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| SirJoe Polito - Black & White |
SirJoe Polito - Black & White (Gutenberg Music, 2025)
Un viaggio tra sogni, ricordi e atmosfere americane: la musica di SirJoe Polito che cresce dentro di noi
Ci sono dischi che parlano subito, e altri che crescono lentamente dentro di noi, accompagnandoci come vecchi amici. Black & White, nuovo lavoro di Sergio “SirJoe” Polito, appartiene alla seconda categoria. Quattro anni dopo My Friend Ry, una rilettura personale e inedita dell’universo creativo di Ry Cooder, SirJoe torna con un album ancora più personale, un diario musicale che parte dalla quotidianità per trasformarsi in riflessione sui sogni, le difficoltà e la bellezza della vita.
Nato a Venezia nel 1960, SirJoe Polito inizia a suonare la chitarra a tredici anni e, nel corso della sua carriera, si immerge completamente nella musica americana: dalla West Coast di Crosby, Stills & Nash a Jackson Browne e James Taylor, dal country blues di Jorma Kaukonen al rock di Bruce Springsteen e Tom Waits. Il suo più grande ispiratore resta Ry Cooder, che gli permette di scoprire anche John Hiatt. Questa passione lo porta a perfezionarsi nello stile del fingerpicking e a esibirsi fin da giovane nei locali e negli ambienti scolastici di Venezia.
Negli anni ’80 fonda i B–Wops, una delle band più importanti del rock-blues veneziano, capace di fondere rhythm & blues, rock ’n’ roll, soul, country, blues e gospel. Con loro pubblica due album, partecipa a compilation e concerti, e suona in televisione.
Oggi SirJoe affronta Black & White con passione e sicurezza, accompagnato dai compagni di lunga data Gianni Spezzamonte (basso) e Danilo Scaggiante (sassofoni), e dai più recenti Marco Campigotto (batteria) e Alberto Boscolo Agostini (chitarre). Gli ospiti Carlo De Bei, Max De Bernardi e Veronica Sbergia arricchiscono il lavoro senza mai diventare protagonisti, come una ciliegina su una torta già ricca e gustosa.
L’album si apre con Happy New Year, un pezzo che accoglie chi ascolta con leggerezza e ottimismo. La steel guitar di Alberto Boscolo Agostini traccia melodie dolci e avvolgenti, evocando ampi spazi e l’aria fresca dell’Oceano Pacifico. Fin dalle prime note si percepisce la volontà di SirJoe di usare la musica come messaggio di speranza e di resistenza, un invito a guardare avanti anche di fronte alle difficoltà.
Pacific Coast Highway ci immerge subito nelle atmosfere californiane care a SirJoe, con un arrangiamento che unisce leggerezza e profondità. Le chitarre si rincorrono con naturalezza, costruendo un paesaggio sonoro ampio e luminoso, dove sembra di seguire una strada assolata che scivola tra oceano e colline, lasciando respirare ogni dettaglio.
Con 4 + 20, omaggio a Stephen Stills, SirJoe propone una lettura personale e intimista, che rende omaggio al brano originale senza imitarlo. La voce calda e sicura si intreccia alle armonie, portando l’ascoltatore in un’atmosfera raccolta e riflessiva.
Lay You Down rompe delicatamente la quiete con un piglio più deciso e rock. Le tre chitarre dialogano con energia e naturalezza, creando intrecci ricchi e brillanti che riportano l’ascoltatore alle sonorità e alle sfumature tipiche dei Settanta, senza scadere nella nostalgia.
Run Against the Wind cambia registro e ci avvolge in un blues dal gusto sudista. Le chitarre scorrono con eleganza, accompagnate da una ritmica calda e misurata, che conferisce al brano spessore e armonia senza mai appesantire l’ascolto.
Con Almost Cut My Hair, SirJoe omaggia David Crosby con delicatezza e rispetto. La forza del brano emerge dalla calma e dall’armonia delle chitarre di SirJoe e Boscolo Agostini, che si intrecciano con naturalezza. Ogni frase musicale respira intimità, trasformando l’esecuzione in un piccolo atto di devozione e di ascolto profondo.
New Morning on the Back of a Horse, unico brano strumentale dell’album, dura poco più di due minuti, ma riesce a trasportare chi ascolta in orizzonti ampi e luminosi. Chitarre e mandolino si inseguono con leggerezza, creando un’atmosfera sospesa che richiama praterie lontane e momenti di pura contemplazione sonora.
Bronx Lullaby/Smuggler’s Waltz, cover di Tom Waits, è un blues lento e avvolgente, intriso di atmosfere notturne e fumose. Il sax di Danilo Scaggiante ne aggiunge profondità e colore, creando un momento intenso e sospeso.
Sunny Day in Santa Monica sprigiona luce e leggerezza californiana. Il brano, solare e aperto, trasporta l’ascoltatore in un mondo sospeso tra malinconia e fresca luminosità, rivelando il lato più luminoso e riflessivo di SirJoe.
Last Night avvolge l’ascoltatore in un’atmosfera notturna, raccolta e intima. Le linee di basso e batteria sostengono la melodia con eleganza, mentre le chitarre accompagnano la voce con naturalezza e calore, creando un momento di riflessione e ascolto profondo ... il solo di sax e chitarra valgono l'acquisto del disco.
Arricchito dall’elegante chitarra acustica di Max De Bernardi, Friends Come and Go rappresenta l’essenza della musica americana secondo SirJoe: lineare, sincera, capace di entrare sotto la pelle. La voce unica di Veronica Sbergia si fonde con naturalezza alle armonie delle chitarre, dando respiro e profondità al brano e trasformandolo in un momento di pura empatia musicale.
Infine, Life chiude l’album riportando la chitarra fingerstyle di SirJoe alle radici californiane: acustica, intensa, capace di raccontare storie con ogni nota. Il brano racchiude il senso dell’intero disco: un viaggio tra vita, musica e ricordi, con la sicurezza di chi sa trasformare l’esperienza personale in emozione condivisa.
Black & White conferma SirJoe Polito come un cantante maturo e sicuro dei propri mezzi, oltre che un chitarrista capace di raccontare storie con le corde e le note. È un album che emoziona senza mai indulgere nella retorica, un lavoro sincero in cui ogni canzone appare come un piccolo racconto della vita vissuta, tra sogni, ricordi, speranze e sfide quotidiane. La musica scorre libera, tra atmosfere acustiche e momenti più energici, con arrangiamenti che sanno sorprendere senza mai perdere naturalezza.
SirJoe ci porta con sé in un viaggio personale, eppure universale, dove la profondità dei testi si intreccia con la ricchezza armonica delle chitarre, la dolcezza del mandolino e la voce calda del sax. Gli ospiti, presenti senza invadere lo spazio, arricchiscono ulteriormente il panorama sonoro, ma è sempre lui al centro, con la sua sensibilità e la sua esperienza, a guidare l’ascoltatore.
Alla fine del disco, rimane la sensazione di aver assistito a un incontro intimo con la musica e la vita di un artista che ha scelto di raccontarsi senza filtri, con la leggerezza di chi conosce le difficoltà ma continua a guardare avanti con curiosità e passione. Black & White non è solo un album da ascoltare, è un piccolo compagno di viaggio che resta dentro, un mosaico di emozioni che si apre lentamente, come fanno i grandi lavori destinati a durare nel tempo.
English version
SirJoe Polito - Black & White (Gutenberg Music, 2025)
A journey through dreams, memories, and American atmospheres: the music of SirJoe Polito that grows within us
Some albums speak to you immediately, while others grow slowly inside, accompanying us like old friends. Black & White, the new work by Sergio “SirJoe” Polito, belongs to the second category. Four years after My Friend Ry, a personal and original reinterpretation of Ry Cooder’s creative universe, SirJoe returns with an even more intimate album, a musical diary that begins with everyday life and evolves into a reflection on dreams, challenges, and the beauty of living.
Born in Venice in 1960, SirJoe Polito began playing guitar at thirteen and, throughout his career, immersed himself completely in American music: from the West Coast sounds of Crosby, Stills & Nash to Jackson Browne and James Taylor, from Jorma Kaukonen’s country blues to the rock of Bruce Springsteen and Tom Waits. His greatest inspiration remains Ry Cooder, who also led him to discover John Hiatt. This passion led him to master fingerpicking and perform from a young age in schools and local venues in Venice.
In the 1980s, he founded the B–Wops, one of the most important Venetian rock-blues bands, capable of blending rhythm & blues, rock ’n’ roll, soul, country, blues, and gospel. With them, he released two albums, contributed to compilations, performed live, and appeared on television.
Today, SirJoe approaches Black & White with both passion and confidence, accompanied by long-time collaborators Gianni Spezzamonte (bass) and Danilo Scaggiante (saxophones), and more recent companions Marco Campigotto (drums) and Alberto Boscolo Agostini (guitars). Guests Carlo De Bei, Max De Bernardi, and Veronica Sbergia enrich the work without ever taking the spotlight, like a cherry on an already rich and flavorful cake.
The album opens with Happy New Year, a track that welcomes the listener with lightness and optimism. Alberto Boscolo Agostini’s steel guitar weaves sweet, enveloping melodies, evoking wide open spaces and the fresh air of the Pacific Ocean. From the very first notes, SirJoe’s intention is clear: music as a message of hope and resilience, an invitation to keep moving forward despite life’s challenges.
Pacific Coast Highway immediately immerses us in the Californian atmospheres dear to SirJoe, with an arrangement that balances lightness and depth. The guitars chase each other naturally, constructing a broad, luminous soundscape that evokes sunlit roads winding between ocean and hills, letting every detail breathe.
With 4 + 20, a tribute to Stephen Stills, SirJoe offers a personal and intimate interpretation, honoring the original without imitation. His warm, confident voice weaves through the harmonies, drawing the listener into a reflective, introspective atmosphere.
Lay You Down gently breaks the calm with a more assertive, rock-oriented approach. The three guitars converse with energy and ease, creating rich, sparkling interplay that recalls the sounds and nuances of the 1970s without ever feeling nostalgic.
Run Against the Wind shifts the mood, enveloping us in a blues with a distinctly southern feel. The guitars flow with elegance, accompanied by a warm, measured rhythm section that gives the track depth and harmony without weighing it down.
With Almost Cut My Hair, SirJoe pays homage to David Crosby with delicacy and respect. The power of the song emerges from the calm and harmony of SirJoe’s and Boscolo Agostini’s guitars, intertwining naturally. Every musical phrase breathes intimacy, turning the performance into a small act of devotion and deep listening.
New Morning on the Back of a Horse, the only instrumental track on the album, lasts just over two minutes but transports the listener to wide, luminous horizons. Guitars and mandolin chase each other lightly, creating a suspended atmosphere that evokes distant prairies and moments of pure musical contemplation.
Bronx Lullaby/Smuggler’s Waltz, a cover of Tom Waits, is a slow, enveloping blues, steeped in smoky nighttime atmospheres. Danilo Scaggiante’s sax adds depth and color, creating an intense, suspended moment.
Sunny Day in Santa Monica radiates Californian lightness and brightness. The sunny, open track carries the listener into a world suspended between melancholy and fresh luminosity, revealing SirJoe’s brighter, more reflective side.
Last Night wraps the listener in an intimate, introspective atmosphere. The bass and drums support the melody with elegance, while the guitars accompany the voice with warmth and naturalness, creating a moment of deep reflection. The sax and guitar solos alone make the album worth listening to.
Enriched by Max De Bernardi’s elegant acoustic guitar, Friends Come and Go captures the essence of American music according to SirJoe: straightforward, sincere, and capable of getting under the skin. Veronica Sbergia’s distinctive voice blends naturally with the guitar harmonies, adding depth and turning the track into a moment of pure musical empathy.
Finally, Life closes the album, returning SirJoe’s fingerstyle guitar to its Californian roots: acoustic, intense, and able to tell stories with every note. The track encapsulates the entire album: a journey through life, music, and memories, with the assurance of someone who knows how to transform personal experience into shared emotion. Black & White confirms SirJoe Polito as a mature and confident singer, as well as a guitarist capable of storytelling through strings and notes. It is an album that moves without ever succumbing to rhetoric, a sincere work in which each song feels like a small story of lived life, full of dreams, memories, hopes, and everyday challenges. The music flows freely, moving between acoustic atmospheres and more energetic moments, with arrangements that surprise without ever losing naturalness.
SirJoe takes us on a personal yet universal journey, where the depth of the lyrics intertwines with the rich harmonies of the guitars, the sweetness of the mandolin, and the warm voice of the saxophone. The guests, present without overwhelming, further enrich the sonic landscape, but it is always SirJoe at the center, guiding the listener with his sensitivity and experience.
By the end of the album, the sense remains of having shared an intimate encounter with the music and life of an artist who chose to tell his story without filters, with the lightness of someone who knows life’s difficulties yet continues to look ahead with curiosity and passion. Black & White is not just an album to listen to; it is a small companion for the journey, a mosaic of emotions that unfolds slowly, as great works destined to endure over time do.

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