martedì 4 novembre 2025

NichelOdeon / Claudio Milano – Flipper: la voce come viaggio nel tempo | Redapolis Music Blog

NichelOdeon– Flipper (Folk Songs for the Judgment Day) 

NichelOdeon– Flipper (Folk Songs for the Judgment Day)

(Trumpf! Records, 2025)

Un’opera visionaria in cui la voce diventa strumento di memoria, trasformazione e ricerca senza confini.

Ci sono dischi che non si lasciano semplicemente ascoltare: ti attraversano, ti scorticano, ti fanno sentire il peso del tempo e della memoria. Flipper (Folk Songs for the Judgment Day) di Claudio Milano – realizzato in collaborazione con Teo Ravelli (borda) e pubblicato con il suo progetto NichelOdeon – è uno di quei rari lavori che mettono in discussione il concetto stesso di musica come racconto lineare.

Pubblicato da TRUMPF! Records in occasione del centenario di Luciano Berio, Flipper (Folk Songs for the Judgment Day) nasce da un lungo percorso di ricerca che attraversa oltre vent’anni di incisioni, incontri e trasfigurazioni sonore.
Accanto a Claudio Milano e Teo Ravelli (borda), partecipano Vincenzo Zitello, Vittorio Nistri, Stefano Giannotti, Gianni Lenoci, Filippo Manini, Paolo Tofani, Stefano Saletti, Jorge Quejo, Antonis Kalamoutsos, Tony Pagliuca, Erica Scherl, Evaristo Casonato, Andrea Grumelli, Francesca Badalini, Luca Casiraghi, Filippo Panichi, Giancarlo Oggionni, Camillo Pace, Claudio Pirro, Alessandro Seravalle e Andy Micarelli — un ensemble che contribuisce a costruire un mosaico sonoro capace di abbattere i confini tra epoche, stili e linguaggi.

Ho ascoltato questo disco più volte negli ultimi giorni, e ogni volta è stato come varcare una soglia: entrare in un universo parallelo dove le melodie non seguono una linea, ma si manifestano e scompaiono, si intrecciano e si rincorrono come frammenti di sogno e memoria. C’è una forza che travolge, una tensione che non concede tregua: quella sensazione di impatto, di urgenza, che Milano stesso descrive come “un TIR che ti viene addosso”. E in effetti, Flipper ti investe così — con la sua intensità, con la sua verità.
La paura, che attraversa tutto il progetto, non è mai sterile: è energia, spinta vitale, principio di trasformazione. È ciò che genera il suono e, allo stesso tempo, lo dissolve.

Questo lavoro nasce dal dialogo con la storia, ma la attraversa come un sogno inquieto, deformandone i contorni e restituendola in una dimensione intima, quasi carnale. Ogni brano sembra oscillare tra timore e meraviglia: la paura del tempo che scorre, del ricordo che si sbriciola, della perdita, ma anche quella — più sottile — che accompagna ogni incontro autentico con la bellezza.
Le melodie si specchiano e si confondono, si dissolvono in un flusso sonoro dove reale e immaginario si sfiorano senza mai combaciare del tutto. E chi ascolta si ritrova a vagare dentro una memoria collettiva e disorientata, dove la storia non appartiene più a chi l’ha scritta, ma a chi ha ancora il coraggio di sentirla.

Dal punto di vista sonoro, Flipper è un’esperienza che disarma. Tutto nasce dalla voce di Milano, lasciata sola, nuda, prima che ogni altro suono la raggiunga e la trasformi. Su quella voce – fragile o feroce, limpida o distorta – si costruiscono mondi sonori che non imitano, ma reinventano. Ogni brano diventa così una piccola rinascita, un viaggio dove la memoria incontra l’immaginazione.

In Quando Ricordiamo di Berio e Calvino la voce si fa racconto e respiro, unisce letteratura e musica contemporanea in un atto di sospensione. In La Fenice di Cocciante e Santandrea il pop diventa rito, risorge nel silenzio. Il Canto degli Italiani, nella versione per Apostasia della Bellezza, si frantuma in mille frammenti di identità, mentre Albergo a Ore di Pagani, La Chanson de Vieux Amants di Brel e Avec le Temps di Ferré portano in superficie la vulnerabilità dell’amore, tra carne e distanza.

C’è la delicatezza di La Costruzione di un Amore e La Canzone dell’Amore Perduto, il respiro sospeso di Mi Sono Innamorato di Te, la forza intima di Non, Je ne Regrette Rien. Cornflake Girl di Tori Amos riporta il presente nel passato, mentre I’m Late di Milano e Carroll gioca con il tempo fino a dissolverlo. Alexanderplatz diventa un luogo interiore, The Cold Genius Song e Après un Rêve incarnano il sogno barocco che si fa corpo.

Il viaggio prosegue tra i canti popolari Lu Rusciu de lu Mare e Maramao, i madrigali Ahi! Amours e So Ben Mi C’ha Bon Tempo, e quelle canzoni che appartengono alla nostra memoria condivisa, da Mad About You ad Adesso Si, da Fenesta ca Lucive a Una Lunga Storia d’Amore. Fino a incontrare le voci di Tenco, Fossati, Modugno, Battiato: presenze che riemergono come echi familiari, fragili e luminosi.

La parte finale ha il respiro di una preghiera laica: La Canzone dei Soli, Dopo, The Sleeper, La Flagellazione di Cristo, From Her to Eternity, Don Giovanni, La Realtà non Esiste, L’Ombra della Luce. È lì che tutto si compie. La voce rimane sola, di nuovo, ma questa volta non è più silenzio: è ritorno, consapevolezza, luce che si fa suono.

Claudio Milano

Ciò che più colpisce, ascoltando Flipper, è il coraggio con cui Milano affronta la materia musicale. Nulla è lasciato intatto: ogni melodia viene smontata, deformata, riportata a un’essenza che non consola ma rivela. L’ascolto non è mai semplice né rassicurante – è un atto di esposizione, una prova di sincerità. La paura diventa linguaggio, la memoria suono, e la bellezza, come sempre, resta un rischio.

L’artwork firmato da Bamto e Niccolò Clemente su concept di Milano amplifica questa sensazione: immagini e colori sembrano emergere da un mondo distorto, quasi post-umano, dove la musica non illustra ma interroga.

Flipper (Folk Songs for the Judgment Day) è un viaggio senza direzione, un diario di sogni e ferite, di verità sfiorate più che trovate. È la voce di chi attraversa il tempo e lo lascia passare attraverso di sé, fino a trasformarlo in canto. Ogni brano sembra nascere da una necessità profonda, come se la musica fosse l’unico modo possibile per dare forma alla memoria, al silenzio, alla paura.

Non è un disco da ascoltare distrattamente: va vissuto. Ti chiede tempo, attenzione, disponibilità a perderti. E in cambio ti restituisce qualcosa di raro — la sensazione di essere dentro un corpo sonoro che respira, che sbaglia, che continua a cercare. È un’esperienza che muta a ogni ascolto, come se il disco stesso cambiasse con te.

Forse il momento migliore per lasciarsi attraversare da Flipper è la notte, quando le parole si fanno più leggere e la mente smette di difendersi. Allora tutto si ricompone: la voce, le assenze, la luce che filtra da lontano. E resta solo questo canto, fragile e necessario, che continua — anche dopo il silenzio.

Track list:

Quando Ricordiamo – Luciano Berio / Italo Calvino – 1980
La Fenice – Riccardo Cocciante / Rodolfo Santandrea – 1984
Il Canto degli Italiani – per Apostasia della Bellezza di Marc Vincent Kalinka – Goffredo Mameli / Michele Novaro – 1847
Albergo a Ore – Herbert Pagani – 1969
La Chanson de Vieux Amants – Jacques Brel / Gérard Jouannest – 1967
Avec le Temps – E. Medail / Léo Ferré – 1970
La Costruzione di un Amore – Ivano Fossati – 1978
La Canzone dell’Amore Perduto – Fabrizio De André – 1966
Mi Sono Innamorato di Te – Luigi Tenco – 1962
Non, Je ne Regrette Rien – Charles Dumont / Michel Vaucaire – 1956
Cornflake Girl – Tori Amos – 1994
I’m Late – Claudio Milano / Lewis Carroll – 1856 / 2020
Alexanderplatz – Alfredo Cohen / Franco Battiato / Giusto Pio – 1982
The Cold Genius Song – Henry Purcell / John Dryden – 1691
Après un Rêve, op. 7 n.1 – Gabriel Fauré / R. Bussine – 1870–1878
Il Pianto della Madonna – Claudio Monteverdi / Ottavio Rinuccini – 1641
Lusive la Lune – La Canzone della Notte di Natale – tradizionale friulano – XVIII sec.
Lu Rusciu de lu Mare – tradizionale salentino – XVI / XVII sec.
Maramao – Mario Consiglio / Mario Panzeri, da “Scura Maje”, “Mara Maje”, “Lamento di una Vedova” – tradizionale Abruzzo e Basilicata XIV / XV sec., poi canzone antifascista
Ahi! Amours – Conon de Béthune – 1189 circa
So Ben Mi C’ha Bon Tempo – Orazio Vecchi – 1590
Mad About You – Alex Callier – 2000
Adesso Si – Sergio Endrigo – 1966
Fenesta ca Lucive – Matteo Di Ganci / Guglielmo Cottrau / Vincenzo Bellini / Giulio Genoino, da poesia del XVI sec. musicata nel 1842
E Se Domani – Carlo Alberto Rossi / Giorgio Calabrese – 1964
Una Lunga Storia d’Amore – Gino Paoli – 1984
Lontano, Lontano – Luigi Tenco – 1966
Vecchio Frack – Domenico Modugno – 1955
E non Finisce Mica il Cielo – Ivano Fossati – 1982
Estate – Bruno Martino / Bruno Brighetti – 1960
Summertime – George Gershwin / DuBose Heyward / Ira Gershwin – 1935
Black Is the Color of My True Love’s Hair – tradizionale scozzese / John Jacob Niles – XVIII sec. (circa)
La Canzone dei Soli – Claudio Milano – 2021
…Dopo – Claudio Milano / Vincenzo Zitello – 2018
The Sleeper – Peter Hammill / Edgar Allan Poe – 1831 / 1991
La Flagellazione di Cristo – recitarcantando – Claudio Milano – 2025
From Her to Eternity – Barry Adamson / Blixa Bargeld / Nick Cave / Mick Harvey / Anita Lane / Hugo Race – 1984
Don Giovanni – Lucio Battisti / Pasquale Panella – 1986
La Realtà non Esiste – Claudio Rocchi – 1971
L’Ombra della Luce – Franco Battiato / Giusto Pio – 1991

I brani disponibili solo nella versione digitale comprendono un repertorio ampio e sorprendente: da Evaporazione di Tofani, Fariselli e Albergoni (1976) a Zingara (1969), fino a Memory di Andrew Lloyd Webber (1981) e Take a Pebble di Greg Lake (1970). Ci sono incursioni nel pop contemporaneo con Titanium di David Guetta e Sia (2011), e omaggi a icone come David Bowie con Quicksand (1971). Completano il quadro Il tuo arredamento di ZORAMA (2018), The Power of Love di Jennifer Rush (1984) e la tradizionale Maikäfer Flieg, risalente al XIX secolo.

Ascoltalo su Bandcamp 

 
 English version 

NichelOdeon– Flipper (Folk Songs for the Judgment Day)

(Trumpf! Records, 2025)

 A visionary work in which the voice becomes an instrument of memory, transformation, and boundless exploration

There are records that can’t simply be listened to — they pierce through you, strip you bare, and make you feel the weight of time and memory. Flipper (Folk Songs for the Judgment Day) by Claudio Milano — created in collaboration with Teo Ravelli (borda) and released under his project NichelOdeon — is one of those rare works that challenge the very idea of music as a linear narrative.

Released by TRUMPF! Records to mark the centenary of Luciano Berio, Flipper (Folk Songs for the Judgment Day) was born from a long process of research that spans over twenty years of recordings, encounters, and sonic transfigurations.
Alongside Claudio Milano and Teo Ravelli (borda), the album features Vincenzo Zitello, Vittorio Nistri, Stefano Giannotti, Gianni Lenoci, Filippo Manini, Paolo Tofani, Stefano Saletti, Jorge Quejo, Antonis Kalamoutsos, Tony Pagliuca, Erica Scherl, Evaristo Casonato, Andrea Grumelli, Francesca Badalini, Luca Casiraghi, Filippo Panichi, Giancarlo Oggionni, Camillo Pace, Claudio Pirro, Alessandro Seravalle, and Andy Micarelli — an ensemble that builds a sonic mosaic capable of breaking down boundaries between eras, styles, and languages.

I’ve listened to this record several times over the past few days, and each time it felt like crossing a threshold — stepping into a parallel universe where melodies don’t follow a line, but rather appear and vanish, intertwine and chase one another like fragments of dream and memory. There’s a force that overwhelms, a tension that never relents: that impact, that urgency, which Milano himself describes as “a truck coming straight at you.” And indeed, Flipper hits you just like that — with its intensity, with its truth.
Fear, which permeates the entire work, is never sterile: it is energy, a vital drive, a principle of transformation. It is what generates sound and, at the same time, what dissolves it.

This work is born from a dialogue with history, but it crosses it like a restless dream, distorting its outlines and returning it in an intimate, almost carnal dimension. Each track seems to oscillate between fear and wonder: the fear of passing time, of memory crumbling, of loss — but also that subtler fear that accompanies every true encounter with beauty.
Melodies reflect and blur, dissolving into a sonic flow where the real and the imagined brush against each other without ever fully merging. And the listener ends up wandering within a disoriented collective memory, where history no longer belongs to those who wrote it, but to those who still have the courage to feel it.

From a sonic perspective, Flipper is a disarming experience. Everything begins with Milano’s voice — left alone, bare, before any other sound reaches or transforms it. Upon that voice — fragile or ferocious, pure or distorted — entire sound worlds are built, not imitated but reinvented. Each piece becomes a small rebirth, a journey where memory meets imagination.

In Quando Ricordiamo by Berio and Calvino, the voice becomes both story and breath, blending literature and contemporary music into an act of suspension. La Fenice by Cocciante and Santandrea turns pop into ritual, rising again from silence. Il Canto degli Italiani, in its Apostasia della Bellezza version, shatters into fragments of identity, while Albergo a Ore by Pagani, La Chanson de Vieux Amants by Brel, and Avec le Temps by Ferré reveal the vulnerability of love — between flesh and distance.

There is the delicacy of La Costruzione di un Amore and La Canzone dell’Amore Perduto, the suspended breath of Mi Sono Innamorato di Te, the intimate strength of Non, Je ne Regrette Rien. Cornflake Girl by Tori Amos brings the present into the past, while I’m Late by Milano and Carroll plays with time until it disappears. Alexanderplatz becomes an inner landscape, while The Cold Genius Song and Après un Rêve embody a baroque dream made flesh.

The journey continues through folk songs like Lu Rusciu de lu Mare and Maramao, madrigals such as Ahi! Amours and So Ben Mi C’ha Bon Tempo, and pieces that belong to our shared musical memory — from Mad About You to Adesso Si, from Fenesta ca Lucive to Una Lunga Storia d’Amore. Until we meet the voices of Tenco, Fossati, Modugno, and Battiato — presences that resurface like familiar, fragile, luminous echoes.

The final part breathes like a secular prayer: La Canzone dei Soli, …Dopo, The Sleeper, La Flagellazione di Cristo, From Her to Eternity, Don Giovanni, La Realtà non Esiste, and L’Ombra della Luce. This is where everything finds completion. The voice remains alone again — but this time, it is no longer silence: it is return, awareness, light turning into sound.
What strikes most about Flipper is the courage with which Milano handles musical matter. Nothing is left untouched: every melody is dismantled, deformed, brought back to an essence that does not console but reveals. Listening is never easy or reassuring — it’s an act of exposure, a test of sincerity. Fear becomes language, memory becomes sound, and beauty, as always, remains a risk.

The artwork, designed by Bamto and Niccolò Clemente from a concept by Milano, amplifies this feeling: images and colors seem to rise from a distorted, almost post-human world, where music doesn’t illustrate but questions.

Flipper (Folk Songs for the Judgment Day) is a journey without direction, a diary of dreams and scars, of truths more glimpsed than found. It is the voice of someone who has crossed through time and lets it flow through them, turning it into song. Each piece feels born of necessity, as if music were the only way to give form to memory, to silence, to fear.

This isn’t an album to play in the background — it’s one to live. It asks for time, for attention, for your willingness to get lost. In return, it gives something rare: the sense of being inside a living, breathing body of sound — imperfect, human, and searching. It’s an experience that changes with every listen, as if the record itself were changing along with you.

Perhaps the best time to let Flipper take hold of you is at night, when words grow lighter and the mind stops defending itself. Then everything falls into place again — the voice, the absences, the light filtering from afar. And all that remains is this fragile, necessary song that continues — even after the silence.

Track list:

Quando Ricordiamo – Luciano Berio / Italo Calvino – 1980
La Fenice – Riccardo Cocciante / Rodolfo Santandrea – 1984
Il Canto degli Italiani – per Apostasia della Bellezza di Marc Vincent Kalinka – Goffredo Mameli / Michele Novaro – 1847
Albergo a Ore – Herbert Pagani – 1969
La Chanson de Vieux Amants – Jacques Brel / Gérard Jouannest – 1967
Avec le Temps – E. Medail / Léo Ferré – 1970
La Costruzione di un Amore – Ivano Fossati – 1978
La Canzone dell’Amore Perduto – Fabrizio De André – 1966
Mi Sono Innamorato di Te – Luigi Tenco – 1962
Non, Je ne Regrette Rien – Charles Dumont / Michel Vaucaire – 1956
Cornflake Girl – Tori Amos – 1994
I’m Late – Claudio Milano / Lewis Carroll – 1856 / 2020
Alexanderplatz – Alfredo Cohen / Franco Battiato / Giusto Pio – 1982
The Cold Genius Song – Henry Purcell / John Dryden – 1691
Après un Rêve, op. 7 n.1 – Gabriel Fauré / R. Bussine – 1870–1878
Il Pianto della Madonna – Claudio Monteverdi / Ottavio Rinuccini – 1641
Lusive la Lune – La Canzone della Notte di Natale – tradizionale friulano – XVIII sec.
Lu Rusciu de lu Mare – tradizionale salentino – XVI / XVII sec.
Maramao – Mario Consiglio / Mario Panzeri, da “Scura Maje”, “Mara Maje”, “Lamento di una Vedova” – tradizionale Abruzzo e Basilicata XIV / XV sec., poi canzone antifascista
Ahi! Amours – Conon de Béthune – 1189 circa
So Ben Mi C’ha Bon Tempo – Orazio Vecchi – 1590
Mad About You – Alex Callier – 2000
Adesso Si – Sergio Endrigo – 1966
Fenesta ca Lucive – Matteo Di Ganci / Guglielmo Cottrau / Vincenzo Bellini / Giulio Genoino, da poesia del XVI sec. musicata nel 1842
E Se Domani – Carlo Alberto Rossi / Giorgio Calabrese – 1964
Una Lunga Storia d’Amore – Gino Paoli – 1984
Lontano, Lontano – Luigi Tenco – 1966
Vecchio Frack – Domenico Modugno – 1955
E non Finisce Mica il Cielo – Ivano Fossati – 1982
Estate – Bruno Martino / Bruno Brighetti – 1960
Summertime – George Gershwin / DuBose Heyward / Ira Gershwin – 1935
Black Is the Color of My True Love’s Hair – tradizionale scozzese / John Jacob Niles – XVIII sec. (circa)
La Canzone dei Soli – Claudio Milano – 2021
…Dopo – Claudio Milano / Vincenzo Zitello – 2018
The Sleeper – Peter Hammill / Edgar Allan Poe – 1831 / 1991
La Flagellazione di Cristo – recitarcantando – Claudio Milano – 2025
From Her to Eternity – Barry Adamson / Blixa Bargeld / Nick Cave / Mick Harvey / Anita Lane / Hugo Race – 1984
Don Giovanni – Lucio Battisti / Pasquale Panella – 1986
La Realtà non Esiste – Claudio Rocchi – 1971
L’Ombra della Luce – Franco Battiato / Giusto Pio – 1991

I brani disponibili solo nella versione digitale comprendono un repertorio ampio e sorprendente: da Evaporazione di Tofani, Fariselli e Albergoni (1976) a Zingara (1969), fino a Memory di Andrew Lloyd Webber (1981) e Take a Pebble di Greg Lake (1970). Ci sono incursioni nel pop contemporaneo con Titanium di David Guetta e Sia (2011), e omaggi a icone come David Bowie con Quicksand (1971). Completano il quadro Il tuo arredamento di ZORAMA (2018), The Power of Love di Jennifer Rush (1984) e la tradizionale Maikäfer Flieg, risalente al XIX secolo.

Listen to it on Bandcamp