Schena
Recorded, edited, and mixed by: William Duarte at DoArt Studios, Bologna
Mastered by: Salvatore Papotto at La Stanza Nascosta Records, Alghero
Cover art: Rocco Lombardi