mercoledì 18 giugno 2025

Corde Oblique - Cries and Whispers | Redapolis Music Blog

Copertina del disco.

Corde Oblique - Cries and Whispers (The Stone Of Naples Records, 2025)

Un viaggio sonoro tra urla e sussurri, tra radici antiche e sperimentazione contemporanea 

Dopo cinque anni di silenzio discografico, i Corde Oblique tornano con un lavoro che è più di un semplice album: Cries and Whispers è un viaggio doppio, uno specchio diviso tra opposti che convivono nel cuore di Riccardo Prencipe, anima e motore di questa band nata a Napoli nel 2005. Il titolo omaggia il celebre film di Ingmar Bergman, e come quel film porta in sé tensioni forti tra urla e sussurri, così qui l’album si sdoppia in due volumi: Cries, un lato più ruvido e denso, intriso di post-rock, metal e shoegaze, e Whispers, che accarezza l’ascolto con atmosfere neofolk delicate e antiche.

Questa doppia anima racconta la lunga storia di Prencipe, che da giovane chitarrista di metal estremo ha incanalato l’esperienza in un linguaggio compositivo più maturo, dove la chitarra classica incontra la potenza elettrica senza rinunciare a nessuna sfumatura. È proprio questa convivenza di mondi apparentemente distanti che rende il disco così affascinante, un dialogo tra oscurità e luce, violenza e quiete, urlo e respiro.

Cries è fatto di riff intensi, spazi sonori che si allargano e si contraggono, creando un’atmosfera quasi cinematica. Ogni traccia sembra raccontare una storia che vibra di tensione e fragilità. Nel secondo volume, Whispers, la musica si fa più rarefatta e intima, tra tessiture neofolk e suggestioni classiche, con tocchi che richiamano un Sud profondamente radicato ma anche immaginifico.

Appena partono le prime note di Cries and Whispers, con l’introduttiva “The Nightingale and the Rose”, sembra di essere trasportati su una collina scozzese o lungo una scogliera irlandese, in un’atmosfera sospesa e magica, quasi come in una favola. Ma l’incanto dura poco: in un attimo la musica cambia pelle, trasformandosi in una cavalcata death-metal dall’impeto feroce. Questa doppia anima rappresenta forse la cifra più autentica dell’ottavo disco dei Corde Oblique, che coincide con il ventennale della loro storia.

La band guidata dal chitarrista e compositore Riccardo Prencipe ha mantenuto un equilibrio costante tra sogno celtico e impeto rock, con aperture al post-rock e al metal, in un dialogo continuo con la tradizione scandinava.

Al fianco di Riccardo Prencipe, un ensemble ricco di sfumature contribuisce a definire il carattere poliedrico dell’album: il violino antico e vibrante di Alfredo Notarloberti, il pianoforte classico e raffinato di Luigi Rubino, la voce intensa e sensibile di Rita Saviano, le percussioni versatili di Michele Maione, i sintetizzatori evocativi di Salvio Vassallo e il mandolino e la mandola di Daniele La Torre, che arricchiscono il tessuto folclorico. Umberto Lepore al basso e contrabbasso dona profondità alle trame sonore, mentre Alessio Sica alla batteria accompagna con dinamismo e sensibilità ogni svolta sonora.

Le voci, nelle mani dei Corde Oblique, sono parte integrante e potente del racconto musicale. Prencipe stesso canta con calore e delicatezza antica, affiancato da interpreti che amplificano le sfumature emotive dell’album: Denitza Seraphimova (traccia 8), Maddalena Crippa, voce recitante nella traccia 6, Simone Salvatori (traccia 2) e Caterina Pontrandolfo (traccia 10). Queste voci si intrecciano tra grida e sussurri, riflettendo pienamente la doppia anima di Cries and Whispers.

John Ruskin sorprende per la sua partenza sommessa. Ti aspetti un impatto immediato, invece il brano entra in punta di piedi, con una voce che recita Ruskin e sembra aprire una finestra su un tempo lontano. Poi tutto si espande, e la voce si perde in suoni senza parole, come in una lingua immaginaria che non serve capire, ma sentire.

 “The Father Child” è invece un’oasi acustica, quasi bucolica, che porta alla mente le composizioni intime di Mike Oldfield. 

Bruegel’s Dance” e “Tango di Gaeta” si immergono in danze medievali che evocano ritualità antiche, aggiungendo un tocco quasi spagnoleggiante e folclorico.

L’album comprende anche una cover molto sentita degli Alcest, “Souvenirs d’un autre monde”, e una versione per chitarra della “Gnossienne No. 1” di Erik Satie, a sottolineare il dialogo costante tra passato e presente, tradizione e sperimentazione.

Ascoltando le parole di Prencipe si coglie bene questo incontro tra radici e sperimentazione:
Negli anni ’90, quando avevo 18 anni, suonavo in una band di metal estremo, oltre ai miei Lupercalia. All’epoca trovavo quel genere un po’ convenzionale e decisi di abbandonarlo, pur continuando ad ascoltarlo. Per anni ho sognato di tornare alle mie radici, ma in modo diverso, meno scontato, sfruttando l’esperienza di vent’anni di produzione. Così ho concepito un album diviso in due volumi, apparentemente opposti, dove la chitarra classica, suonata con tecnica da conservatorio, si fonde con quella elettrica, in un mix di post-rock e riff death/black metal. Queste due anime sonore hanno sempre convissuto dentro di me.”

La copertina, opera del fotografo Hardijanto Budiman, cattura visivamente questo equilibrio tra energia e mistero, completando un lavoro che si apre come uno scrigno prezioso.

Cries and Whispers non è solo una celebrazione dei vent’anni dei Corde Oblique, ma un viaggio sonoro che racconta una storia di ricerca e identità culturale forte, quella di un Sud selvatico e talentuoso che dialoga con il mondo. Un’opera che unisce radici antiche e visioni contemporanee, capace di trasportare l’ascoltatore in paesaggi emozionali ricchi di contrasti e sfumature. È un invito a riscoprire la potenza del racconto musicale come strumento di memoria e innovazione, un ponte tra tradizione e sperimentazione che conferma come, anche dopo vent’anni, la band napoletana sappia reinventarsi senza mai perdere la propria essenza.

Immagine della band.
Corde Oblique 

 Track list:

The Nightingale And The Rose
Leaver
John Ruskin
The Father Child
A Step To Lose The Balance
Cristmas Carol
Bruegel's Dance
Eleusa Consumpta
Souvenirs D'un Autre Monde
Tango Di Gaeta
Selfish Giant
Gnossienne N. 1 

 

Riccardo Prencipe – chitarre classica, acustica ed elettrica

Con:
Rita Saviano – voce (tracce 1, 2, 3, 9, 11)
Caterina Pontrandolfo – voce (traccia 10)
Denitza Seraphim – voce (traccia 8)
Simone Salvatori – cori (traccia 2)
Maddalena Crippa – voce recitante (traccia 6)
Edo Notarloberti – violino
Alessio Sica – batteria
Umberto Lepore – basso e contrabbasso
Luigi Rubino – pianoforte
Michele Maione – percussioni
Salvio Vassallo – sintetizzatori analogici
Daniele La Torre – mandolino e mandola


 English version

Corde Oblique - Cries and Whispers (The Stone Of Naples Records, 2025) 

A sonic journey between cries and whispers, blending ancient roots with contemporary experimentation 

 

After five years of silence in the recording studio, Corde Oblique return with a work that is more than just an album: Cries and Whispers is a double journey, a divided mirror reflecting opposites that coexist at the heart of Riccardo Prencipe, the soul and driving force of this band born in Naples in 2005. The title pays homage to Ingmar Bergman’s famous film, and just as that film carries intense tensions between cries and whispers, here the album splits into two volumes: Cries, a rougher and denser side steeped in post-rock, metal, and shoegaze; and Whispers, which caresses the listener with delicate and ancient neofolk atmospheres.

This dual nature tells the long story of Prencipe, who, as a young extreme metal guitarist, channeled his experience into a more mature compositional language where classical guitar meets electric power without losing any nuance. It is precisely this coexistence of seemingly distant worlds that makes the album so fascinating — a dialogue between darkness and light, violence and calm, scream and breath.

Cries is made of intense riffs and sonic spaces that expand and contract, creating an almost cinematic atmosphere. Each track seems to tell a story vibrating with tension and fragility. In the second volume, Whispers, the music becomes more rarefied and intimate, weaving neofolk textures and classical suggestions, with touches evoking a South that is deeply rooted but also imaginative.

As soon as the first notes of Cries and Whispers begin, with the introductory “The Nightingale and the Rose,” you feel transported to a Scottish hill or along an Irish cliff, in a suspended and magical atmosphere, almost like a fairy tale. But the enchantment lasts little: in an instant the music changes skin, transforming into a death-metal ride with fierce momentum. This dual soul perhaps represents the most authentic signature of Corde Oblique’s eighth album, which coincides with their twentieth anniversary.

The band led by guitarist and composer Riccardo Prencipe has maintained a constant balance between Celtic dreams and rock impulse, opening to post-rock and metal, in continuous dialogue with Scandinavian tradition.

Alongside Riccardo Prencipe, a richly nuanced ensemble helps define the album’s multifaceted character: Alfredo Notarloberti’s ancient and vibrant violin, Luigi Rubino’s refined classical piano, Rita Saviano’s intense and sensitive voice, Michele Maione’s versatile percussion, Salvio Vassallo’s evocative synthesizers, and Daniele La Torre’s mandolin and mandola, enriching the folkloric fabric. Umberto Lepore on bass and double bass adds depth to the sonic textures, while Alessio Sica’s drumming accompanies each sonic turn with dynamism and sensitivity.

Vocals, in the hands of Corde Oblique, are an integral and powerful part of the musical storytelling. Prencipe himself sings with warmth and ancient delicacy, supported by performers who amplify the emotional nuances of the album: Denitza Seraphimova (track 8), Maddalena Crippa, who recites in track 6, Simone Salvatori (track 2), and Caterina Pontrandolfo (track 10). These voices weave between cries and whispers, fully reflecting the dual soul of Cries and Whispers.

“John Ruskin” surprises with its subdued start. You expect an immediate impact, but the track tiptoes in, with a voice reciting Ruskin that seems to open a window onto a distant time. Then everything expands, and the voice dissolves into wordless sounds, like an imaginary language meant not to be understood but felt.

“The Father Child” is instead an acoustic oasis, almost bucolic, reminiscent of Mike Oldfield’s intimate compositions.

“Bruegel’s Dance” and “Tango di Gaeta” immerse themselves in medieval dances evoking ancient rituals, adding an almost Spanish and folkloric touch.

The album also includes a heartfelt cover of Alcest’s “Souvenirs d’un autre monde” and a guitar version of Erik Satie’s “Gnossienne No. 1,” underlining the constant dialogue between past and present, tradition and experimentation.

Listening to Prencipe’s words, one clearly senses this meeting of roots and experimentation:
“In the ’90s, when I was eighteen, I played in an extreme metal band alongside my Lupercalia project. Back then, I found that genre a bit conventional and decided to leave it, though I kept listening to it. For years, I dreamed of returning to my roots, but in a different, less obvious way, leveraging twenty years of production experience. So I conceived an album divided into two volumes, apparently opposite, where classical guitar, played with conservatory technique, merges with electric guitar in a mix of post-rock and death/black metal riffs. These two sonic souls have always coexisted inside me.”

The cover, created by photographer Hardijanto Budiman, visually captures this balance between energy and mystery, completing a work that opens like a precious treasure chest.

Cries and Whispers is not only a celebration of twenty years of Corde Oblique, but a sonic journey that tells a story of research and strong cultural identity — that of a wild and talented South in dialogue with the world. A work that unites ancient roots and contemporary visions, capable of transporting the listener to emotional landscapes rich with contrasts and nuances. It is an invitation to rediscover the power of musical storytelling as a tool of memory and innovation, a bridge between tradition and experimentation confirming how, even after twenty years, the Neapolitan band knows how to reinvent itself without ever losing its essence.

Track list:

The Nightingale And The Rose
Leaver
John Ruskin
The Father Child
A Step To Lose The Balance
Christmas Carol
Bruegel's Dance
Eleusa Consumpta
Souvenirs D'un Autre Monde
Tango Di Gaeta
Selfish Giant
Gnossienne No. 1

Riccardo Prencipe – classical, acoustic, and electric guitars

With:
Rita Saviano – vocals (tracks 1, 2, 3, 9, 11)
Caterina Pontrandolfo – vocals (track 10)
Denitza Seraphim – vocals (track 8)
Simone Salvatori – backing vocals (track 2)
Maddalena Crippa – spoken voice (track 6)
Edo Notarloberti – violin
Alessio Sica – drums
Umberto Lepore – bass and double bass
Luigi Rubino – piano
Michele Maione – percussion
Salvio Vassallo – analog synthesizers
Daniele La Torre – mandolin and mandola