lunedì 18 agosto 2025

Luca Falomi – Myricae | Un viaggio strumentale tra intimità e coralità, dove la chitarra diventa voce, paesaggio e memoria | Redapolis Music Blog

Luca Falomi – Myricae (Abeat Records, 2025)

Un viaggio strumentale tra intimità e coralità, dove la chitarra diventa voce, paesaggio e memoria

Ci sono dischi che arrivano come un abbraccio silenzioso, e Myricae di Luca Falomi è uno di questi. Pubblicato da Abeat Records, prende il nome dalle tamerici di Pascoli – e, ancor prima, dalla bucolica di Virgilio – per evocare un’idea di poesia semplice solo in apparenza, capace di raccontare il quotidiano, gli affetti, le piccole epifanie che danno senso alle giornate. Un titolo che per Falomi è anche un omaggio personale al padre, figura fondamentale nella sua storia musicale: da una scatola di vecchie audiocassette registrate da lui durante l’adolescenza è riemerso il valore delle “piccole cose”, trasformato qui in suono e memoria viva.

Dopo un percorso ricco di collaborazioni, premi e progetti di ampio respiro, Falomi firma un disco personale e ispirato, composto da nove brani inediti, registrato agli Artesuono Recording Studios con la produzione condivisa insieme a Stefano Della Casa. Un lavoro che rappresenta un punto di arrivo e, allo stesso tempo, un nuovo inizio: la chitarra è la protagonista assoluta, in tutte le sue forme – classica, acustica, elettrica, baritono, 12 corde – e perfino come basso. Le atmosfere si muovono tra jazz, musica etnica, suggestioni classiche e aperture d’avanguardia, in equilibrio tra scrittura e improvvisazione.

L’album si snoda attraverso un percorso sonoro che alterna momenti di intimità a aperture più corali e articolate. Si parte con Sciarada, grazioso brano d’apertura, in cui le chitarre – acustica ed elettrica – si sovrappongono con delicatezza, mentre le percussioni discrete di Marco Fadda si inseriscono in un secondo momento. Il pezzo ruota attorno a una piccola melodia portante, reiterata, che fa da fulcro a un gioco di equilibri sonori.

Les Amours Imaginaires si apre come un’ampia pagina espressiva dominata dalla chitarra acustica, che intona una melodia carica di rimpianti e assenze, con influssi vagamente flamenco. La musica scava dentro l’ascoltatore, diluendosi infine in un gentile drone elettronico che prepara la scena a una parte improvvisata modale, un intreccio di echi spagnoleggianti e medio-orientali che torna poi alla scrittura iniziale.

Con Peace Song il disco prende una piega più pop, grazie a un ritmo vario di percussioni e al Fender Rhodes di Giovanni Ceccarelli che suona con delicatezza, quasi come un vibrafono. La chitarra acustica si fa protagonista con una melodia calda e intensa, che dialoga con il piano elettrico creando un’atmosfera morbida e leggermente malinconica, tra suggestioni etniche e lounge.

In Solace, la chitarra acustica di Falomi si muove lungo una linea melodica più complessa, con cambi tonali che oscillano tra un classicismo moderno e aperture jazzate, comunicando un senso di abbandono e introversione asciutta.

Ishtar, dal nome di un’antica dea babilonese, evoca invece un’atmosfera contemplativa e rasserenante, in cui le chitarre sovraincise si intrecciano con le percussioni orientaleggianti di Marco Fadda. Anche qui la scrittura prevede variazioni tonali e parentesi modali che suggeriscono un’espansione fisica e mentale.

Studio #1 si muove tra accordi moderatamente dissonanti e passaggi meditati, in un’ispirazione che richiama John Fahey e che sollecita spunti d’avanguardia. Le armonie lente e vagamente dispersive sono però strategicamente controllate, creando un’atmosfera densa di tensione riflessiva.

Con Stefano e Irene si torna a una melodia più tradizionale, basata sulla sovrapposizione di chitarre acustiche e accompagnata dalla voce eterea di Giulia Beatini. La sua presenza conferisce al brano una sensazione vaporosa di leggerezza, con colori chiari e luminosi, quasi immersi in un clima mediterraneo.

Enigma si apre con un’atmosfera dal sapore orientale, avvolgente e misteriosa. Le chitarre di Luca Falomi si intrecciano in un dialogo delicato e misurato - Un viaggio sonoro che cattura senza fretta, svelando lentamente le sue profondità più intime.

Infine, Step On Time chiude l’album con un’introduzione lenta e incantatoria che si evolve in una danza ritmica dalle sfumature latine. Qui la chitarra elettrica vibra in sottofondo accompagnando le escursioni dell’acustica, recuperando le molecole di flamenco già respirate nei brani d’apertura, e consegnando un finale vibrante e appassionato.

Nelle liner notes, Paolo Fresu descrive così l’anima di Myricae: "Le sue chitarre si spogliano del superfluo per vestire la sostanza che rimanda all’anima e al cuore. Myricae è il boato del silenzio in risposta a quello provocato dal tempo che corre e scorre incessantemente, tra conflitti e scoperte, umanesimo e tecnologia".

Parole che sintetizzano bene la natura di un disco che non ha fretta di farsi capire: preferisce farsi ascoltare, lentamente, fino a diventare parte di te. È un invito a fermarsi, a concedersi il lusso di un ascolto senza distrazioni, a lasciarsi attraversare dalle sfumature e dai respiri che abitano ogni brano.

Myricae non è solo un album di chitarra: è un diario sonoro che tiene insieme radici e futuro, intimità e condivisione. È la prova che, anche nel tempo frammentato e rumoroso in cui viviamo, c’è ancora spazio per la musica capace di parlare piano e arrivare lontano. Ascoltarlo significa, in fondo, ricordarsi che la bellezza non ha bisogno di alzare la voce per essere riconosciuta.

Immagine del chirarrista.
Luca Falomi

 Track list:

Sciarada
Les amours imaginaires
Peace song
Solace
Ishtar
Studio #1
Stefano e Irene
Enigma
Step on time 

Luca Falomi – chitarre classica, acustica, baritona, a 12 corde ed elettrica, basso
Stefano Della Casa – produzione e programmazione
Giovanni Ceccarelli – Fender Rhodes nel brano 3
Marco Fadda – percussioni nei brani 3 e 5
Giulia Beatini – voce nel brano 7 

Tutte le composizioni sono di  Luca Falomi.


English version 

 Luca Falomi – Myricae (Abeat Records, 2025)

 An instrumental journey between intimacy and togetherness, where the guitar becomes voice, landscape, and memory

Some records arrive like a silent embrace, and Myricae by Luca Falomi is one of them. Released by Abeat Records, it takes its name from Pascoli’s tamarisks – and, before that, from Virgil’s Bucolics – to evoke a kind of poetry that is only apparently simple, capable of telling the stories of everyday life, affections, and the small epiphanies that give meaning to our days. For Falomi, the title is also a personal homage to his father, a key figure in his musical journey: from a box of old cassette tapes recorded during his teenage years, the value of “small things” resurfaced, here transformed into sound and living memory.

After a career rich in collaborations, awards, and wide-ranging projects, Falomi signs a personal and inspired album, made of nine original tracks, recorded at Artesuono Recording Studios with production shared with Stefano Della Casa. A work that feels both like a point of arrival and a new beginning: the guitar is the absolute protagonist, in all its forms – classical, acoustic, electric, baritone, 12-string – and even as a bass. The atmospheres move between jazz, world music, classical suggestions, and avant-garde openings, balancing composition and improvisation.

The album unfolds through a sonic path alternating moments of intimacy with more layered and collective openings. It begins with Sciarada, a graceful opening track where acoustic and electric guitars delicately overlap, joined later by Marco Fadda’s subtle percussion. The piece revolves around a small recurring melody, a fulcrum for a play of sonic balances.

Les Amours Imaginaires opens like a wide expressive page dominated by the acoustic guitar, intoning a melody filled with longing and absence, tinged with a faint flamenco flavor. The music digs inward, eventually dissolving into a gentle electronic drone that sets the stage for a modal improvisation, weaving together Spanish and Middle Eastern echoes before returning to the initial writing.

With Peace Song, the record takes a more pop turn, thanks to a varied percussive rhythm and the delicate, almost vibraphone-like touch of Giovanni Ceccarelli’s Fender Rhodes. The acoustic guitar takes center stage with a warm and intense melody, dialoguing with the electric piano in an atmosphere that blends ethno-pop melancholy with lounge nuances.

In Solace, Falomi’s acoustic guitar traces a more complex melodic line, guided by tonal shifts that move between modern classicism and jazz-tinged openness, communicating a sense of abandonment and sober introversion.

Ishtar, named after the ancient Babylonian goddess, instead evokes a contemplative and serene mood, where layered guitars intertwine with Marco Fadda’s oriental-tinged percussion. Once again, tonal variations and modal passages suggest both physical and mental expansion.

Studio #1 moves through moderately dissonant chords and meditative passages, inspired by John Fahey’s style and sparking avant-garde ideas. Slow and somewhat dispersive harmonies are strategically controlled, creating an atmosphere dense with reflective tension.

With Stefano e Irene, the album returns to a more traditional melody, based on the overlapping of acoustic guitars and enriched by Giulia Beatini’s ethereal voice. Her presence adds a vaporous lightness, with bright, luminous colors that feel immersed in a Mediterranean atmosphere.

Enigma opens with an oriental-tinged mood, mysterious and enveloping. Falomi’s guitars weave into a delicate, measured dialogue – a sound journey that captivates without haste, slowly revealing its deepest layers.

Finally, Step On Time closes the album with a slow, enchanting introduction that evolves into a rhythmic dance with Latin hues. The electric guitar vibrates in the background, supporting the acoustic explorations and recalling the flamenco touches heard in the opening tracks, delivering a vibrant and passionate finale.

In the liner notes, Paolo Fresu describes the soul of Myricae as “guitars stripped of the superfluous to dress in the essence that speaks to soul and heart. Myricae is the roar of silence in response to the noise provoked by time rushing and flowing incessantly, between conflicts and discoveries, humanism and technology.”

Words that aptly capture the nature of a record that does not rush to be understood: it prefers to be listened to, slowly, until it becomes part of you. It’s an invitation to pause, to indulge in the luxury of distraction-free listening, to let yourself be carried by the nuances and breaths that inhabit every track.

Myricae is not just a guitar album: it is a sound diary that holds together roots and future, intimacy and sharing. It proves that, even in the fragmented and noisy time we live in, there is still room for music that speaks softly yet reaches far. Listening to it ultimately means remembering that beauty does not need to raise its voice to be recognized.

Track list:

Sciarada
Les amours imaginaires
Peace song
Solace
Ishtar
Studio #1
Stefano e Irene
Enigma
Step on time 

Luca Falomi – classical, acoustic, baritone, 12-string and electric guitars, bass
Stefano Della Casa – production and programming
Giovanni Ceccarelli – Fender Rhodes on track 3
Marco Fadda – percussion on tracks 3 and 5
Giulia Beatini – vocals on track 7

All compositions by Luca Falomi.