|  | 
| Only One Black – Set Me Free | 
Only One Black – Set Me Free (Autoproduzione, 2025)
Prog metal tra cuore e tecnica
C’è un’energia speciale in Set Me Free, il primo album degli Only One Back. È l’energia di chi ha qualcosa da dire e sceglie di farlo attraverso una musica complessa e piena di sfumature come il prog metal. Un debutto che sorprende per intensità, maturità e cura, ma soprattutto per la passione che traspare da ogni nota. Ancora più sorprendente se si pensa che i membri della band hanno tra i 18 e i 25 anni: giovani musicisti che affrontano un genere tutt’altro che semplice con una consapevolezza e una determinazione che fanno davvero ben sperare per il futuro della musica di qualità.
La band nasce nel 2022, inizialmente per divertimento, suonando cover di grandi nomi dell’hard rock e dell’heavy metal. Poi, dopo un cambio di formazione, arriva la svolta: dal 2023 il gruppo si avvicina con decisione al mondo del progressive, iniziando a costruire un linguaggio proprio. Nel 2024 comincia la scrittura di brani inediti, ispirandosi a giganti come Dream Theater, Rush, PFM e Symphony X — nomi che si percepiscono come riferimenti, mai come imitazioni.
La formazione attuale dà voce e corpo a questo debutto: Leonardo Piermaria e Davide Moretti alle chitarre, con riff incisivi e linee melodiche complesse, Leonardo Capriotti al basso, che sostiene con precisione e dinamismo le trame ritmiche, Luca Ferrero alla batteria, che scandisce ritmo e tensione con energia e tecnica, e Camilla Sedda alla voce, capace di passare dal lirismo etereo ai momenti più aggressivi con grande espressività. Ognuno contribuisce con personalità e talento, costruendo insieme un suono coerente, potente e coinvolgente.
In Set Me Free coesistono forza e delicatezza, un equilibrio che sorprende per naturalezza e coerenza. Silver Moon apre l’album come un lampo che illumina subito le caratteristiche della band: forza e delicatezza convivono senza sforzo. Le chitarre tracciano linee decise ma mai fredde, alternando momenti di grande intensità a fraseggi più carezzevoli, mentre batteria e basso sorreggono il tutto con sicurezza e precisione. La voce di Camilla Sedda si muove con naturalezza tra passaggi potenti e più intimi, donando al brano un calore immediato e un carattere riconoscibile.
Moonbeam rivela il lato più aperto e corale della band: i cambi di tempo e le evoluzioni melodiche catturano l’orecchio, mentre basso e batteria sostengono ogni passaggio con precisione. Le chitarre si lanciano in assoli pieni di sentimento, come se volessero trascinarti con loro in un viaggio fatto di emozione pura.
Con Just a Mask, gli Only One Back mostrano ambizione e controllo: l’inizio delicato con arpeggi e voce calda lascia spazio a un Prog Metal deciso e serrato. Accelerazioni, doppi pedali e linee di basso energiche si intrecciano con una voce capace di passare dalla dolcezza alla proiezione più intensa senza soluzione di continuità. Il solo centrale è emozionante e mai fine a sé stesso, capace di colpire senza ostentazione.
Dark si apre ad atmosfere più cupe e dense, dove basso e voce scandiscono tensione e carattere. A metà brano emerge un momento più intimo con chitarra acustica, segno di una cura compositiva rara, mentre il finale cresce in un crescendo drammatico e liberatorio che restituisce grande soddisfazione.
Without You rappresenta il momento più sentito dell’album: un brano intenso in cui i testi in italiano trovano una voce vibrante e piena di sfumature. La melodia avvolge l’ascoltatore in un’atmosfera di malinconia e riflessione, mentre il crescendo cresce con naturalezza, raccontando emozioni che emergono piano, senza mai forzare.
Kill Me unisce momenti melodici tipici del Prog a passaggi più aggressivi. La tensione si accumula lentamente, mentre il solo di chitarra si inserisce con naturalezza nel flusso del brano. La parte finale esplode in piena potenza, con riff incisivi e doppi pedali che sottolineano l’impatto metallico.
Beat of Time si distingue per audacia e complessità: inizia con un approccio melodico, per poi evolvere in passaggi più tecnici e robusti. Tocchi sinfonici e improvvisi cambi di atmosfera mettono in luce una maturità compositiva sorprendente, soprattutto considerando la giovane età della band.
Il disco trova il suo culmine nella mini-suite Set Me Free, divisa in due parti e unita dall’interludio atmosferico Exist Again. Nella prima parte, la band alterna passaggi più immediati a momenti più complessi e avventurosi, riuscendo a coniugare fruibilità e esplorazione in un’unica esperienza sonora che chiude il disco con un senso di rinascita e liberazione.
Tutte le dieci tracce meritano un ascolto attento per
cogliere, oltre alla qualità compositiva, la solidità e la consapevolezza con
cui la band affronta ogni passaggio. Le chitarre, vere protagoniste del disco,
costruiscono riff potenti ma anche assoli lirici e intensi, capaci di lasciare
un segno. La sezione ritmica sostiene il tutto con precisione e carattere: sa
spingere con la giusta dose di potenza, ma anche essere tecnica e sfumata
quando il brano lo richiede.
E poi c’è la voce di Camilla Sedda, splendida e versatile, capace di
accarezzare nei momenti più sospesi e di colpire con forza e decisione, come
una lama che incide ma non ferisce, donando al disco una forte carica emotiva.
Ciò che colpisce, più di tutto, è la serietà con cui questi ragazzi si confrontano con un genere tanto ambizioso quanto complesso. La loro preparazione, la voglia di crescere, di studiare e di mettersi continuamente in gioco fanno davvero sperare in un futuro dove la musica di qualità nasce ancora da passione vera, non da scorciatoie.
Mix e master sono curati da Alessandro Re, ma il resto è tutto merito loro: un lavoro collettivo, costruito con pazienza, dedizione e una forte identità. Set Me Free non cerca la perfezione patinata, ma la verità del suono e dell’intenzione. E in questo, riesce pienamente. È un disco che sa emozionare e sorprendere, perché dietro ogni riff e ogni pausa si percepisce la fame di musica, la necessità di esprimersi, la voglia di crescere insieme.
Ascoltarlo significa sentire nascere qualcosa: non solo una band, ma un’idea di futuro in cui il prog metal torna ad essere terreno di libertà, di ricerca e di autenticità. Questi ragazzi meritano davvero: hanno talento, cuore e quella scintilla autentica che vale la pena seguire da vicino.
Consiglio di tenere d’occhio questi Only One Black: hanno talento e promettono di sorprenderci ancora in futuro.
Track list:
Silver Moon
Moonbeam
Just a Mask
Dark
Without You
Kill Me
Beat of Time
Set Me Free Pt. 1
Exist Again
Set Me Free Pt. 2
English version
Only One Black – Set Me Free (Self-released, 2025)
Prog metal between heart and technique
