#50prog72_06 – Gentle Giant / Octopus

L'immagine rappresenta la copertina di Octopus dei Gentle Giant e raffigura un grosso polipo.

Di Alfredo Buonumori - Vivo Umbria

Sesto appuntamento con 50 dischi del prog dopo 50 anni dall’uscita.

All’interno dell’articolo il link per la playlist Youtube creata con l’album sul canale dell’associazione culturale Trasimeno Prog (non dimenticate di visitare il canale in ogni caso e di iscrivervi, se potete).

 
 Octopus, pubblicato nel 1972, è il quarto album del gruppo dei Gentle Giant.
È l'ultimo lavoro del gruppo con uno dei fondatori, Phil Shulman ed il primo con il batterista John Weathers.
Il disco è il più noto della band inglese in Italia e quello che allora veniva definito pop vedeva i nostri contendersi la popolarità con Yes, Emerson Lake & Palmer, Genesis,Van Der Graaf Generator e King Crimson.
Caratteristiche peculiari della formazione, a mio avviso la più vicina al nostro Banco del Mutuo Soccorso, erano il contrappunto, utilizzato sia a livello vocale che strumentale e la poliritmia e per rendersi conto di questo ascoltare la quarta traccia, “Knots”.
L’album si apre con “The Advent of Panurge”; è un susseguirsi di ritmi che si intrecciano e certo non sembra d’ascoltare musica che 50 anni, tanto è attuale.
Si prosegue con altri intrecci poliritmci, quelli di “Raconteur, Troubadour”; meno azzeccata forse la successiva “A cry for everyone”; la facciata si chiude con “Knots” che come accennato gioca su vorticosi intrecci vocali.


Il secondo lato si apre con la strumentale “The Boys in the Band” che mostra ancora l’abilità tecnica del gruppo; una prova d’eccellenza dell’abilità strumentale del gruppo; ancora il breve quadretto acustico “Dog’s Life” e, quale penultima traccia “Think of Me With Kindness”, una ballata giocata sulle atmosfere del piano e degli ottoni.
Chiude questo ottimo lavoro “River”, il brano più lungo del lotto - circa 6 minuti – con strumenti ancora in libertà ed un bel solo di chitarra nella parte finale.
Curiosamente l’album ha due copertine differenti; la versione inglese dell'album di Roger Dean,  quella statunitense di Charles White.

 
Nel giugno 2015 la rivista Rolling Stone ha posizionato “Octopus” alla 16ª posizione nella classifica dei 50 migliori album del prog di ogni tempo.


Un bel disco anche se personalmente continuo a preferirgli “in a glass house”
La formazione che suona nell’album comprendeva: Gary Green, chitarra e percussioni; Kerry Minnear, tastiere, vibrafono, percussioni, violoncello, voce e cori; Derek Shulman, voce e sassofono contralto; Phil Shulman, sassofono, tromba, mellophone, voce e cori; Ray Shulman, basso, violino, chitarra, percussioni e voce; John Weathers, batteria, percussioni e xilofono.

 
Buon ascolto 


#stayprog #iorestoprog #50prog72 

LINK YOUTUBE