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| Tommaso Iacoviello – Birds |
Tommaso Iacoviello – Birds (GleAM Records, 2025)
Il canto nascosto della natura prende forma nella tromba di Tommaso Iacoviello
L’anno sta per finire e il Natale è alle porte. In un tempo segnato da guerre, disuguaglianze e da un pianeta che mostra sempre più chiaramente le proprie ferite, fermarsi ad ascoltare diventa quasi un gesto necessario. È quello che fa Tommaso Iacoviello, scegliendo di rivolgere l’orecchio alla natura e di trasformarne le vibrazioni in musica.
In mezzo al frastuono quotidiano, dove il rumore artificiale sembra soffocare ogni altro suono, Birds, il suo album d’esordio, non si limita a offrire una sequenza di brani, ma apre uno spazio di ascolto diverso. Iacoviello ci accompagna in luoghi silenziosi e pulsanti, dove il fruscio delle foglie, il canto degli uccelli e il lento scorrere dell’acqua diventano materia viva. Ogni composizione invita a rallentare, ad affinare la percezione, trasformando l’ascolto in un’esperienza intima, raccolta, quasi meditativa.
Il trombettista italiano usa la natura come tema e materia prima, trasformando paesaggi sonori in composizioni originali che fondono jazz improvvisato, accenti quasi scientifici di bioacustica e un’attenzione che richiama l’osservazione ornithologica. Il quartetto – con il vibrafono di Nazareno Caputo, la chitarra di Nicolò Francesco Faraglia, il contrabbasso di Ferdinando Romano e la batteria di Saverio Cacopardi – crea un dialogo sospeso e delicato. La tromba di Iacoviello si muove tra lirismo e introspezione, mentre vibrafono e chitarra modulano trasparenze e sfumature, sostenuti da una sezione ritmica mai invadente ma sempre pronta a definire lo spazio sonoro.
L’apertura dell’album con Rigogolo cattura subito l’attenzione con un senso di leggerezza e meraviglia. La tromba di Iacoviello si muove tra frammenti lirici e accenti più irregolari, mentre vibrafono e chitarra creano un tappeto sonoro luminoso e delicato, come se dipingessero il volo improvviso di un uccello tra i rami. La batteria interviene con tocchi misurati, suggerendo un movimento organico e naturale: il brano diventa così un invito ad ascoltare i dettagli più sottili della natura, come se ogni nota fosse un piccolo battito d’ali.
Con Uccellande, l’atmosfera si apre e si fa più stratificata. La tromba si muove con calma contemplativa sopra un contrabbasso profondo e vibrante, mentre chitarra e vibrafono modulano armonie sospese che avvolgono lo spazio sonoro. Il risultato è un paesaggio musicale ricco e vivo, dove i suoni degli uccelli si fondono con il dialogo jazzistico, creando la sensazione di una foresta che respira intorno all’ascoltatore.
Assiolo ci conduce tra le ombre tranquille della notte. La tromba, discreta e riflessiva, si muove con fraseggi essenziali, mentre il contrabbasso scandisce un sottofondo rarefatto e la batteria interviene con tocchi leggeri e misurati. L’atmosfera suggerisce il silenzio sospeso di un bosco notturno, dove ogni suono sembra modellare l’oscurità, invitando l’ascoltatore a percepire la calma, la profondità e l’intimità del paesaggio naturale.
Con Valsolda, Iacoviello ci accompagna tra i boschi della Lombardia. Ogni strumento sembra dare voce a un uccello diverso: la tromba traccia richiami più netti, il vibrafono restituisce leggerezza e luce, il contrabbasso aggiunge solidità e profondità. Il ritmo non segue schemi rigidi, ma scorre in modo naturale, e l’ascolto diventa un’immersione continua, dove musica e paesaggio si incontrano con semplicità e sensibilità.
Garzaie evoca le zone umide popolate dagli aironi. La tromba disegna frasi ampie e luminose, mentre chitarra e vibrafono intrecciano armonie delicate e fluide. L’insieme suggerisce il movimento collettivo degli uccelli tra canneti e specchi d’acqua, creando un tessuto sonoro stratificato. La musica diventa così un ecosistema vivo, dove la coralità naturale si trasforma in materia musicale e l’ascoltatore può percepire la leggerezza, i ritmi e le sfumature di un habitat sospeso tra acqua e cielo.
Chiude Tottavilla, il brano più dinamico e giocoso dell’album. La tromba disegna melodie fluide e immaginative, oscillando tra momenti lirici e spazi improvvisativi, mentre il quartetto accompagna con un groove naturale e armonioso. La composizione riesce a trasformare il canto di un uccello in musica eloquente, trovando un equilibrio tra rigore e libertà e lasciando la sensazione di aver compiuto un piccolo viaggio attraverso boschi e foreste, dove ogni suono racconta vita e meraviglia.
Attraverso questi sei brani, l’album si apre come una finestra sulla natura, invitandoci a rallentare, ad ascoltare con attenzione e a percepire la vita nei dettagli più minuti. Iacoviello e il suo quartetto trasformano i suoni del mondo naturale in melodie vive, fatte di respiro, luce e movimento. Ogni nota sembra un battito d’ali, ogni frase musicale un piccolo racconto sospeso tra meraviglia e introspezione.
Seguendo le tracce di Birds, la musica diventa un ponte sottile tra l’uomo e la natura, tra l’osservazione e l’immaginazione, tra il silenzio e il canto che ci circonda. Alla fine, resta una sensazione di stupore e intimità: come se, per qualche istante, fossimo davvero in un bosco, immersi nei suoi colori, nei suoi suoni e nel ritmo invisibile della vita, respirando e ascoltando ogni singolo richiamo della natura.
English version
Tommaso Iacoviello – Birds (GleAM Records, 2025)
The hidden song of nature takes shape in Tommaso Iacoviello’s trumpet
The year is drawing to a close and Christmas is just around the corner. In a time marked by wars, inequality, and a planet increasingly showing its wounds, pausing to listen becomes almost a necessary act. This is what Tommaso Iacoviello does, turning his ear to nature and transforming its vibrations into music.
Amid the daily noise, where artificial sounds seem to drown out everything else, Birds, his debut album, offers more than just a sequence of tracks: it opens up a space for attentive listening. Iacoviello guides us into silent yet vibrant spaces, where the rustle of leaves, the songs of birds, and the slow flow of water become living matter. Each composition invites us to slow down, sharpen our perception, and turn listening into an intimate, reflective, almost meditative experience.
The Italian trumpeter uses nature both as theme and raw material, transforming soundscapes into original compositions that blend improvised jazz, hints of bioacoustics, and a careful attention reminiscent of ornithological observation. The quartet—with Nazareno Caputo on vibraphone, Nicolò Francesco Faraglia on guitar, Ferdinando Romano on double bass, and Saverio Cacopardi on drums—creates a delicate, suspended dialogue. Iacoviello’s trumpet moves between lyricism and introspection, while vibraphone and guitar shape transparency and nuance, supported by a rhythm section that never overwhelms but always defines the sonic space.
The album opens with Rigogolo, immediately capturing attention with a sense of lightness and wonder. Iacoviello’s trumpet moves between lyrical fragments and irregular accents, while vibraphone and guitar weave a bright, delicate soundscape, as if painting the sudden flight of a bird through the branches. The drums add measured touches, suggesting organic, natural movement: the track becomes an invitation to notice the subtlest details of nature, as if every note were a tiny heartbeat of wings.
With Uccellande, the atmosphere expands and becomes more layered. The trumpet moves with calm contemplation over a deep, vibrant double bass, while guitar and vibraphone shape suspended harmonies that envelop the sonic space. The result is a rich, living musical landscape, where birdsong merges with jazz dialogue, creating the sensation of a forest breathing around the listener.
Assiolo leads us into the tranquil shadows of the night. The trumpet, discreet and reflective, moves in essential phrases, while the double bass outlines a sparse foundation and the drums add light, measured touches. The atmosphere evokes the suspended silence of a nocturnal forest, where every sound seems to shape the darkness, inviting the listener to sense the calm, depth, and intimacy of the natural environment.
With Valsolda, Iacoviello guides us through the woods of Lombardy. Each instrument seems to give voice to a different bird: the trumpet traces sharp calls, the vibraphone conveys lightness and brightness, and the double bass adds solidity and depth. The rhythm does not follow rigid patterns but flows naturally, turning listening into a continuous immersion, where music and landscape meet with simplicity and sensitivity.
Garzaie evokes the wetlands inhabited by herons. The trumpet sketches wide, luminous phrases, while guitar and vibraphone weave delicate, fluid harmonies. Together, they suggest the collective movement of birds among reeds and mirrored waters, creating a layered sonic fabric. The music becomes a living ecosystem, where the natural chorus transforms into musical substance, allowing the listener to feel the lightness, rhythms, and subtleties of a habitat suspended between water and sky.
The album closes with Tottavilla, its most dynamic and playful track. The trumpet draws fluid, imaginative melodies, oscillating between lyrical moments and improvisational spaces, while the quartet supports with a natural, harmonious groove. The composition transforms the song of a bird into eloquent music, balancing discipline and freedom, leaving the sense of a small journey through woods and forests, where every sound tells of life and wonder.
Through these six tracks, the album opens like a window onto nature, inviting us to slow down, listen closely, and perceive life in its smallest details. Iacoviello and his quartet turn the sounds of the natural world into living melodies, full of breath, light, and movement. Every note feels like a wingbeat, every musical phrase a small story suspended between wonder and introspection.
Following the traces of Birds, the music becomes a subtle bridge between humans and nature, between observation and imagination, between silence and the surrounding song. In the end, what remains is a sense of awe and intimacy: as if, for a moment, we were truly in a forest, immersed in its colors, its sounds, and the invisible rhythm of life, breathing and listening to every single call of nature.


