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Celeste - Anima Animus |
Celeste - Anima Animus (Inner Garden Records, 2025)
Un viaggio tra emozione e equilibrio nel suono senza tempo dei Celeste
Ci sono dischi che non hanno fretta di rivelarsi. Ti chiedono tempo, ascolto, disponibilità. Anima Animus, il nuovo lavoro dei Celeste, appartiene a questa categoria: un album che non si offre subito, ma si apre lentamente, come un respiro profondo o una porta socchiusa su un paesaggio interiore.
A meno di un anno da Echi di un Futuro Passato, Ciro Perrino torna con una formazione che prosegue la ricerca di un suono sospeso tra memoria e presente, tra la dolcezza del mellotron e la libertà del jazz, tra orchestrazioni luminose e spazi di pura contemplazione. È un nuovo capitolo di un percorso iniziato nel 1976 con il primo e storico Principe di un Giorno (conosciuto anche come Principe per un Giorno), album d’esordio divenuto nel tempo un piccolo classico del progressive italiano per la sua grazia pastorale e la sensibilità quasi cameristica. Dopo un lungo silenzio, i Celeste sono tornati nel nuovo millennio con una serie di lavori che hanno progressivamente ridefinito la loro identità sonora: Il Risveglio del Principe (2019), Celeste with Celestial Symphony Orchestra (2020), Il Principe del Regno Perduto (2021) e Echi di un Futuro Passato (2023), fino ad arrivare oggi a Anima Animus.
Accanto a Ciro Perrino – anima fondatrice del progetto, qui impegnato con tastiere, mellotron, chitarre, percussioni e flauti – troviamo un ensemble di musicisti che contribuisce a dare corpo e profondità alle sue visioni sonore: Enzo Cioffi alla batteria, Francesco Bertone al basso, Marco Moro al flauto, e Mauro Vero alle chitarre. A loro si uniscono diversi ospiti che ampliano ulteriormente la tavolozza timbrica del disco: Ines Aliprandi alla voce, Marco Canepa al pianoforte, Mirco Rebaudo al sax e clarinetto, Paolo Maffi al sax, Enrico Allavena al trombone e alla basso tuba, Davide Mocini alla chitarra a dodici corde, e Marco Fadda alle percussioni.
Un gruppo affiatato e sensibile, capace di trasformare le idee di Perrino in paesaggi sonori che uniscono limpidezza e profondità, precisione e poesia, mantenendo sempre viva la cifra visionaria e contemplativa dei Celeste.
Un percorso coerente e in continua evoluzione, fedele alla poetica dei Celeste – quella delicatezza un po’ visionaria che ha fatto del gruppo una voce unica nel panorama del prog italiano – ma anche aperto al desiderio di rinnovarsi, di esplorare nuove sfumature senza mai perdere identità.
L’apertura, con Anima Animus, è una dichiarazione d’intenti: un brano che cresce piano, avvolto da tappeti di tastiere e da una melodia semplice ma evocativa, dove ogni nota sembra respirare insieme all’ascoltatore. È l’introduzione ideale a un viaggio che non punta alla spettacolarità, ma all’essenza — una musica che parla di quiete, equilibrio e ascolto interiore.
Roots and Leaves affonda invece le radici in un terreno più ritmico. Il drumming di Enzo Cioffi dà impulso al brano, mentre flauto e sax si rincorrono come in un dialogo tra natura e spirito. È un pezzo che sa di movimento, di crescita organica, come se ogni suono nascesse dal precedente. La melodia resta sospesa, mai del tutto chiusa, invitando a seguirne il flusso.
Con Cosmic Carnival l’atmosfera si apre verso un orizzonte più onirico. Il tocco orchestrale diventa quasi cinematografico: mellotron, chitarre e il clarinetto di Mirco Rebaudo si intrecciano con la chitarra a 12 corde di Davide Mocini, creando paesaggi sonori sospesi tra sogno e realtà. C’è una leggerezza giocosa, attraversata da una malinconia sottile, come un ricordo che riaffiora — pieno di luce ma sfiorato da un velo di nostalgia.
De Rerum Natura è forse il cuore filosofico del disco. L’andamento è meditativo, con armonie che si srotolano lentamente e un lavoro di arrangiamento che unisce rigore e sensibilità. La musica sembra cercare un equilibrio tra le forze della materia e quelle dello spirito, in una tensione che non si risolve mai del tutto. È uno dei momenti più intensi e raffinati del progetto.
Con Lilith arriva la sorpresa. Il brano si apre con un’energia nuova, quasi rock, sostenuta dalle percussioni di Marco Fadda e dal basso di Francesco Bertone, mentre la voce di Ines Aliprandi entra come un’invocazione, tra vocalizzi e improvvisazioni che danno corpo e mistero alla composizione. A impreziosire il tessuto sonoro contribuisce anche il flauto di Marco Moro, che aggiunge colori delicati e improvvisi contrasti melodici. È una deviazione che arricchisce il percorso dell’album, mostrando un lato più terreno e istintivo del mondo Celeste.
El Mundo Perdido riporta a una dimensione contemplativa, fatta di ombre e chiarori. I fiati si muovono come ricordi lontani, e il tema principale scivola dolcemente, come un fiume lento. La chitarra a 12 corde di Davide Mocini aggiunge un tocco luminoso e ricco di sfumature, contribuendo a creare profondità e respiro. È un brano che sembra parlare del tempo e di ciò che si perde camminando, ma senza malinconia, con una serenità che si avvicina alla pace.
Più vivace e ritmato, Secret Crime mette in luce il dialogo tra basso e batteria, cuore pulsante del pezzo. La tensione iniziale cresce lentamente nei suoi oltre sei minuti, con armonie scure e suoni densi che conferiscono profondità e introspezione. Il clarinetto di Mirco Rebaudo e il flauto di Marco Moro aggiungono colori sottili, mentre i delicati vocalizzi di Ines Aliprandi creano un’atmosfera sospesa, a tratti misteriosa. Tra cambi di dinamica e interplay tra gli strumenti, il pezzo sfiora sonorità vicine alla jazz fusion, esplorando con calma ogni dettaglio. In questo modo diventa un ponte ideale verso la conclusione dell’album, accompagnando l’ascoltatore al finale con eleganza e tensione calibrata.
A chiudere l’album c’è Moon and Cloud Dancing, il vero piatto forte del disco, un viaggio di oltre dodici minuti sospeso tra introspezione e respiro poetico. I Celeste ritrovano qui la loro vocazione più narrativa: il brano si costruisce per strati, e ogni strumento entra come un personaggio, contribuendo a una trama sonora che evoca immagini, movimenti e silenzi. La lunga durata permette di percepire ogni dettaglio della composizione, creando un senso di progressione e attesa. È una chiusura perfetta, che lascia l’ascoltatore in uno stato di quieta contemplazione, come dopo un sogno che non si vorrebbe dimenticare.
Anima Animus è un disco di equilibrio e di respiro, dove la musica diventa spazio mentale e spirituale, una forma di contemplazione che non ha bisogno di effetti o virtuosismi per arrivare in profondità. È un lavoro che invita ad ascoltare con lentezza, a lasciarsi attraversare dal suono come da un vento lieve che porta con sé immagini, ricordi, frammenti di luce.
Ciro Perrino non insegue la nostalgia né la modernità, ma una continuità interiore: quella di un linguaggio che si rinnova senza strappi, che sa ancora stupire nella sua semplicità. Dentro Anima Animus convivono il sogno e la misura, la dolcezza e la tensione, la malinconia e la speranza. È un disco che parla di tempo, di trasformazione, di quella sottile linea che unisce l’umano e il cosmico, l’anima e l’animus, l’invisibile e il reale.
Più che un semplice album, è un viaggio nell’essenza stessa del fare musica come atto vitale e poetico. La testimonianza di un percorso che continua a parlare con voce propria, fedele alla sua storia ma sempre in cammino – perché, come ricorda Perrino, prog significa ancora “progredire”, e forse oggi più che mai abbiamo bisogno di artisti capaci di ricordarcelo con questa delicatezza.
Le registrazioni di Anima Animus si sono svolte tra gennaio e febbraio 2025 presso il Mazzi Studio di Borghetto S. Spirito, con il sound engineer Alessandro Mazzitelli, per poi proseguire da marzo ad aprile 2025 (nota: correggere eventuale anno) nei Rosenhouse Studios di Vallecrosia, con i sound engineer Alessio e Andy Senis. A curare il suono in modo creativo e suggestivo è stato Marco Canepa come sound designer, contribuendo a modellare le atmosfere sospese e raffinate che caratterizzano l’album.
Track list:
Anima Animus
Roots and Leaves
Cosmic Carnival
De Rerum Natura
Lilith
El Mundo Perdido
Secret Crime
Moon and Cloud Dancing
Band
Ciro Perrino: Mellotron, Eminent, Solina, Oberheim OBa, Minimoog, ARP 2600, EMS
AKS, percussioni
Enzo Cioffi: batteria
Francesco Bertone: basso elettrico e fretless
Marco Moro: flauto, flauto alto, flauto basso
Mauro Vero: chitarre acustiche ed elettriche
Ospiti
Ines Aliprandi: voce principale
Marco Canepa: pianoforte
Mirco Rebaudo: sax soprano, sax alto, sax tenore, sax baritono, clarinetto
Paolo Maffi: sax soprano, sax alto, sax tenore
Enrico Allavena: trombone, basso tuba
Davide Mocini: chitarra a 12 corde in El Mundo Perdido e Cosmic
Carnival
Marco Fadda: percussioni
Tutti i brani sono stati composti da Ciro Perrino
La grafica è di Massimo Mazzeo
Per maggiori dettagli e acquisti, visita la pagina ufficiale dell'album su Bandcamp:
👉 https://ciroperrino.bandcamp.com/album/celeste-anima-animus
English version
Celeste - Anima Animus (Inner Garden Records, 2025)
A journey through emotion and balance in the timeless sound of Celeste
Some albums do not rush to reveal themselves. They ask for time, attention, and openness. Anima Animus, the new work by Celeste, belongs to this category: an album that does not immediately give itself, but gradually unfolds, like a deep breath or a slightly open door onto an inner landscape.
Less than a year after Echi di un Futuro Passato, Ciro Perrino returns with a formation that continues the search for a sound suspended between memory and the present, between the sweetness of the mellotron and the freedom of jazz, between luminous orchestrations and spaces of pure contemplation. This is a new chapter in a journey that began in 1976 with the first historic Principe di un Giorno (also known as Principe per un Giorno), a debut album that over time became a small classic of Italian progressive rock for its pastoral grace and almost chamber-music sensitivity. After a long silence, Celeste returned in the new millennium with a series of works that progressively redefined their sonic identity: Il Risveglio del Principe (2019), Celeste with Celestial Symphony Orchestra (2020), Il Principe del Regno Perduto (2021), and Echi di un Futuro Passato (2023), arriving today at Anima Animus.
Alongside Ciro Perrino – the founding spirit of the project, here engaged with keyboards, mellotron, guitars, percussion, and flutes – is an ensemble of musicians who give body and depth to his sonic visions: Enzo Cioffi on drums, Francesco Bertone on bass, Marco Moro on flute, and Mauro Vero on guitars. They are joined by several guest musicians who further expand the album’s timbral palette: Ines Aliprandi on vocals, Marco Canepa on piano, Mirco Rebaudo on sax and clarinet, Paolo Maffi on sax, Enrico Allavena on trombone and bass tuba, Davide Mocini on 12-string guitar, and Marco Fadda on percussion.
A tight-knit and sensitive group, capable of transforming Perrino’s ideas into soundscapes that blend clarity and depth, precision and poetry, always keeping alive Celeste’s visionary and contemplative signature.
A coherent and ever-evolving journey, faithful to Celeste’s poetic vision – that slightly visionary delicacy that made the band a unique voice in the Italian prog scene – yet open to renewal, exploring new nuances without ever losing its identity.
The opening track, Anima Animus, is a declaration of intent: a piece that grows slowly, wrapped in keyboards and a simple but evocative melody, where each note seems to breathe with the listener. It is the ideal introduction to a journey that does not aim for spectacle but essence – music that speaks of calm, balance, and inner listening.
Roots and Leaves digs its roots into a more rhythmic terrain. Enzo Cioffi’s drumming drives the piece, while flute and sax chase each other in a dialogue between nature and spirit. It is a track that feels like movement, organic growth, as if each sound were born from the previous one. The melody remains suspended, never fully resolved, inviting the listener to follow its flow.
With Cosmic Carnival, the atmosphere opens toward a more dreamlike horizon. The orchestral touch becomes almost cinematic: mellotron, guitars, and Mirco Rebaudo’s clarinet intertwine with Davide Mocini’s 12-string guitar, creating soundscapes suspended between dream and reality. There is a playful lightness, tinged with subtle melancholy, like a memory resurfacing – full of light but touched by a veil of nostalgia.
De Rerum Natura is perhaps the philosophical heart of the album. Its pace is meditative, with harmonies that slowly unfold and arrangements that combine rigor and sensitivity. The music seems to seek a balance between the forces of matter and spirit, in a tension that is never fully resolved. It is one of the most intense and refined moments of the project.
With Lilith comes surprise. The track opens with a fresh, almost rock energy, supported by Marco Fadda’s percussion and Francesco Bertone’s bass, while Ines Aliprandi’s voice enters like an invocation, with vocalizations and improvisations that give body and mystery to the composition. Marco Moro’s flute further enriches the sonic fabric, adding delicate colors and sudden melodic contrasts. It is a deviation that enhances the album’s journey, revealing a more earthy and instinctive side of Celeste.
El Mundo Perdido returns to a contemplative dimension, full of shadows and highlights. The winds move like distant memories, and the main theme flows gently, like a slow river. Davide Mocini’s 12-string guitar adds a luminous and richly nuanced touch, contributing depth and breath. The track seems to speak of time and what is lost along the way, but without melancholy, with a serenity that approaches peace.
More lively and rhythmic, Secret Crime highlights the dialogue between bass and drums, the heartbeat of the piece. The initial tension slowly builds over more than six minutes, with dark harmonies and dense sounds that convey depth and introspection. Mirco Rebaudo’s clarinet and Marco Moro’s flute add subtle colors, while Ines Aliprandi’s delicate vocalizations create a suspended, at times mysterious, atmosphere. Through dynamic shifts and instrumental interplay, the track approaches jazz fusion sonorities, exploring every detail with care. In this way, it becomes an ideal bridge toward the album’s conclusion, guiding the listener to the finale with elegance and measured tension.
Closing the album is Moon and Cloud Dancing, the true highlight of the record, a journey of over twelve minutes suspended between introspection and poetic breath. Celeste find here their most narrative vocation: the track is built in layers, and each instrument enters like a character, contributing to a sonic tapestry that evokes images, movement, and silences. Its long duration allows every compositional detail to be appreciated, creating a sense of progression and anticipation. It is a perfect ending, leaving the listener in a state of quiet contemplation, like after a dream one does not wish to forget.
Anima Animus is an album of balance and breath, where music becomes a mental and spiritual space, a form of contemplation that requires no effects or virtuosity to reach depth. It is a work that invites slow listening, letting the sound pass through like a gentle wind carrying images, memories, and fragments of light.
Ciro Perrino pursues neither nostalgia nor modernity, but an inner continuity: a language that renews itself without breaks and still amazes through simplicity. Within Anima Animus, dream and measure, sweetness and tension, melancholy and hope coexist. It is an album that speaks of time, transformation, and the subtle line that unites the human and the cosmic, the anima and animus, the invisible and the real.
More than a mere album, it is a journey into the very essence of making music as a vital and poetic act. A testimony to a path that continues to speak with its own voice, faithful to its history yet always in motion – because, as Perrino reminds us, prog still means “to progress,” and perhaps now more than ever, we need artists able to remind us of this with such delicacy.
The recordings of Anima Animus took place between January and February 2025 at Mazzi Studio in Borghetto S. Spirito with sound engineer Alessandro Mazzitelli, and continued from March to April 2025 at Rosenhouse Studios in Vallecrosia with sound engineers Alessio and Andy Senis. Marco Canepa served as sound designer, creatively shaping the suspended and refined atmospheres that characterize the album.
Track list
Anima Animus
Roots and Leaves
Cosmic Carnival
De Rerum Natura
Lilith
El Mundo Perdido
Secret Crime
Moon and Cloud Dancing
Band
Ciro Perrino: Mellotron, Eminent, Solina, Oberheim OBa, Minimoog, ARP 2600, EMS AKS, percussion
Enzo Cioffi: drums
Francesco Bertone: electric and fretless bass
Marco Moro: flute, alto flute, bass flute
Mauro Vero: acoustic and electric guitars
Guests
Ines Aliprandi: lead vocals
Marco Canepa: piano
Mirco Rebaudo: soprano, alto, tenor, baritone sax, clarinet
Paolo Maffi: soprano, alto, tenor sax
Enrico Allavena: trombone, bass tuba
Davide Mocini: 12-string guitar on El Mundo Perdido and Cosmic Carnival
Marco Fadda: percussion
All tracks composed by Ciro Perrino
Graphics by Massimo Mazzeo
For more details and to purchase the album, visit the official Bandcamp page:
👉 https://ciroperrino.bandcamp.com/album/celeste-anima-animus