venerdì 25 luglio 2025

Antonio Clemente – Casavacanze | Un viaggio tra memoria, radici e nuovi orizzonti sonori | Redapolis Music Blog

Immagine della copertina del disco.
 

Antonio Clemente – Casavacanze (Autoprodotto, 2024)

Un viaggio tra memoria, radici e nuovi orizzonti sonori

Solo ora vengo a conoscenza, grazie allo stesso Antonio Clemente, di questo gran bel disco: Casavacanze, il quinto album del cantautore siciliano di adozione genovese. Un disco che, come spesso accade con certe scoperte preziose, arriva con la naturalezza delle cose che sembrano aspettarti da tempo. E subito mi colpisce il titolo, che unisce due parole apparentemente opposte: casa, nido intimo e rassicurante, e vacanza, sinonimo di svago, viaggio, avventura. Due mondi che si incontrano e dialogano anche in copertina, dove spicca un dipinto a olio realizzato da Clemente stesso: un gelso enorme che ombreggia il cortile della casa-vacanze, simbolo di memoria e radici.

Classe 1982, Clemente è nato a Castelvetrano, in Sicilia, ma la sua vita e la sua arte si sono arricchite nel tempo di migrazioni interiori ed esteriori. Oggi vive a Genova, ma porta con sé, nelle canzoni, quella Sicilia di suoni, odori e luci che si mescolano ai colori della Liguria. Laureato alle Accademie di Belle Arti di Palermo e Genova, è anche pittore e autore di poesie: la sua musica è solo una delle forme espressive con cui racconta un mondo fatto di suggestioni, ricordi e interrogativi. Ha cominciato a scrivere canzoni nel 2000, quando ricevette in regalo una chitarra per i suoi diciotto anni, e da allora non ha mai smesso di intrecciare parole e melodie.

In questo senso Casavacanze è un album che lo rappresenta profondamente. Il titolo – racconta Clemente – evoca non solo le località di villeggiatura che hanno ispirato alcuni brani, ma anche un’idea più intima e complessa: un luogo “un po’ casa e un po’ vacanza”, sintesi tra raccoglimento e desiderio di evasione. Casa-vacanze è, nelle sue parole, “una sorta di ossimoro che allude ai temi trattati nel disco”: la ricerca di una dimensione interiore fatta di silenzi e radici, mescolata a una voglia di libertà, allegria e movimento. Una voglia di vivere autentica, tra introspezione ed esplorazione, tra il dentro e il fuori. Con una consapevolezza sottile: quella che a volte ci si sente accolti e “a casa” in luoghi sconosciuti, e stranieri nei luoghi in cui si è cresciuti. Un senso di inadeguatezza che diventa, nel disco, chiave di lettura poetica della realtà.

Con all’attivo quattro album in studio – da Davvero (2012) a I confini del giorno (2020) – Clemente ha costruito negli anni un percorso coerente e libero, sempre sospeso tra canzone d’autore e sperimentazioni leggere che accolgono influenze blues, manouche, bossa nova. Un percorso che trova in Casavacanze una sintesi matura e vibrante, capace di parlare alla memoria e al presente, alla testa e al cuore.

L’album, autoprodotto, è un mosaico sonoro in cui si muovono ben sedici musicisti: chitarre classiche e manouche, pianoforte, violino, fisarmonica, sax, tromba, tammorra, zufolo, mandolino, un tenore e persino un coro folk. Ogni strumento respira con voce propria, ma contribuisce a creare un affresco d’insieme compatto e vivo. Le atmosfere oscillano tra allegria estiva e malinconia struggente, con brani che toccano corde diverse ma parlano la stessa lingua emotiva.

Tra i momenti più intensi, Lu terremmotu si impone come una canzone di protesta: un folk-blues cantato in dialetto siciliano, che racconta il terremoto della Valle del Belice del 1968. Il friscalettu, la tammorra e il canto popolare ne amplificano il senso di ferita collettiva, memoria dolorosa e mai sanata.

Ma Casavacanze è anche leggerezza, voglia di sole e di abbandono. L’iniziale Intro #2, brevissima e quasi sussurrata, apre il disco come una porta socchiusa su un mondo personale. Ode al sole e La mia casa celebrano il legame profondo tra uomo, natura e radici, mentre Come il vento soffia via con leggerezza, lasciando dietro di sé una sensazione di libertà.

Parlami di te è tra i brani più lunghi e intensi: una confessione aperta, un dialogo che si fa musica. Aprile e Notte di giugno evocano stagioni dell’anima, con melodie sospese tra nostalgia e dolcezza. Ciau Ma’, tenera e autentica, è un piccolo saluto carico di affetto e memoria, mentre Estasi colpisce per il suo andamento circolare, quasi ipnotico. P.d.m. gioca con ironia e ritmo, contrapponendosi al tono più raccolto de La finestra, che apre uno spiraglio su un mondo interiore.

Anche Summertime, che non è lo standard jazz ma un brano originale, porta con sé il respiro largo delle giornate di sole, e Via della pace restituisce con semplicità il desiderio di armonia, dentro e fuori di sé. Nel finale, Abbracciami (e sogna) e Resto un po’ qui sono inviti al rallentare, al fermarsi, a lasciarsi attraversare dalle cose semplici e vere.

Non è un disco da “consumare”, ma un’esperienza da attraversare lentamente, a piccoli sorsi, lasciandosi trasportare dalle immagini che affiorano. Come quelle estati che, pur finendo, restano impresse nella memoria per sempre: l’odore della salsedine sulla pelle, i pomeriggi assolati in cui il tempo sembrava fermarsi, i tramonti che portavano con sé la promessa di un nuovo inizio.
Casavacanze ha lo stesso sapore di quei ricordi che, anche a distanza di anni, continuano a scaldare il cuore.

Immagine del cantautore.
Antonio Clemente

 

Track list:

Intro #2
Ode al sole
La mia casa
Come il vento
Parlami di te
Aprile
Ciau Ma'
Notte di giugno
Estasi
Pdm
La finestra
Summertime
Lu terremmotu
Via della pace
Abbracciami (e sogna)
Resto un po' qui

Testi e musiche:
Antonio Clemente

Produzione artistica:
Antonio Clemente e Andrea Maddalone

Registrato e mixato da:
Andrea Maddalone presso El Fish Recording Studio (Genova)
(tranne "Lu Terremmotu", registrato da Giuseppe Lombardo presso Pepito Studio - Palermo)

Musicisti coinvolti: 

Antonio Clemente: chitarra classica, acustica, tamburelli, voce - Fabrizio Zingaro: pianoforte, fisarmonica in "Come il vento" e "Resto un po' qui", e conga in "Parlami di te" - Folco Fedele: batteria - Giovanni Sanguineti: basso elettrico - Stefano Cocorullo: fisarmonica - Alex Leon: violino in "La mia casa", Come il vento"e "P.d.m." - Renzo Luise: chitarra manouche in "Aprile", P.d.m" e "Via della pace" - Andrea Carozzo: fisarmonica in "Aprile" - Francesco Scozzafava: sassofono in "Parlami di te" e "Estasi" - Hermes Redina: tromba in "Notte di giugno" e "Summertime" - Paola Gocilli: mandolino in "Ode al sole" - Giana Guaiana: tammorra e voce in "Lu terremmotu" - Luca Di Martino: chitarra solista in "La finestra" - Maria Luisa Pala: friscalettu in "Lu terremmotu" - Catalina Wenu-Iaf: percussioni in "Ode al sole" - Kim Schiffo: violoncello in "La mia casa" e "Abbracciami (e sogna)" - Paolo Magnani: chitarra elettrica in "Come il vento" e Abbracciami (e sogna)"

Artwork e dipinto di copertina:
Antonio Clemente


 English version

 Antonio Clemente – Casavacanze (Autoprodotto, 2024)

A journey through memory, roots, and new sonic horizons 

Only now do I come to know, thanks to Antonio Clemente himself, this wonderful album: Casavacanze, the fifth record by the Sicilian-born, Genoa-adopted singer-songwriter. An album that, as often happens with such precious discoveries, arrives with the naturalness of things that seem to have been waiting for you all along. The title immediately strikes me, combining two seemingly opposite words: casa (home), an intimate and reassuring nest, and vacanza (vacation), synonymous with leisure, travel, and adventure. Two worlds that meet and converse also on the cover, which features an oil painting by Clemente himself: a huge mulberry tree shading the courtyard of the house-vacation, a symbol of memory and roots.

Born in 1982, Clemente hails from Castelvetrano, Sicily, but his life and art have been enriched over time by both internal and external migrations. Today he lives in Genoa but carries with him, in his songs, that Sicily of sounds, smells, and lights mingled with the colors of Liguria. Graduated from the Academies of Fine Arts in Palermo and Genoa, he is also a painter and poet: his music is just one expressive form through which he tells a world full of suggestions, memories, and questions. He began writing songs in 2000 when he was gifted a guitar for his eighteenth birthday, and since then he has never stopped weaving words and melodies.

In this sense, Casavacanze is an album that profoundly represents him. The title — Clemente explains — evokes not only the holiday locations that inspired some songs but also a more intimate and complex idea: a place that is “part home, part vacation,” a synthesis between introspection and the desire for escape. Casa-vacanze is, in his words, “a sort of oxymoron referring to the themes dealt with in the album”: the search for an inner dimension made of silence and roots, mixed with a longing for freedom, joy, and movement. An authentic desire to live, balancing introspection and exploration, inside and outside. With a subtle awareness: that sometimes we feel welcomed and “at home” in unfamiliar places, and strangers in the places where we grew up. A sense of inadequacy that becomes a poetic lens for reality in the album.

With four studio albums to his name — from Davvero (2012) to I confini del giorno (2020) — Clemente has built over the years a coherent and free path, always suspended between classic singer-songwriter tradition and light experimentation that embraces blues, manouche, and bossa nova influences. This journey finds in Casavacanze a mature and vibrant synthesis, able to speak to memory and the present, to mind and heart alike.

The self-produced album is a sonic mosaic performed by sixteen musicians: classical and manouche guitars, piano, violin, accordion, saxophone, trumpet, tammorra, zufolo, mandolin, a tenor voice, and even a folk choir. Each instrument breathes with its own voice but contributes to creating a compact and lively overall fresco. The atmospheres oscillate between summer cheerfulness and poignant melancholy, with tracks touching different chords but speaking the same emotional language.

Among the most intense moments, Lu terremmotu stands out as a protest song: a folk-blues sung in Sicilian dialect telling the story of the 1968 earthquake in the Belice Valley. The friscalettu, tammorra, and popular singing amplify its sense of collective wound, painful and never healed memory.

But Casavacanze is also lightness, a longing for sun and letting go. The brief, almost whispered opening Intro #2 invites the listener into a personal world. Ode al sole and La mia casa celebrate the deep bond between man, nature, and roots, while Come il vento blows away lightly, leaving behind a sensation of freedom.

Parlami di te is among the longest and most intense songs: an open confession, a dialogue that becomes music. Aprile and Notte di giugno evoke seasons of the soul, with melodies suspended between nostalgia and sweetness. Ciau Ma’, tender and sincere, is a small greeting full of affection and memory, while Estasi impresses with its circular, almost hypnotic rhythm. P.d.m. plays with irony and rhythm, contrasting with the more introspective tone of La finestra, which opens a window on an inner world.

Also, Summertime — not the jazz standard but an original piece — carries the broad breath of sunny days, and Via della pace simply expresses the desire for harmony, inside and out. At the end, Abbracciami (e sogna) and Resto un po’ qui invite slowing down, stopping, and letting oneself be touched by simple, true things.

This is not an album to “consume,” but an experience to be crossed slowly, in small sips, letting oneself be carried away by the images that emerge. Like those summers that, though ending, remain etched in memory forever: the smell of sea salt on the skin, sun-drenched afternoons when time seemed to stop, sunsets carrying the promise of a new beginning.
Casavacanze has the same taste as those memories that, even years later, continue to warm the heart.

Track list:

Intro #2
Ode al sole
La mia casa
Come il vento
Parlami di te
Aprile
Ciau Ma'
Notte di giugno
Estasi
Pdm
La finestra
Summertime
Lu terremmotu
Via della pace
Abbracciami (e sogna)
Resto un po' qui

Credits

Songs and music by Antonio Clemente

Produced by Antonio Clemente and Fabrizio Zingaro

Mix and mastering: Fabrizio Zingaro

Antonio Clemente: chitarra classica, acustica, tamburelli, voce - Fabrizio Zingaro: pianoforte, fisarmonica in "Come il vento" e "Resto un po' qui", e conga in "Parlami di te" - Folco Fedele: batteria - Giovanni Sanguineti: basso elettrico - Stefano Cocorullo: fisarmonica - Alex Leon: violino in "La mia casa", Come il vento"e "P.d.m." - Renzo Luise: chitarra manouche in "Aprile", P.d.m" e "Via della pace" - Andrea Carozzo: fisarmonica in "Aprile" - Francesco Scozzafava: sassofono in "Parlami di te" e "Estasi" - Hermes Redina: tromba in "Notte di giugno" e "Summertime" - Paola Gocilli: mandolino in "Ode al sole" - Giana Guaiana: tammorra e voce in "Lu terremmotu" - Luca Di Martino: chitarra solista in "La finestra" - Maria Luisa Pala: friscalettu in "Lu terremmotu" - Catalina Wenu-Iaf: percussioni in "Ode al sole" - Kim Schiffo: violoncello in "La mia casa" e "Abbracciami (e sogna)" - Paolo Magnani: chitarra elettrica in "Come il vento" e Abbracciami (e sogna)"

Cover artwork and oil painting by Antonio Clemente