Fabio Arisi Quartet – Geodetiche (Dodicilune, 2025)
Ci sono dischi che non si ascoltano soltanto con le orecchie, ma che si attraversano con il pensiero, lo sguardo, a volte perfino con la pelle. Geodetiche, ultima pubblicazione del pianista e compositore cremonese Fabio Arisi con il suo quartetto per l’etichetta Dodicilune, è uno di questi. Un lavoro che va oltre la semplice esplorazione jazzistica: si muove su traiettorie concettuali, emotive e sonore che si intrecciano continuamente. Un disco-pontile, verrebbe da dire, costruito per mettere in comunicazione sponde diverse dello spirito.
Il titolo prende spunto dalle geodetiche, le linee più brevi che collegano due punti su una superficie curva. Una definizione matematica che Arisi rilegge in chiave metaforica, come invito a riflettere sulle connessioni — non solo geometriche ma umane, emotive, artistiche. La musica, in questa visione, diventa il mezzo per accorciare distanze interiori, per tessere trame invisibili tra anime, corpi, ricordi e desideri. È jazz, sì, ma attraversato da contrappunti classici, suggestioni modali e improvvisazione afroamericana. Una sintesi personale che sfugge a ogni etichetta troppo stretta.
Nove i brani in scaletta, tutti originali, ciascuno un piccolo caleidoscopio sonoro che riflette un frammento d’identità compositiva.
L’apertura con K2 è già dichiarazione d’intenti: vastità, altitudine, tensione verso un altrove. Un cammino interiore, ma anche una sfida alle proprie possibilità, un invito — musicale e simbolico — a spingersi oltre.
Con Tales from the Woods si entra in un bosco sonoro abitato da diversità timbriche e armoniche, in cui ogni foglia sembra raccontare una storia. Le melodie si rincorrono, si intrecciano, dando vita a un mosaico che celebra la natura come metafora di convivenza e bellezza.
Verso E.S.T. dialoga con la malinconia senza indulgere nel sentimentalismo. Arisi intreccia armonie minimaliste e strutture modali in una scrittura che si fa riflessiva, stratificata.
Giochi di bimbi è invece un piccolo capolavoro di sintesi evocativa: una linea di basso ostinato a rappresentare il rincorrersi dei piccoli, un tema pentatonico che suggerisce tenerezza, spontaneità, echi di un Coltrane giocoso e reinventato.
La leggerezza di A Carefree Day, tra funk e gospel, fa il paio con la delicatezza nostalgica di Riflessi nell’acqua, brano riscritto a partire da una composizione giovanile, quasi a voler mettere in dialogo il passato con il presente, l’ingenuità con la consapevolezza.
Dalla finestra è una finestra vera: quella di un conservatorio che guarda su un sabato mattina qualunque, mentre la gente va per compere e la musica osserva, racconta.
Poi l’oscurità di Metropoli 2080/Introspettiva, riflessione sociologica e sonora su un’umanità in corsa, stordita, distante. Il finale in adagio apre a un paesaggio desertico, rarefatto, quasi post-apocalittico, dove però resta una luce: una possibilità, una domanda, un silenzio. E proprio il silenzio viene squarciato da L’alba, brano conclusivo che è celebrazione della rinascita, canto di speranza, saluto al nuovo.
A completare il progetto, l’opera visiva Connessi@ni di Liber Vittorio Venturini: scultura fatta di dorsi di libri sovrapposti, metafora concreta e tridimensionale dell’interconnessione tra le nostre storie. È una scelta coerente e poetica, che rafforza la vocazione del disco a superare le barriere — tra musica e arti visive, tra intimo e collettivo, tra esperienza e astrazione.
Dal punto di vista musicale, Geodetiche è un lavoro ricco di sfumature e cambi di forma, ma resta sempre ascoltabile e coinvolgente. Nonostante la complessità degli arrangiamenti, non si perde mai il contatto con l’ascoltatore. Il merito va anche all’equilibrio del quartetto: la chitarra di Vinicius Surian, ora timbrica, ora lirica; la ritmica elegante e presente di Jan Toninelli (contrabbasso) e Alberto Venturini (batteria) e naturalmente il pianoforte di Arisi, che guida senza imporsi, suggerisce senza spiegare.
Un plauso va all’intelligenza editoriale della Dodicilune, che ancora una volta si conferma sensibile a progetti capaci di esplorare con rigore e immaginazione sentieri musicali alternativi, lontani dalle scorciatoie del mercato e dalle formule preconfezionate.
Geodetiche è un album che non si accontenta di essere ascoltato: chiede di essere vissuto. Di diventare, a sua volta, una linea tra due punti. Tra chi suona e chi accoglie. Tra chi ricorda e chi immagina. Tra il mondo e la musica.
Fabio Arisi Quartet |
Track list:
1. K2
2. Tales From The Woods
3. Verso E.S.T.
4. Giochi Di Bimbi
5. A Carefree Day
6. Riflessi Nell’acqua
7. Dalla Finestra
8. Metropoli 2080/Introspettiva
9. L’alba
Fabio Arisi |
Prodotto da Fabio Arisi e Maurizio Bizzochetti per Dodicilune.
Registrato il 27 agosto 2024, mixato il 30 agosto 2024 e masterizzato il 23 settembre 2024 presso il Digitube Studio di Mantova, Italia.
Tecnico del suono: Carlo Cantini.
Opera in copertina: “Connessi@ni” di Liber Vittorio Venturini (liberart.it). Foto di Fabio Arisi.
Contatti: instagram.com/fabio_arisi
English version
Fabio Arisi Quartet – Geodetiche (Dodicilune, 2025)
There are albums that aren’t just listened to with the ears, but experienced with the mind, the gaze, sometimes even through the skin. Geodetiche, the latest release by Cremona-based pianist and composer Fabio Arisi with his quartet for the Dodicilune label, is one of these. A work that goes beyond a mere jazz exploration: it moves along conceptual, emotional, and sonic paths that constantly intertwine. A kind of bridge-album, one might say, built to connect different shores of the soul.
The title draws inspiration from "geodesics," the shortest lines connecting two points on a curved surface. A mathematical definition that Arisi reimagines in metaphorical terms—as an invitation to reflect on connections, not only geometric but human, emotional, and artistic. In this vision, music becomes the medium for shortening internal distances, weaving invisible threads between souls, bodies, memories, and desires. It is jazz, yes—but one shaped by classical counterpoints, modal colors, and African-American improvisational language. A personal synthesis that resists narrow definitions.
There are nine original compositions, each a small sonic kaleidoscope reflecting a fragment of Arisi’s compositional identity.
The album opens with “K2,” already a statement of intent: vastness, elevation, and a push toward an elsewhere. An inner journey, but also a challenge to personal limits—a musical and symbolic invitation to reach beyond.
“Tales from the Woods” leads us into a sonic forest populated by diverse timbral and harmonic textures, where every leaf seems to tell a story. The melodies chase and intertwine, forming a mosaic that celebrates nature as a metaphor for harmony and coexistence.
“Verso E.S.T.” dialogues with melancholy without slipping into sentimentality. Arisi layers minimalist harmonies and modal structures in a reflective, multi-layered writing.
“Giochi di bimbi” (Children’s Games) is a small gem of evocative simplicity: a persistent bassline echoes the chasing of little ones, while a pentatonic theme evokes tenderness and spontaneity—an imaginative, playful take on Coltrane.
The lightness of “A Carefree Day,” tinged with funk and gospel, is mirrored by the nostalgic delicacy of “Riflessi nell’acqua,” a piece reworked from a youthful composition, as if to let past and present, innocence and awareness, speak to one another.
“Dalla Finestra” (From the Window) is a real window—the one from a conservatory overlooking an ordinary Saturday morning, as people go shopping and music watches and tells the story.
Then comes the darker “Metropoli 2080/Introspettiva,” a sociological and sonic reflection on a world in constant motion, dazed and disconnected. The final adagio opens up to a sparse, post-apocalyptic soundscape—where a light remains: a possibility, a question, a silence.
That silence is broken by “L’alba” (The Dawn), the final track—a celebration of renewal, a hopeful song, a greeting to the new day.
To complete the project is Connessi@ni, a visual work by Liber Vittorio Venturini: a sculpture made of stacked book spines, a tangible metaphor for the interconnectedness of our stories. A coherent and poetic choice that reinforces the album’s intention to break down boundaries—between music and visual art, between the personal and the collective, between experience and abstraction.
Musically, Geodetiche is rich in nuance and shape-shifting, yet always accessible and emotionally engaging. Despite the complexity of the arrangements, it never loses its connection with the listener. Much credit goes to the balance within the quartet: the guitar of Vinicius Surian, both textural and lyrical; the elegant, grounded rhythm section with Jan Toninelli (double bass) and Alberto Venturini (drums); and, of course, Arisi’s piano—guiding without overwhelming, suggesting without overexplaining.
Special praise goes to Dodicilune’s editorial vision, once again proving attuned to rigorous and imaginative projects that explore alternative musical paths—far from market shortcuts and formulaic templates.
Geodetiche is an album that doesn’t settle for being listened to: it asks to be lived. To become, in turn, a line between two points. Between the performer and the listener. Between memory and imagination. Between the world and music.
Tracklist:
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K2
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Tales From The Woods
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Verso E.S.T.
-
Giochi Di Bimbi
-
A Carefree Day
-
Riflessi Nell’acqua
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Dalla Finestra
-
Metropoli 2080/Introspettiva
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L’alba
Produced by Fabio Arisi and Maurizio Bizzochetti for Dodicilune.
Recorded on August 27, 2024; mixed on August 30, 2024; mastered on September 23, 2024, at Digitube Studio, Mantua, Italy.
Sound engineer: Carlo Cantini.
Cover art: Connessi@ni by Liber Vittorio Venturini (liberart.it).
Photos by Fabio Arisi.
Contact: instagram.com/fabio_arisi