Manuel Magrini – Inner Pictures (Encore Music, 2025)
Le immagini interiori di un pianista che sa ascoltare il silenzio
C’è qualcosa di profondamente evocativo nel modo in cui Manuel Magrini si avvicina al pianoforte. È come se ogni nota fosse prima vissuta interiormente, respirata, attraversata da un pensiero o da una visione — ed è forse proprio questo il senso di Inner Pictures, nuovo lavoro del pianista umbro Manuel Magrini – prodotto da Roberto Lioli e Vittorio Bartoli per Encore Music – si presenta sin dalla copertina come un invito sommesso ma eloquente. Lo scatto di Attilio Gagliardi, con i suoi chiaroscuri meditativi e un quadro a tema religioso sullo sfondo, suggerisce una raccolta di istantanee interiori, emozioni silenziose che chiedono ascolto più che attenzione.
Magrini, pianista umbro classe 1989, non è certo una rivelazione per chi segue con attenzione il jazz italiano: il diploma al Conservatorio Morlacchi di Perugia, gli studi con Ramberto Ciammarughi, i premi al Fara Music Festival, il riconoscimento come miglior giovane pianista jazz al Premio Lelio Luttazzi, la partecipazione all’Orchestra Nazionale dei Giovani Talenti del Jazz. Un curriculum che racconta rigore, passione e talento. Ma Inner Pictures va oltre: è un autoritratto in controluce, dove la voce solista del piano si alterna e si fonde con quelle di tre ospiti speciali, in un continuo gioco di aperture e sussurri.
Sono dieci tracce in tutto, nove composizioni originali e un raffinato omaggio "Can She Excuse My Wrongs" a John Dowland, dove la scrittura e il tocco di Magrini trovano una dimensione ormai compiuta. Chi ricorda i suoi primi lavori – Unexpected, Dreams – noterà subito quanto terreno sia stato percorso: Inner Pictures è un disco maturo, elegante senza compiacimenti, e animato da una costante ricerca di profondità espressiva. Il pianoforte non è solo protagonista, ma anche spazio da condividere: lo dimostrano i duetti intensi e mai scontati con tre ospiti d’eccezione – Gabriele Mirabassi al clarinetto, Federico Gili al bandoneon e Cristina Zavalloni alla voce – che si inseriscono nel racconto senza mai interromperne il flusso, anzi, arricchendolo di ulteriori prospettive.
Il titolo dell’album, Inner Pictures, va preso alla lettera: queste sono vere e proprie immagini interiori, fotogrammi di consapevolezza, tappe emotive, piccole epifanie catturate in musica. E il fatto che Magrini abbia voluto alternare episodi solistici a duetti, è già di per sé un messaggio: la propria interiorità può essere condivisa, può diventare luogo d’incontro. È il gesto generoso di un artista che non si rifugia nel proprio mondo, ma apre le porte a chi vuole attraversarlo.
L’apertura è affidata a Tempest on the Lake, uno dei brani più compiuti. Magrini lo interpreta come una crisi vista da dentro e da fuori: una tempesta intensa ma circoscritta in un lago. Un’immagine potente che riflette la tensione interiore, tradotta in note cariche di inquietudine.
Segue Promenade, con Gabriele Mirabassi, che ci conduce in un altrove sospeso tra malinconia e leggerezza. Il clarinetto disegna melodie che sembrano racconti sussurrati, tra nostalgie retrò e vibrazioni cinematografiche. Magrini e Mirabassi si cercano e si trovano, come se quel dialogo fosse già scritto nel respiro del brano. L’intesa tra i due è palpabile e fa di Promenade uno dei vertici emotivi dell’album.
Con Calmo il disco si fa breve pausa, quasi un respiro trattenuto prima di immergersi di nuovo nelle immagini sonore che Magrini dipinge con delicatezza. Un brano essenziale, sospeso, che sembra catturare un momento di quiete interiore.
La rosa dei trenta è una composizione più estesa, che espande lo spazio musicale in atmosfere più dense e stratificate. Qui emerge la capacità di Magrini di tessere paesaggi sonori che invitano all’ascolto profondo, con un senso di narrazione che si sviluppa lentamente ma con precisione.
Gentle Warrior è uno dei momenti più coinvolgenti, con Federico Gili al bandoneon che crea un suono avvolgente e misterioso. Il dialogo tra il mantice e il piano di Magrini è intenso, tra energia epica e delicatezza intima.
Il castello del Graal si presenta come un altro racconto sonoro di Magrini, dove il tema della ricerca e della leggenda si fa metafora di un percorso interiore. Le note si muovono con una certa solennità, quasi a evocare un’atmosfera medievale reinventata.
Con Sospeso si torna a una dimensione più rarefatta e quasi fragile. Breve e intenso, questo brano cattura un attimo di sospensione nel tempo, come un respiro tra una frase e l’altra.
In Can She Excuse My Wrongs, voce e pianoforte si fondono in un’atmosfera teatrale. La vocalità di Cristina Zavalloni arricchisce il brano con un equilibrio naturale di ironia e intensità, mentre il pianoforte accompagna con delicatezza, dando profondità al progetto.
Caffè Corretto è invece un pezzo dal carattere più informale, quasi un intermezzo che, pur mantenendo la cura del dettaglio compositivo, regala un momento di leggerezza e di calore. Una pausa quasi conviviale all’interno di un album che per lo più si muove su registri più introspettivi.
Chiude il disco Let Go, un brano di grande respiro, che sembra aprire uno spiraglio verso il futuro - quì Magrini scioglie le tensioni accumulate, lasciando emergere una sensazione di liberazione e apertura, perfetta per chiudere un viaggio così intimo e articolato.
Alla fine dell’ascolto, resta l’impressione di aver attraversato qualcosa di importante, un paesaggio emotivo fatto di dettagli, intuizioni, e improvvisi bagliori. Un’opera matura e sincera, che conferma Magrini tra le voci più personali e interessanti del jazz italiano contemporaneo.
Come scrive Rita Marcotulli nelle note che accompagnano il disco: «non resta che ascoltarlo».
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Manuel Magrini |
Track list:
Tempest
on the Lake (6:32)
Promenade con Gabriele Mirabassi (6:29)
Calmo (1:29)
La rosa dei trenta (5:29)
Gentle Warrior con Federico Gili (5:35)
Il castello del graal (4:23)
Sospeso (1:48)
Can She Excuse My Wrongs con Cristina Zavalloni (5:11)
Caffè Corretto (4:24)
Let Go (6:54)
Manuel Magrini – pianoforte, composizioni
Gabriele Mirabassi – clarinetto (traccia 2, Promenade)
Federico Gili – bandoneon (traccia 5, Gentle Warrior)
Cristina Zavalloni – voce (traccia 8, Can She Excuse My Wrongs)
Prodotto da: Roberto Lioli, Vittorio Bartoli
Etichetta: Encore Music
Fotografia di copertina: Attilio Gagliardi
Manuel Magrini – Inner Pictures (Encore Music, 2025)
The inner images of a pianist who knows how to listen to silence
There is something deeply evocative in the way Manuel Magrini approaches the piano. It feels as though every note is first experienced inwardly—breathed in, touched by a thought or a vision. And that, perhaps, is the essence of Inner Pictures, the new album by the Umbrian pianist, produced by Roberto Lioli and Vittorio Bartoli for Encore Music. From its very cover, the record offers a quiet yet eloquent invitation. Attilio Gagliardi’s photograph, with its meditative chiaroscuro and a religious painting in the background, hints at a collection of inner snapshots—silent emotions that ask to be listened to rather than merely heard.
Born in 1989, Magrini is no newcomer to those who follow the Italian jazz scene. A graduate of the Morlacchi Conservatory in Perugia, a student of Ramberto Ciammarughi, and recipient of several awards—including honors at the Fara Music Festival and the Lelio Luttazzi Prize for best young Italian jazz pianist—he has also performed with the National Orchestra of Young Jazz Talents. A background that speaks of discipline, passion, and unmistakable talent. Yet Inner Pictures goes further: it is a backlit self-portrait, where the solo piano voice alternates and blends with those of three exceptional guests, in a continuous interplay of openness and intimacy.
The album consists of ten tracks: nine original compositions and a refined homage to John Dowland with Can She Excuse My Wrongs, where Magrini’s writing and touch reach a level of expressive maturity. Those familiar with his earlier works—Unexpected, Dreams—will immediately sense how far he has come. Inner Pictures is a mature and elegant album, never indulgent, and animated by a constant search for expressive depth. The piano is not only the main voice, but also a space to be shared: this is beautifully illustrated by the intense and nuanced duets with three outstanding guests—Gabriele Mirabassi on clarinet, Federico Gili on bandoneon, and Cristina Zavalloni on vocals—who enter the narrative seamlessly, enriching it without ever interrupting its flow.
The title Inner Pictures is meant literally: these are true inner images—frames of awareness, emotional milestones, small epiphanies captured in sound. The alternation between solo pieces and duets is, in itself, a message: inner life can be shared, can become a place of encounter. It is the generous gesture of an artist who doesn’t hide in his world but opens it to those willing to enter.
The album opens with Tempest on the Lake, one of its most accomplished pieces. Magrini interprets it as a crisis seen from both inside and out: a powerful storm, yet one confined to the bounds of a lake. A vivid metaphor for inner tension, translated into notes filled with restrained unease.
Promenade, featuring Gabriele Mirabassi, leads us into a space suspended between melancholy and lightness. The clarinet draws out whispered stories, touched by retro nostalgia and cinematic hues. The connection between the two musicians is palpable and makes this track one of the emotional peaks of the album.
With Calmo, the music pauses for a moment—like a breath held between phrases—offering a brief, quiet reflection.
La rosa dei trenta unfolds in a broader sonic space, rich in layers and detail. Magrini shows his ability to craft slow-developing soundscapes, inviting the listener into a deep and patient musical journey.
Gentle Warrior is one of the most captivating moments, with Federico Gili’s bandoneon casting an enveloping and mysterious sound. The interplay between the bandoneon and piano creates a dialogue that is both intimate and powerful.
Il castello del graal feels like another of Magrini’s sonic stories, where the theme of quest and legend becomes a metaphor for inner exploration. The music moves with solemnity, evoking a reimagined medieval atmosphere.
Sospeso returns to a more rarefied, delicate dimension. Brief but intense, this track captures a fleeting moment of stillness, like a breath between two thoughts.
In Can She Excuse My Wrongs, voice and piano merge in a theatrical atmosphere. Cristina Zavalloni’s expressive delivery brings a natural balance of irony and emotion, while the piano provides a gentle yet supportive stage.
Caffè Corretto offers a more informal mood—a musical interlude that, while still refined, brings warmth and ease. A convivial pause within an otherwise introspective journey.
The album closes with Let Go, a spacious and open piece where Magrini releases all the built-up tension, leaving us with a sense of clarity and liberation. A fitting end to such an intimate and multilayered voyage.
By the end of the listen, one has the impression of having travelled through something important—a landscape of emotion, detail, intuition, and sudden sparks. A sincere and mature work, confirming Magrini as one of the most personal and compelling voices in contemporary Italian jazz.
As Rita Marcotulli writes in the liner notes: “All that remains is to listen.”
Track List
Tempest on the Lake (6:32)
Promenade feat. Gabriele Mirabassi (6:29)
Calmo (1:29)
La rosa dei trenta (5:29)
Gentle Warrior feat. Federico Gili (5:35)
Il castello del graal (4:23)
Sospeso (1:48)
Can She Excuse My Wrongs feat. Cristina Zavalloni (5:11)
Caffè Corretto (4:24)
Let Go (6:54)
Manuel Magrini – piano, compositions
Gabriele Mirabassi – clarinet (track 2, Promenade)
Federico Gili – bandoneon (track 5, Gentle Warrior)
Cristina Zavalloni – voice (track 8, Can She Excuse My Wrongs)
Produced by: Roberto Lioli, Vittorio Bartoli
Label: Encore Music
Cover photo: Attilio Gagliardi