mercoledì 30 luglio 2025

Sublimazione: in arrivo il nuovo live album de Il Segno del Comando | Redapolis Music Blog

Il Segno del Comando - Sublimazione 

Un disco live non è solo una fotografia di ciò che accade sul palco. È un rito, una trasmutazione. E Sublimazione, il nuovo album de Il Segno del Comando, storica formazione dark prog metal, sembra nascere proprio da questa consapevolezza.

Ujig - Delta | Nel delta delle note, un viaggio fluido tra differenze che diventano ricchezza | Redapolis Music Blog

Immagine della copertina del disco.
 

Ujig - Delta (Luminol Records, 2025)

Nel delta delle note, un viaggio fluido tra differenze che diventano ricchezza

C’è qualcosa di profondamente magnetico nel nuovo lavoro degli Ujig, Delta, un album che scorre come un fiume, capace di portarti in luoghi inattesi. Il quartetto milanese – Konstantin Kräutler (batteria), Edoardo Maggioni (tastiere), Marco Leo (chitarre) e Cesare Pizzetti (basso) – torna con un disco che è insieme evoluzione e manifesto: un antidoto all’omologazione, come loro stessi lo definiscono, ma anche un viaggio spirituale tra progressive, jazz e fusion.

martedì 29 luglio 2025

Cormorano - L’inciampo dell’Uovo | Un uovo che rotola e si rompe, un disco che ti costringe a guardarti dentro | Redapolis Music Blog

Cormorano - L’inciampo dell’Uovo

 Cormorano - L’inciampo dell’Uovo (Lizard Records, 2025)

Un uovo che rotola e si rompe, un disco che ti costringe a guardarti dentro

Dopo il debutto Girotondo (giro) fuori scena nel 2000 e la rinascita con Obliquizioni… prima che l’aquilone se ne voli via nel 2023, i Cormorano di Raffaello Regoli tornano con un lavoro che sa di filosofia e coraggio. Un’opera che non teme il rischio, che si espone con sincerità. Otto brani in cui la voce di Regoli — da anni ideatore della rassegna Omaggio a Demetrio Stratos — è guida e strumento, materia sonora e pensiero incarnato. Una voce che sa piegarsi alla melodia, scartare nella sperimentazione, librarsi come un canto rituale o farsi sussurro interiore.

lunedì 28 luglio 2025

Chiara Orlando – Who Are You? Chiara Orlando trasforma le parole di Emily Dickinson in musica che interroga e accoglie | Redapolis Music Blog

Chiara Orlando – Who Are You?
 

Chiara Orlando – Who Are You? (Filibusta Records, 2025)

Chiara Orlando trasforma le parole di Emily Dickinson in musica che interroga e accoglie

C’è una domanda che arriva dritta al cuore, e Chiara Orlando la trasforma in musica: Who Are You?. Non è un interrogativo qualsiasi, ma un invito a scavare dietro le maschere, quando il “teatro della vita” diventa stanco di recitare copioni privi di sincerità. L’artista siciliana, voce e tromba, si mette a nudo in un album pubblicato da Filibusta Records, che prende forma intorno alle parole di Emily Dickinson – quella poetessa capace di rivelare l’essenza dell’esistenza in pochi versi – e ne fa materia sonora, tra delicatezze, ombre e improvvise accensioni.

venerdì 25 luglio 2025

Antonio Clemente – Casavacanze | Un viaggio tra memoria, radici e nuovi orizzonti sonori | Redapolis Music Blog

Immagine della copertina del disco.
 

Antonio Clemente – Casavacanze (Autoprodotto, 2024)

Un viaggio tra memoria, radici e nuovi orizzonti sonori

Solo ora vengo a conoscenza, grazie allo stesso Antonio Clemente, di questo gran bel disco: Casavacanze, il quinto album del cantautore siciliano di adozione genovese. Un disco che, come spesso accade con certe scoperte preziose, arriva con la naturalezza delle cose che sembrano aspettarti da tempo. E subito mi colpisce il titolo, che unisce due parole apparentemente opposte: casa, nido intimo e rassicurante, e vacanza, sinonimo di svago, viaggio, avventura. Due mondi che si incontrano e dialogano anche in copertina, dove spicca un dipinto a olio realizzato da Clemente stesso: un gelso enorme che ombreggia il cortile della casa-vacanze, simbolo di memoria e radici.

giovedì 24 luglio 2025

Andrea Zacchia – Anemoia | Tra vento e memoria, un trio che scolpisce il tempo con suoni sospesi e silenzi densi di senso | Redapolis Music Blog

Immagine della copertina.
 

Andrea Zacchia – Anemoia (Filibusta Records, 2025)

Tra vento e memoria, un trio che scolpisce il tempo con suoni sospesi e silenzi densi di senso

Ci sono dischi che non ti chiedono di ascoltarli: ti invitano a entrare in una stanza silenziosa, dove ogni nota è un frammento di memoria che forse non ti appartiene, eppure senti di riconoscere. Anemoia, il nuovo lavoro del chitarrista Andrea Zacchia, è esattamente questo: un diario in codice, fatto di risonanze interiori più che di fatti concreti, sospeso tra il ricordo e l’immaginazione.

mercoledì 23 luglio 2025

Bonny Jack - Somewhere, Nowhere | Un viaggio acustico nei deserti dell’anima | Redapolis Music Blog

Immagine della copertina del disco.
 

Bonny Jack - Somewhere, Nowhere (Autoprodotto, 2025)

Un viaggio acustico nei deserti dell’anima

Ci sono dischi che non cercano di impressionarti: ti parlano a bassa voce, ti avvolgono e poi, senza accorgertene, ti portano altrove. Somewhere, Nowhere, il nuovo lavoro di Bonny Jack, ha la forza silenziosa di un tramonto nel deserto. L’ho ascoltato in una mattina d’estate, con il sole già alto e l’aria ferma, e mi sono ritrovato in un altro tempo, in un altro spazio: quello delle strade polverose, delle frontiere invisibili e delle anime erranti.

Bonny Jack, al secolo Matteo Senese, è un poliedrico one man band capace di muoversi con disinvoltura tra blues, folk e country, mescolandoli in un linguaggio tutto suo che guarda alla tradizione americana senza risultare mai derivativo. Dopo Bone River Blues (2020) e Night Lore Blues (2021), arriva al terzo album con Somewhere, Nowhere, pubblicato il 27 giugno: undici tracce originali che confermano la maturità artistica e la capacità di evocare paesaggi sonori pieni di ombre e luce.

Bonny Jack è avvezzo a calcare i palchi – non solo in Italia, ma anche in molte nazioni europee e in Sud America – esibendosi spesso da solo, ma per questo nuovo lavoro ha arricchito la sua scrittura con interventi preziosi di altri musicisti: Guido Jandelli (armonica, chitarra elettrica, slide), Andrea Vettor (percussioni), Angelica Foshi (fisarmonica), Ren Vas Terul (armonica), Tyler R. (tromba), Alia (voce) e Brian D. (violino). Ne risulta un sound più stratificato, che resta però fedele all’essenzialità e all’intensità della sua cifra stilistica.

Fin dal primo ascolto, con Uncle Jack, chiudendo gli occhi, ci si ritrova immersi nelle atmosfere polverose di un western: il banjo scandisce il ritmo, la voce graffia come polvere secca e ti trascina in una storia di radici e memoria. La stessa sensazione ritorna nei brani successivi, dove la scrittura si fa evocativa e ipnotica, come se ogni canzone fosse la scena di un film immaginario.

Le undici tracce scorrono come capitoli di un diario on the road. Carnival Valley ammalia con la sua energia scura e ipnotica; DamaJuana introduce sapori sudamericani, mentre Tell Me si mostra come una ballata intima, con la voce di Bonny Jack che si fa confessione. Me & My Allies ha l’andatura lenta e polverosa di una marcia sotto il sole cocente, mentre Mexican Standoff alza la tensione come un duello sonoro da western crepuscolare.

C’è spazio per l’incanto in Mother Moon, dove la fisarmonica di Angelica Foshi accarezza la notte, e per atmosfere sospese in The Glacier, un brano dal respiro gelido e contemplativo. Wake Up porta un’energia più diretta e istintiva, e Devil’s Saddle rallenta in un passo svogliato e malinconico, con il banjo e il violino di Brian D. che disegnano un paesaggio sonoro dolente e fragile. Chiude Post Apocalypse Song, che ha il sapore di una resa dei conti: la voce si dissolve come vento tra le rocce, lasciando un’eco di solitudine.

E poi c’è il packaging: una piccola scatola di cartone chiusa da uno spago, che contiene – oltre al CD – gadget e un foglio pieghevole con l’immagine originale della copertina. Un dettaglio che racconta la cura artigianale e la poetica analogica di Bonny Jack.

Somewhere, Nowhere non ha bisogno di etichette. È un disco che ti prende per mano e ti porta lontano, tra cieli infiniti e strade battute dal vento. Non importa se lo chiamerete blues, folk o country: queste canzoni sono storie sussurrate all’orecchio, cariche di polvere e di verità.

C’è una bellezza ruvida in questo lavoro, una forza silenziosa che ti resta dentro anche quando la musica si spegne. Non è solo un album da ascoltare: è un luogo in cui tornare ogni volta che avete bisogno di perdervi per ritrovarvi.

Bonny Jack (Matteo Senese)

Track list:
Uncle Jack
Carnival Valley
DamaJuana
Tell Me
Me & My Allies
Mexican Standoff
Mother Moon
The Glacier
Wake Up
Devil’s Saddle
Post Apocalypse Song

Bonny Jack – voce, chitarra acustica, banjo, armonica
Guido Jandelli – armonica, chitarre elettriche e slide
Andrea Vettor – percussioni
Ren Vas Terul – armonica
Angelica Foshi – fisarmonica
Tyler R. – tromba
Alia – voce
Brian D. – violino

Registrato e autoprodotto da Bonny Jack


 English version

 Bonny Jack - Somewhere, Nowhere (Autoprodotto, 2025) 

An acoustic journey through the deserts of the soul

There are albums that don’t try to impress you: they speak in a low voice, they wrap around you and, before you know it, take you elsewhere. Somewhere, Nowhere, the new work by Bonny Jack, has the silent strength of a desert sunset. I listened to it on a summer morning, with the sun already high and the air perfectly still, and suddenly I found myself in another time, another place: dusty roads, invisible borders, and wandering souls.

Bonny Jack, aka Matteo Senese, is a versatile one-man band who moves effortlessly between blues, folk and country, blending them into his own language that looks to American tradition without ever sounding derivative. After Bone River Blues (2020) and Night Lore Blues (2021), he arrives at his third album with Somewhere, Nowhere, released on June 27: eleven original tracks that confirm his artistic maturity and his ability to evoke soundscapes filled with shadows and light.

Bonny Jack is no stranger to the stage – not only in Italy, but across many European countries and in South America – often performing solo. But for this new work, he has enriched his writing with the valuable contributions of other musicians: Guido Jandelli (harmonica, electric guitar, slide guitar), Andrea Vettor (percussion), Angelica Foshi (accordion), Ren Vas Terul (harmonica), Tyler R. (trumpet), Alia (vocals), and Brian D. (violin). The result is a more layered sound that remains faithful to the essential, intense character of his style.

From the very first listen, Uncle Jack pulls you into dusty western-like atmospheres: the banjo keeps the pace, the voice scratches like dry dust and drags you into a story of roots and memory. That same feeling lingers in the following tracks, where the writing becomes evocative and hypnotic, as if each song were a scene from an imaginary film.

The eleven tracks unfold like chapters in a road diary. Carnival Valley entrances with its dark, hypnotic energy; DamaJuana brings subtle South American flavors, while Tell Me emerges as an intimate ballad, with Bonny Jack’s voice turning into a whispered confession. Me & My Allies has the slow, dusty gait of a march under a scorching sun, while Mexican Standoff raises the tension like a sonic duel in a twilight western.

There’s room for enchantment in Mother Moon, where Angelica Foshi’s accordion caresses the night, and for suspended atmospheres in The Glacier, a track with a frozen, contemplative breath. Wake Up delivers more direct, instinctive energy, and Devil’s Saddle slows down into a languid, melancholic pace, with banjo and Brian D.’s violin painting a sorrowful, fragile soundscape. The album closes with Post Apocalypse Song, which carries the flavor of a final reckoning: the voice dissolves like wind on the rocks, leaving behind an echo of solitude.

And then there’s the packaging: a small cardboard box tied with string, containing – besides the CD – some gadgets and a folded sheet with the original cover artwork. A detail that speaks to Bonny Jack’s artisanal care and analog poetry.

Somewhere, Nowhere doesn’t need labels. It’s an album that takes you by the hand and carries you far away, across endless skies and wind-beaten roads. Whether you call it blues, folk or country doesn’t really matter: these songs are whispered stories, full of dust and truth.

There’s a raw beauty in this work, a silent strength that stays with you even when the music fades. It’s not just an album to listen to: it’s a place to return to whenever you need to lose yourself in order to be found.

Track list:
Uncle Jack
Carnival Valley
DamaJuana
Tell Me
Me & My Allies
Mexican Standoff
Mother Moon
The Glacier
Wake Up
Devil’s Saddle
Post Apocalypse Song 

Credits
Bonny Jack – vocals, acoustic guitar, banjo, harmonica
Guido Jandelli – harmonica, electric guitars, slide guitar
Andrea Vettor – percussion
Ren Vas Terul – harmonica
Angelica Foshi – accordion
Tyler R. – trumpet
Alia – vocals
Brian D. – violin

Recorded and self-produced by Bonny Jack