sabato 19 luglio 2025

Luigi Cinque / Hypertext O’rchestra - Kromosoma Maris | Luigi Cinque e il mare come geografia emotiva e simbolo di connessioni globali | Redapolis Music Blog

Immagine della copertina.
 

Luigi Cinque / Hypertext O’rchestra - Kromosoma Maris (Terzo Millennio, 2025)

Un viaggio sonoro tra mare, poesia e connessioni globali 

C’è stato un momento, qualche sera fa, in cui ho spento ogni distrazione e ho lasciato che Kromosoma Maris di Luigi Cinque, pubblicato da Terzo Millennio Records, riempisse la stanza. Seduto, con le luci basse e la mente aperta, sentivo la musica trasformarsi in un flusso vivo, capace di cancellare i confini tra dentro e fuori. I suoni sembravano arrivare da lontano eppure erano incredibilmente vicini: un sax che respirava come un’anima antica, voci rituali che evocavano deserti e porti mediterranei, percussioni che battevano come un cuore collettivo. Ho avuto la sensazione che Luigi Cinque non avesse semplicemente composto un disco, ma costruito una geografia emotiva, un mare simbolico che unisce mondi diversi e li rende un unico respiro.

Luigi Cinque è un polistrumentista e artista eclettico che ha sempre rifiutato etichette facili. In questo nuovo progetto, concepito come un vero e proprio “film musicale”, le sue radici jazzistiche si intrecciano con la world music, con il Mediterraneo come centro pulsante e il resto del mondo come costellazione di influenze. Il suo sax soprano – liquido e narrativo, a tratti struggente come Coltrane e a tratti ancestrale come una ciaramella – diventa la voce principale di un mosaico sonoro che mescola Gnawa, monodia, elettronica rarefatta, groove mediterranei e spoken word poetico.

Kromosoma Maris è un diario sonoro: materiali raccolti in studio si alternano a registrazioni dal vivo, memorie di viaggi e flashback che tracciano una mappa poetica di un “unico Mare”. Non è solo un richiamo geografico, ma un mare simbolico, un crocevia di culture e vibrazioni, un liquido amniotico universale che rifiuta ogni regionalismo.

L’ascolto si apre con Ritual 1 Gnawa, e subito ho la sensazione di entrare in un rito antico. Il battito ipnotico del Guembri e il tintinnio metallico delle Qraqbe sembrano scandire il respiro della terra, mentre le voci rituali degli Gnawa di Marrakesh, in un intreccio di chiamate e risposte, evocano spiriti e deserti. Sopra tutto, il sax soprano di Luigi Cinque si libra leggero, narrando storie dimenticate con una grazia che arriva dritta all’anima.

Con Kromaris / C’è solo un mare, il viaggio si allarga come un orizzonte. Le melodie maghrebine e caucasiche si intrecciano con sonorità mediterranee, mentre la voce limpida di Nicole Ewang e le parole poetiche di Lello Voce rendono vivo il senso di un mare unico, simbolo di incontro e condivisione. Mi sembra di camminare lungo una costa dove le culture si abbracciano e si fondono in un unico respiro.

Luna Reverse Revisited è una sospensione nel tempo. L’elettronica rarefatta di Cinque si sposa con il bandoneon di Riccardo Tesi e con gli organetti tradizionali, creando un lento groove notturno che invita alla danza sotto una luna sognante. Qui passato e presente convivono come due amanti che si incontrano di nuovo.

In Poetry Masaba, la poesia si fa ritmo. Le parole di Lello Voce si intrecciano con le percussioni e con il groove funk mediterraneo, mentre la voce calda di Nicole Ewang sprigiona un’energia che sa di terra e radici. È un brano che pulsa, che chiama al movimento e all’ascolto profondo.

Ritual 2 Bnét Houaryat and Sax è un momento di sensualità sonora. Le voci femminili delle Bnét Houaryat accarezzano e scuotono allo stesso tempo, mentre il sax di Cinque, liquido e vibrante, si muove tra ritmi che fondono la trance gnawa con echi metropolitani e pulsazioni latine. È un flusso che ti cattura senza lasciarti via di scampo.

In Blù Siciliano (processione) il Mediterraneo diventa teatro emotivo. Mandolini elettronici, corde antiche, il pianoforte elegante di Salvatore Bonafede e il violino lirico di Alexander Bălănescu si intrecciano al canto dei carrettieri siciliani, disegnando un paesaggio sonoro blu, come il mare al tramonto.

Soona (Homburg) è una parentesi contemplativa. Gli arpeggi elettronici e il canto ipnotico di Urna Chahar-Tugchi creano un’atmosfera sospesa, mentre il clarinetto basso di Cinque aggiunge un tono grave e meditativo. È un momento in cui il tempo sembra fermarsi, lasciando spazio a un respiro profondo.

Con Ritual 3 Gnawa l’energia esplode. Il ritmo accelera, le percussioni degli Gnawa diventano un battito collettivo e il Guembri sostiene un crescendo che spinge verso la trance. Il sax di Cinque qui è puro istinto, liberatorio e viscerale, come una danza che si fa sempre più intensa.

Baires Afrikan Impression sorprende con i suoi contrasti: il bandoneon di Tesi si intreccia con le vocalità africane in un dialogo poetico che fonde tanghi argentini e ritmi ancestrali. È un ponte tra mondi reali e immaginari, un paesaggio sonoro che ti trascina in luoghi mai visti.

In Phrygian Train Berlin, le scale frige incontrano pulsazioni techno: un viaggio musicale che parte da Marrakesh e arriva a Berlino, passando per stazioni sospese tra antico e avanguardia. Il sax di Cinque guida il percorso con un’energia febbrile, come un treno lanciato nella notte.

Saturnia Silent Song Revisited è pura introspezione. La voce sciamanica di Urna Chahar-Tugchi, sospesa tra silenzi e frequenze profonde, sembra un richiamo proveniente da un altro pianeta. È un canto cosmico, che trasporta l’ascoltatore in una dimensione intima e misteriosa.

Chiude l’album El quinto, un brano che parte da un motivo tradizionale spagnolo e si trasforma in un intreccio intenso di sax e tessiture elettroniche. È una chiusura mistica e visionaria, che lascia l’ascolto sospeso tra sacro e profano, tra passato e futuro.

Questo lavoro segna il primo capitolo di Post Human Circus, un progettoa lungo termine che racconta il bisogno urgente di nuove connessioni tra uomini, culture e pianeti sonori. 

Più che un disco, Kromosoma Maris è un luogo nomade. Vive nelle residenze della world music, della contemporanea, del jazz europeo, ma non si ferma mai in una sola casa. È una mappa di rotte invisibili, un arcipelago di suoni e memorie che si espande come onde concentriche. Ogni ascolto è un viaggio diverso: ora ti trascina nelle strade polverose di Marrakesh, ora ti sospinge verso le scogliere siciliane, ora ti solleva in un volo immaginario sopra deserti e foreste.

In questa opera, Luigi Cinque ha cucito insieme storie e geografie, voci antiche e ritmi urbani, fino a creare un linguaggio che appartiene a tutti e a nessuno. Un linguaggio che vibra come un richiamo primordiale, capace di parlare direttamente al corpo e all’anima. Ascoltandolo, si ha la sensazione che la musica non sia più una sequenza di note, ma un organismo vivente che respira e pulsa insieme a chi lo accoglie.

Kromosoma Maris non ha confini. Abita quella zona emotiva dove la musica diventa vibrazione galattica, liquido amniotico universale, ponte tra mondi e culture. E lì, in quello spazio sospeso, ci ricorda che siamo tutti figli dello stesso mare.

Immagine del musicista.
Luigi Cinque
                                                             

Track list:

Ritual 1 Gnawa
Kromaris / C’è solo un mare
Luna Reverse Revisited
Poetry Masaba
Ritual 2 Bnét Houaryat and Sax
Blù Siciliano (Processione)
Soona (Homburg)
Ritual 3 Gnawa
Baires Afrikan Impression
Phrygian Train Berlin
Saturnia Silent Song Revisited
El Quinto

Luigi Cinque – sax soprano, clarinetto basso, piano, elettronica
Salvatore Bonafede – pianoforte
Riccardo Tesi – bandoneon
Alexander Bălănescu – violino
Giovanna Famulari – violoncello
Nicole Ewang – voce
Urna Chahar-Tugchi – voce
Jivan Gasparyan – duduk
Le Bnét Houaryat – voci e percussioni
Gnawa di Marrakesh – voce e percussioni tradizionali
Lello Voce – spoken word
Hypertext O’rchestra – ensemble

Kromosoma Maris è il primo di una serie di CD previsti in uscita nei prossimi due anni. MRF5 rec., Off Med ( officina mediterraneo ) – Fondazione Morra - Universal – Som Livre – MoMa (ny) – Bilbao Guggenheim.

Posthuman Circus è un progetto luigicinque music&art

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English version

 Luigi Cinque / Hypertext O’rchestra - Kromosoma Maris (Terzo Millennio, 2025)

Luigi Cinque and the Sea as an Emotional Geography and a Symbol of Global Connections 

There was a moment, just a few evenings ago, when I turned off every distraction and let Luigi Cinque’s Kromosoma Maris, released by Terzo Millennio Records, fill the room. Sitting there, with the lights dimmed and my mind open, I felt the music transform into a living flow that erased the boundaries between inside and outside. The sounds seemed distant yet incredibly close: a saxophone breathing like an ancient soul, ritual voices evoking deserts and Mediterranean ports, percussion beating like a collective heart. I sensed that Luigi Cinque hadn’t merely composed an album, but had built an emotional geography—a symbolic sea uniting different worlds into a single breath.

Luigi Cinque is a multi-instrumentalist and eclectic artist who has always rejected easy labels. In this new project, conceived as a true “musical film,” his jazz roots intertwine with world music, with the Mediterranean as the vibrant center and the rest of the world as a constellation of influences. His soprano saxophone—fluid and narrative, sometimes as heartfelt as Coltrane, other times as primal as a traditional folk instrument—becomes the main voice in a sonic mosaic blending Gnawa, monody, delicate electronics, Mediterranean grooves, and poetic spoken word.

Kromosoma Maris is a sonic diary: studio recordings alternate with live sessions, travel memories, and sonic flashbacks that trace a poetic map of a “single sea.” It’s more than a geographic reference; it’s a symbolic sea, a crossroads of cultures and vibrations, a universal amniotic fluid that rejects any form of regionalism.

The listening journey opens with Ritual 1 Gnawa, and immediately I feel like stepping into an ancient ritual. The hypnotic pulse of the Guembri and the metallic jingle of the Qraqbe seem to echo the breath of the earth, while the ritual voices of the Gnawa from Marrakesh weave calls and responses evoking spirits and deserts. Above all, Luigi Cinque’s soprano sax soars lightly, telling forgotten stories with a grace that reaches straight to the soul.

With Kromaris / C’è solo un mare, the journey widens like an endless horizon. Maghreb and Caucasian melodies mingle with Mediterranean sounds, while the clear voice of Nicole Ewang and the poetic words of Lello Voce bring to life the feeling of a unique sea—a symbol of meeting and sharing. I feel like walking along a shore where cultures embrace and merge in a single breath.

Luna Reverse Revisited suspends time. Cinque’s delicate electronics blend with Riccardo Tesi’s bandoneon and traditional organettos, creating a slow nocturnal groove inviting a dance beneath a dreamy moon. Past and present live side by side here like two lovers reunited.

In Poetry Masaba, poetry becomes rhythm. Lello Voce’s words intertwine with tribal percussion and a Mediterranean funk groove, while Nicole Ewang’s warm voice releases an energy rooted in earth and origins. This is a track that pulses, calling for movement and deep listening.

Ritual 2 Bnét Houaryat and Sax is a moment of sensual sound. The female voices of the Bnét Houaryat both caress and shake, while Cinque’s liquid and vibrant sax moves between rhythms blending Gnawa trance with metropolitan echoes and Latin pulses. It’s a flow that captures you with no escape.

In Blù Siciliano (Processione), the Mediterranean becomes an emotional theater. Electronic mandolins, ancient strings, Salvatore Bonafede’s elegant piano, Alexander Bălănescu’s lyrical violin, and the singing of Sicilian cart drivers weave a blue sonic landscape, like the sea at sunset.

Soona (Homburg) offers a contemplative pause. Electronic arpeggios and Urna Chahar-Tugchi’s hypnotic singing create a suspended atmosphere, while Cinque’s bass clarinet adds a deep, meditative tone. Time seems to stop here, making room for a deep breath.

With Ritual 3 Gnawa energy bursts forth. The rhythm accelerates, the Gnawa percussion becomes a collective heartbeat, and the Guembri supports an exhilarating crescendo pushing towards trance. Here, Cinque’s sax is pure instinct—liberating and visceral—a dance growing ever more intense.

Baires Afrikan Impression surprises with contrasts: Tesi’s bandoneon intertwines with African vocals in a poetic dialogue blending Argentine tango with ancestral rhythms. It’s a bridge between real and imaginary worlds, a sonic landscape pulling you into unseen places.

In Phrygian Train Berlin, Phrygian scales meet techno pulses: a musical journey from Marrakesh to Berlin, stopping at stations suspended between ancient and avant-garde. Cinque’s sax guides the path with feverish energy, like a train speeding through the night.

Saturnia Silent Song Revisited is pure introspection. Urna Chahar-Tugchi’s shamanic voice, suspended between silence and deep frequencies, feels like a call from another planet. A cosmic chant that transports the listener to an intimate and mysterious dimension.

The album closes with El Quinto, a piece starting from a traditional Spanish motif and transforming into an intense intertwining of saxophone and electronic textures. It’s a mystical, visionary finale that leaves the listener suspended between sacred and profane, past and future.

This work marks the first chapter of Post Human Circus, a long-term project telling the urgent need for new connections between humans, cultures, and sonic worlds.

More than an album, Kromosoma Maris is a nomadic place. It lives in the realms of world music, contemporary music, and European jazz, but never settles in just one home. It is a map of invisible routes, an archipelago of sounds and memories expanding like concentric waves. Every listen is a different journey: sometimes it pulls you into the dusty streets of Marrakesh, sometimes it lifts you to Sicilian cliffs, sometimes it carries you on an imaginary flight over deserts and forests.

In this work, Luigi Cinque has sewn together stories and geographies, ancient voices and urban rhythms, creating a language that belongs to everyone and no one. A language that vibrates like a primal call, able to speak directly to the body and soul. Listening to it, you feel the music no longer as a sequence of notes but as a living organism breathing and pulsing with whoever embraces it.

Kromosoma Maris knows no boundaries. It inhabits that emotional space where music becomes a galactic vibration, a universal amniotic fluid, a bridge between worlds and cultures. And there, in that suspended space, it reminds us that we are all children of the same sea.

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